Chi è il limitato? Ovvero: qual è la tua funzione?

Con un nuovo appuntamento, interno al progetto Fuori Norma, Fuori Luogo si sposta al centro Allende, per Hu! Versacci futuristi

Nato nell’ambito del progetto promosso e sostenuto da Regione Liguria La danza degli uomini uguali (risultato vincitore del Bando Abilità al plurale), Hu! Versacci futuristi è frutto di un lavoro svolto in un laboratorio d’integrazione tra persone con diverse abilità condotto da Enrico Casale.
Lo spettacolo/performance si compone di gesti, versi, suoni, piccole scene, invenzioni e riflessioni, e mostra tutto il suo valore quale attività/laboratorio che stimola la creatività, la partecipazione, l’accoglienza e il rispetto, con semplicità e franchezza, senza ipocrisie o buonismi (eloquente da questo punto di vista il prologo dal tono sarcastico sul teatro sociale della Onlus di turno). Il senso dell’iniziativa trova pieno riscontro nella sua realizzazione: possiamo infatti soltanto immaginare quanto una simile esperienza possa essere stata stimolante e gratificante per i suoi partecipanti. E questo è ciò che conta.
Si sa, quando si ha a che fare con il cosiddetto teatro sociale, e nello specifico con il teatro con persone diversamente abili, si parte dal presupposto che questo genere presenti problemi e questioni peculiari. La prima, e fondamentale, riguarda come prendersi cura della dignità dei partecipanti. Ma già questo interrogarsi dimostra un nodo irrisolto di fondo. Perché sollevare un problema di dignità? Lo stesso porsi il problema mette a nudo il pregiudizio e l’implicita ipocrisia che ci guida. A essa risponde con forza il grido dei ragazzi in scena: «Non vogliamo la tua pietà!». Pietà, di questo allora si tratta, di pietà e dell’essere ancora prigionieri delle categorie di sano e malato, di normale e diversamente abile.
Certi incontri con la disabilità rompono tutti gli schemi e Hu! con i suoi versacci futuristi provoca lo spettatore, lo spinge a liberarsi della maschera che indossa.
Come i futuristi – esseri strani, temuti – gli attori di Hu! si scagliano, con le loro azioni/manifesto, contro alcuni pregiudizi e alcune logiche dei sedicenti normali. Sono futuristi perché rinfacciano al pubblico le menzogne sull’amore e sul senso delle cose. Provocatori, spingono a mettere in discussione i criteri che governano il nostro modo di interpretare il mondo, le nostre prigioni. Alle logiche della funzione (e funzionalità) si oppongono quelle dell’amore, del donare agli altri e, soprattutto, del saper godere, ridere e gioire insieme.
Lo spettacolo procede con divertimento e leggerezza, fino al grande ballo finale, gioia per tutti, perché l’energia della vita abita territori altri rispetto agli schemi della mente o della società. Grande festa la vita allora, e grande festa il teatro.
Sotto questo punto di vista Hu! ha un che di dionisiaco: la gioia di stare insieme, abbandonare le categorie, perdere se stessi e ballare. È dionisiaco nel senso che si libera dei lacci che tengono imprigionati, unisce tutti – soprattutto coloro che, spesso, sono emarginati – dispiegando energia incontrollata.
Così, se alla base della ricerca estetica rimane il nucleo della festa (e ci si chiede, che cos’è il teatro senza il suo cuore dionisiaco?), anche l’apollineo occupa un suo posto nello spettacolo, che appare curato nella scelta dei costumi, nella scena, nelle luci, nelle scelte registiche: essenziale, ma estremamente elegante e raffinato. Una cura per la resa estetica e formale che quasi stona e dispiace, insieme a un altro aspetto – un dubbio, un sospetto – ovvero la sensazione che il riferimento alla poetica futurista sia – a sua volta – fondamentalmente una maschera, ossia la strada più veloce per giustificare una forma di espressione data (anche se forse si è trattato solo di una felice coincidenza). Dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro in scena, si può dire che in un certo senso Casale & Co. sono riusciti a far quadrare il cerchio: gli accompagnatori, sempre dentro la parte e perfettamente integrati, si sono dimostrati impeccabili – guide attente che custodiscono il territorio, sventando il pericolo di cadere.

Lo spettacolo è andato in scena:
Centro Salvador Allende
viale Mazzini, 2 – La Spezia (SP)
22 aprile 2018
ore 21:15

Hu! Versacci futuristi
direzione artistica Enrico Casale
con la collaborazione di Federica Vilardi, Matteo Di Somma, Ivano Cellaro e Annita Conti
progetto in collaborazione con Isforcoop La Spezia, La Missione di Sarzana, Regione Liguria e Comune della Spezia
Fuori Norma – evento in collaborazione col progetto La Danza degli uomini uguali – Regione Liguria