Schermatura totale

Video, frammenti, movimenti, azioni: vita. Al Teatro in Scatola di Roma uno spettacolo da aprire e gustare.

Un’esperienza totalizzante, travolgente, piena: è questo che si prova trovandosi davanti a Giovanni Magnarelli, attore a nudo totalmente e pienamente offerto al pubblico. Homo homini lupus è un lungo percorso a ritroso nella rappresentazione/creazione di frammenti di realtà, tutti analizzati dal punto di vista dello schermo, monitor che scansiona movimenti e azioni di ognuno di noi, ormai costantemente, fin nel privato delle nostre stanze. Da porta sul mondo a interfaccia di comunicazione, da strumento di contatto e condivisione a gabbia entro cui rinchiudere se stessi affidandosi alla distanza della tecnologia, lo schermo diventa compagno e confidente, e in questo caso anche protagonista, spettatore e regista dello spettacolo: una sorta di propagazione dell’attore cui rivolgersi e da cui trarre ispirazione e stimolo. Lo spettatore stesso è costretto a utilizzare il monitor, che per quasi tutto lo spettacolo non vedrà che da dietro, come tramite per cogliere a pieno ciò che avviene in scena, una sorta di dialogo, gestualizzato, movimentato, animato, tra Magnarelli e il video, che al pubblico arriva solo sotto forma di suono e luce, la stessa luce che illumina la scena e disegna il corpo nudo dell’attore.

Dopo un inizio di apparente normalità la sala piomba nel buio e lo schermo al centro della scena inizia a guidare l’attore in una specie di re-birth, un percorso di rinascita di schechneriana memoria che lo porterà a rialzarsi, nudo e inconsapevole, pronto a esplorare il rapporto con l’alterità mediatica e unidirezionale del monitor. In un susseguirsi di musiche e luci soffuse, il pubblico vede quest’essere umano allo “stato zero” vestirsi e spogliarsi con abiti maschili e femminili, come in una corsa all’omologazione dettata dal “dio-schermo” che finirà in un’apparente uscita di scena, sottolineata nella sua impossibilità dalla fuga bloccata da una sedia. Nei pochi momenti in cui il monitor è rivolto a favore dello spettatore l’immagine al suo interno altro non è che quella da esso coperta: l’attore, analizzato e sezionato in singole parti del corpo, messo a nudo e offerto allo sguardo del pubblico nell’amplificazione del modulo di osservazione.

Definire Homo homini lupus uno spettacolo di teatro potrebbe essere riduttivo. È molto di più: è uno studio sull’uomo messo in forma di spettacolo, è una ricerca permanente sul corpo dell’attore vestita dell’abito della rappresentazione, è scoperta di linguaggi corporei negli oggetti e di linguaggi extra-corporei nei corpi. Giovanni Magnarelli è ineccepibile, dominante e dominatore sulla scena, professionale e serio fuori: un bell’esempio di attore.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro in Scatola
lungotevere degli Artigiani, 12/14 – Roma
fino a domenica 4 dicembre
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 18.00

Homo Homini Lupus – A workin’ regr-ss
di e con Giovanni Magnarelli
scena, video, elaborazioni sonore Giovanni Magnarelli