Quelle piccole, mortifere incomprensioni domestiche.

teatro-filodrammatici-milanoIn Homicide House un gioco spietato fra quattro attori che non perdono mai il ritmo: la suspense, sul palco del Filodrammatici di Milano, non manca, il divertimento macabro è assicurato. La sensazione è che, però, la filosofia sottostante sia troppo debole.

Un piccolo imprenditore edile non riesce a saldare i debiti: il suo usuraio gli propone un patto scellerato. Se accetterà di farsi torturare e uccidere da un sadico pieno di soldi i suoi debiti saranno ripianati e sua moglie riceverà una somma consistente. Lo sciocchino accetta e la minaccia che un killer già aspetta i suoi pargoli sotto casa non appare abbastanza convincente per spiegare come mai il nostro malcapitato non pensi di rivolgersi alla polizia. Fatto sta che finisce nelle mani di una perfida e ricchissima signora in inevitabili tacchi a spillo e pantaloni di pelle nera (quanto rimpianto per le vecchiette assassine degli anni Trenta!), e davanti alle sue torture, solo psicologiche, confessa di essere un vigliacco e un bugiardo. Mente da sempre: da quando si è presentato al primo appuntamento con quella che sarebbe diventata sua moglie con una macchina non sua e da quando ha contratto il primo debito per acquistarla (scoprirà che alla moglie di quella macchina non importava proprio nulla). Non posso anticiparvi con quale altro patto scellerato si conclude a sorpresa la storia, ma per poter spiegare i dubbi su Homicide House, scritto da Emanuele Aldrovandi e vincitore del 10° Premio Riccione Pier Vittorio Tondelli, qualcosa devo pur raccontare. Perché la macchina teatrale funziona benissimo: i quattro attori, Luca Cattani, Cecilia di Donato, Marco Maccieri e Valeria Perdonò, sono proprio bravi, affiatati, hanno i toni e l’ironia giusta (bravo soprattutto Maccieri, che è anche il regista). E lo spettacolo corre veloce come un vero thriller: si salta sulla sedia al punto giusto, si trema per il protagonista al momento adeguato. Ma, digerito lo spavento e apprezzata l’abilità degli interpreti, cominciano i dubbi: che cosa in realtà vorrebbe affermare Aldrovandi? Che siamo sinceri soltanto se abbiamo paura di morire? Che l’amore vero è fatto di sacrifici totali e quindi, in sostanza, non esiste? Che si può passare tutta la vita accanto a uno sconosciuto? Che siamo tutti ricattabili? Forse c’è dell’altro (lo spero), ma non emerge. In più, almeno due personaggi cambiano radicalmente atteggiamento e carattere e nulla spiega perché. In sintesi: per una serata di “divertente paura” una spettacolo tutto da godere. Per riflettere sulla vita, serve ben altro.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Filodrammatici
via Filodrammatici 1 – Milano
dal 17 al 22 novembre

Homicide House
di Emanuele Aldrovandi
regia di Marco Maccieri
aiuto regia di Pablo Solari
con Luca Cattani, Cecilia di Donato, Marco Maccieri, Valeria Perdonò
scene di Antonio Panzuto
costumi di Francesca Dell’Orto
luci di Fabio Bozzetta
Produzione Bam Teatro / MaMiMò