Viva Bollani!

auditorium-orchestra-lyonQuando si pensa a Stefano Bollani, immediatamente si visualizzano i concetti di estro, di follia, di un’altissima ricerca musicale. E anche quello di una sana risata. Dopo una formazione classica al conservatorio Luigi Cherubini (per chi non conoscesse la sua storia, consiglio vivamente lo straordinario spettacolo Guarda che luna! con la Banda Osiris, Enrico Rava, Gianmaria Testa tra gli altri), Bollani intraprende lo studio della musica jazz. Il successo non tarderà ad arrivare e il jazz lo porterà sui più grandi palcoscenici mondiali, fino a giungere ad una consacrazione che non sembra smettere mai. A ragione.

E finalmente Bollani ha deciso di passare da Lione! Per l’occasione ha scelto di intrecciare le note del piano con quelle dell’orchestra nazionale di Lione, qui diretta da Kristjan Järvi. Il titolo della serata, I Got Rhythm, si è rivelato estremamente azzeccato, non solo a causa della composizione di Gershwin suonata dal Nostro insieme all’orchestra (la cui melodia riemergeva in continuazione anche nel seguito della serata), ma anche proprio per il senso stesso del titolo. Il concerto che ha avuto luogo all’Auditorium di Lione è stato un inno al ritmo americano, alla ricerca musicale che ha attraversato tutto il ventesimo secolo. E chi meglio di Bollani poteva essere chiamato ad incarnare questa vivacità ritmica?

Ma il genio milanese di nascita e fiorentino di adozione non entra subito in scena. La prima parte della serata vede l’orchestra sinfonica eseguire The Chairman Dances, un pezzo di John Adams dal carattere estremamente ossessivo, che si spinge fino al parossismo. Ma quando il punto di rottura, di esplosione, sembra avvicinarsi e nulla può impedire che ciò accada, ecco che tutto cambia e anziché il rumore di uno scoppio, noi assistiamo al ritorno di una melodia classicheggiante, rassicurante. Ma è solamente il diavolo sotto mentite spoglie. John Adams concepisce una composizione dove Edvard Grieg sembra soccombere sotto il gesto terribile e ripetitivo di Steve Reich.

Rotti gli indugi, ecco apparire sul palco Stefano Bollani e la scena diviene immediatamente un’arena di suoni. Fedele allo spirito jazz, Bollani nega, annega, diluisce la struttura musicale di riferimento attraverso un’improvvisazione da capogiro (il pezzo in questione è quello che dà il titolo alla serata, I Got Rhythm di George Gerswin) per, in seguito, tornare sui propri passi, cercando di tessere una struttura musicale tanto complicata quanto affascinante. La seguente Rhapsody in Blue è un gioco di rimandi tra Bollani e l’orchestra. Potremmo definire questo atto come un “divertissement concertistico ad incastro”, nel quale Järvi cerca di gestire con eleganza la voracità e l’eccesso bollaniano: due poli quasi antitetici che non ci consegnano un jazz sinfonico, ma il loro status distinto in uno straordinario confronto.

Bollani decide allora di eseguire un “concerto nel concerto”, dipingendo tre improvvisazioni per piano solo, come solo lui può fare. Il suo corpo e il pianoforte entrano in un gioco musicale come luoghi eletti di rumore e suono. Le mani che colpiscono il corpo (fino ad un inatteso schiaffeggiamento) e la materialità del piano, donano un côté percussionistico alle improvvisazioni che presentano un medley eminentemente americano dove molte canzoni e colonne sonore del repertorio statunitense vengono compattate ed intrecciate senza soluzioni di continuità.

Il programma termina con la sorprendente scelta di eseguire il Concerto pour orchestre di Béla Bartók, composizione in cinque movimenti che assume toni cupi e funebri prima di giungere ad un’apertura luminosa e ad un vero e proprio inno alla vita nel finale.

Ma le sorprese non terminano qui. Bollani decide di offrire ai numerosi spettatori un’appendice al concerto, dialogando, musicalmente parlando, con il vibrafonista Stéphane Pelegri, nell’atrium dell’Auditorium. Un “terzo tempo” musicale che ha offerto canzoni come Mi ritorni in mente o Besame Mucho plongées in un’atmosfera ludica e spogliata d’ogni rigidità formale.

Il concerto ha avuto l’appoggio del Festival Jazz à Vienne che, tra i numerosi nomi di altissimo livello, vedrà anche la partecipazione del nostro il 2 luglio al Teatro antico. Un’altra occasione per vedere ed ascoltare Bollani in terra francese. À ne pas rater!

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Stefano Bollani et l’Orchestre nationale de Lyon ont dialogué autour du rythme américain. Un concert qui a émerveillé les auditeurs et qui a offert des nombreuses surprises. L’Auditorium de Lyon termine donc la programmation 2013-2014 avec deux soirées qui resteront pour longtemps dans les yeux et dans les oreilles des spectateurs.

Lo spettacolo è andato in scena:
Auditorium de Lyon
149, rue Garibaldi – Lione (Francia)
venerdì 30 maggio ore 20.00, sabato 31 maggio ore 18.00

L’Auditorium de Lyon, con la partecipazione del Festival Jazz à Vienne, presentano
I Got Rhythm
Stefano Bollani piano
Kristjan Järvi direttore
Orchestre National de Lyon
http://www.auditorium-lyon.com/