La stagione del Teatro Trastevere inizia all’insegna del brivido e dell’indagine psicologica sulla dualità dell’animo umano. Un cartellone ricco e audace che ha l’ambizione di coniugare ricerca di nuovi linguaggi, sperimentazione di nuove compagnie e autori, rivisitazione dei classici. Ad aprire le danze l’associazione Novembre e Gli Arpagoni con Lo strano caso del Dott. Jekyll e del Signor Hyde, per la regia di Andrea Teodori.

Nel primo spettacolo della stagione ombre e nebbie tipiche della Londra vittoriana si intrecciano fluidamente con l’elaborazione di un linguaggio attuale, come se la lacerazione interiore che scinde il diabolico Mr. Hyde dall’integerrimo Dott. Jekyll faccia parte della quotidiana discrasia tra una deformante normalità e l’orrore intimo, le frustrazioni private dell’uomo contemporaneo: sempre più incapace di vivere a pieno, di controllare i propri istinti primitivi, di gestire quel meccanico quanto necessario ritorno alla “natura”, all’infantile e totalizzante soddisfazione – al di là dei limiti sociali e di qualsivoglia morale – dei propri bisogni.

A una prima occhiata può sembrare un atto rivoluzionario, quello di liberarsi dalle maschere mondane per essere quello che si è, fare ciò che si vuole senza inibizioni, sfoderare la propria intera personalità – sepolta dal grigiore anonimo della società massificata. Ma come ci insegnerà l’esperienza pirandelliana, è solo un inutile e disperato tentativo di sottrarsi al proprio destino, al proprio vero essere, rafforzando paradossalmente quelle stesse formalità civili e psicologiche che ci ingabbiano in un contesto sociale divenuto ormai insopportabile. Ed è proprio l’uso sapiente delle luci, del cambio dinamico dell’azione scenica, il ping-pong recitativo che spezza in due il palcoscenico come fosse il tavolo operatorio in cui una coscienza viene sezionata alla luce dell’eterna tentazione di assecondare il suo impulso o viceversa conformarsi alla razionalità del dovere, che permette di far emergere l’indicibile chiaroscuro che alberga nel cuore del Dott. Jekyll: nel suo repentino trasformarsi in assassino, depravato, maniaco – essendo forse quelle le uniche manifestazioni attraverso cui può affermare la sua presenza, nell’incredulità generale dei suoi amici e dei suoi vicini – rivelandosi come Mr. Hyde.

Proprio nella precisa – e in questo senso classica – elaborazione dell’imponderabile demoniaco Hyde: personalità sottratta non solo alla legge ma alla comprensione umana, che la freschezza recitativa e gestuale della compagnia viene fuori, imponendosi con decisa misura, nella coerente articolazione di una logica narrativa capace di coinvolgere lo spettatore e, allo stesso tempo, di metterlo in guardia contro la sua quotidiana scissione, mostrandogli il male “ancestrale” che cova sotto la cenere della normalità, la violenza brutale che emerge dal sottosuolo della quale Hyde è interprete e prima vittima, lo sgomento che nasce dall’impossibilità di sopprimere l’insopprimibile: la soddisfazione a qualsiasi costo dei propri bisogni, che non può essere – come sottolineava lo stesso Freud – sublimata all’infinito.

Nella trasformazione irreversibile del Dott. Jekyll in Mister Hyde, può certamente costruirsi uno spettacolo teatrale, ma vi è inscritta soprattutto la precisa indicazione di Stevenson, di palesare ciò che l’uomo moderno stava diventando: sdoganare artisticamente i fantasmi psichici che lo avvolgevano, i complessi mentali che ne oscuravano la positivistica fiducia in un avvenire luminoso e progressivo, preconizzando, assieme a Tolstoj e a Dostoievskij, l’uomo “cannibale” del Novecento.

Informazioni sul Cartellone del Teatro Trastevere.

Lo spettacolo continua:
Teatro Trastevere
Associazione culturale
via Jacopa de’ Settesoli 3 – Roma
fino a domenica 26 settembre
orari: da martedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 18.00

Lo strano caso del Dott. Jekyll e del signor Hyde
di Robert Louis Stevenson
regia di Andrea Teodori
con Edoardo Sala, Massimo Di Vincenzo, Diego Migeni, Sebastiano Gavasso, Giulia Gallone, Andrea Teodori, Davis Tagliaferro, Giorgio Di Donato, Eleonora Cucciarelli
disegni luci Giovanna Bellini
scenografia Giada Tosto
costumi Silvia Cervellin e Layla Hi
musiche Marco Fieni e Filippo D’Ottavio