Romanticismo e sentimento, attraverso una voce magica

Recensione I Puritani. Al Teatro dell’Opera di Lione un grande soprano e un’orchestra diretta magistralmente restituiscono tutta la potenza e il fascino di uno dei capolavori di Bellini, I Puritani.

Il XIX secolo è senza dubbio il secolo d’oro dell’opera lirica europea; sono tantissimi i nomi appartenenti alla migliore tradizione operistica italiana che nell’Ottocento lasciarono una traccia indelebile nella storia della cultura mondiale. I capolavori di questa stagione intercettano le correnti e i movimenti artistici più significativi dell’epoca, primo tra tutti il Romanticismo; a tal proposito diviene esemplare l’opera di Vincenzo Bellini, compositore “maledetto”, profilo tipicamente romantico, scomparso a soli 34 anni dopo aver lasciato ai posteri un’eredità tale da farne uno dei maggiori compositori lirici della storia. La fortuna di Bellini fu evidente fin da subito: le sue opere, come Norma, Il pirata e I sonnambuli, riscossero un successo incredibile soprattutto a Milano e Parigi, e quello francese era per lui e i suoi colleghi il pubblico più ambito. Ancora oggi, i francesi hanno un debole per il compositore catanese, un po’ come per tutta l’opera italiana, e ne è una testimonianza l’opera-concerto andato in scena all’Opéra de Lyon: I puritani. Trattasi di una delle migliori realizzazioni di Bellini, per intensità, varietà, originalità stilistica, potenza espressiva, scritta dal patriota Carlo Pepoli che negli anni agitati dal Risorgimento volle occuparsi della rivoluzione inglese di Cromwell; solo il lieto fine, precipitoso e anomalo per la tradizione lirica e in genere letteraria europea di quell’epoca, stona compromettendone la totale riuscita, ma a prescindere da ciò resta un’opera capitale. L’Opéra de Lyon ha restituito in maniera sublime questo capolavoro; pur non essendo una messa in scena vera e propria, quanto un’opera-concerto in assenza di scenografie e regia, lo spettacolo ha rispettato pedissequamente l’intero sviluppo dell’opera belliniana, rivelandosi assolutamente alla sua altezza. L’orchestra e il coro dell’Opéra de Lyon sono impeccabili nella resa dell’intricato arrangiamento, che possiede al suo interno alcuni motivi celeberrimi; il direttore d’orchestra Evelino Pidò controlla “atleticamente” e con enfasi la musica, restituendone l’indole romantica e impetuosa, ma facendo sempre molta attenzione ai prolungati silenzi e alle pause repentine. Ma il pregio assoluto è rappresentato dagli interpreti: Michele Pertusi e Pietro Spagnoli sono due ottimi Sir George Walton e Sir Riccardo Forth; Dmitri Kortchak è uno straordinario protagonista, Lord Arturo Talbot, il fedele alla corona degli Stuart che rischia la vita all’indomani della rivoluzione di Cromwell. Quest’ultimo, pur dimostrando comunque un ottimo livello tecnico, però cade in fallo dinanzi alla vertiginosa complessità di alcune delle arie dell’opera, note anche per la loro sofisticatezza, sbagliando su un paio di acuti, e riprendendosi poi con caparbietà e orgoglio nel III atto (“Nel mirarti un solo istante…”). Diverso il discorso per la vera stella della serata, per la quale il pubblico del teatro ha consumato le mani a titolo di omaggio e ringraziamento: si tratta di Olga Peretyatko, il soprano che interpreta la protagonista Elvira, l’eroina che vede svanire il suo sogno d’amore e che precipita nella follia. La prodigiosa voce del soprano dà sfoggio di tutte le sue indiscutibili qualità: una calibratissima tecnica al servizio dell’energia e del sentimento della musica. Non una sbavatura, mai un’inflessione, ma un costante testa a testa con la sublimità dell’opera di Bellini, come dimostrano l’esecuzione della polacca “Son vergine vezzosa” e raggiungendo i vertici soprattutto nel memorabile II atto: la giovane Peretyatko si candida sulla scena internazionale della lirica presente e futura come una tra le migliori interpreti, capace di raggiungere livelli impressionanti mantenendo una splendida naturalezza.

L’Italie du XIX siècle était incontestablement le pays de l’opéra, mais Paris et la France étaient un passage obligé pour tous les compositeurs désireux d’obtenir la consécration internationale. Vincenzo Bellini était un de ces compositeurs, et Les puritains est un de ses chefs-d’œuvre que l’Opéra de Lyon a mis en scène avec un sublime opéra-concert, où une soprano extraordinaire a été la protagoniste Elvira, passionnant tout l’auditoire.

Lo spettacolo è andato in scena:
L’Opéra Théâtre de Lyon
1, Place de la Comédie – Lione (Francia)
martedì 13 novembre, ore 20.00
domenica 18 novembre , ore 16.00

Opéra de Lyon presenta
Les Puritains – I Puritani
di Vincenzo Bellini
libretto Carlo Pepoli
tratto da Têtes ronde et Cavaliers di Jacques-François Ancelot, Joseph Xavier Boniface
direzione musicale Evelino Pidò
con Dmitri Kortchak, Olga Peretyatko, Michele Pertusi, Pietro Spagnoli