Esercizi di fantastica / Segnale d’allarme – La mia battaglia VR

Arezzo, venerdì 23 ottobre. In un’atmosfera rarefatta – forse a causa della bruma autunnale o dell’incombente lockdown – si arriva al Teatro Pietro Aretino per assistere e partecipare alle coraggiose iniziative, anche quest’anno e nonostante tutto, del Festival dello spettatore.

Rarefatte non solo l’aria e le emozioni ma anche le presenze, distanziate all’interno del teatro a seguito delle normative vigenti, per partecipare alla prima delle due mezze giornate di studio centrate sullo spettatore e lo spettacolo digitale. Molti gli interventi, alcuni in remoto, per comprendere meglio sia questa nuova figura sia la multimedialità come linguaggio scenico.

La rete, così come tecniche quali il video mapping o il 3D, già comprimarie di diverse esperienze teatrali, con la chiusura forzata dei teatri, stanno diventando sempre più determinanti per la fruizione degli spettatori ma, forse, eccessivamente invadenti.

L’intervento in video di Renzo Boldrini, coordinatore di RAT (le Residenze Artistiche Toscane), evidenzia la lungimiranza della regione Toscana nell’aver messo a disposizione le risorse necessarie per residenze ad hoc legate ai nuovi linguaggi teatrali. Chiede, altresì, investimenti nel settore e la salvaguardia degli attuali assetti occupazionali; ricordando che tale settore va sviluppato non solamente a causa dell’attuale situazione emergenziale ma anche in vista del ritorno al teatro in presenza. Patrizia Coletta, direttore di Fondazione Toscana Spettacolo, mostra un video promozionale che termina con un invito a uscire (da casa o dal proprio guscio) per riscoprire l’universo-mondo al di fuori delle quattro mura domestiche – video che si arenerà nel giro di due giorni di fronte alla nuova chiusura di teatri, cinema e sale da concerto (nonostante la sicurezza degli stessi). Coletta, nel suo intervento, invita a salvaguardare le professionalità dei lavoratori del settore anche in funzione dell’importanza economica dello stesso. A seguire, anche Anna Maria Monteverdi, ricercatrice in Discipline dello Spettacolo presso l’Università Statale di Milano, che insistite sulla necessità di ridefinire i linguaggi, quando si utilizzano le nuove tecnologie, che vanno integrate con la narrazione e tutte le altre componenti dello spettacolo. Tra gli argomenti affrontati dagli altri relatori, la necessità di una maggiore coesione tra le Compagnie – che non dovrebbero considerarsi come isole a sé stanti. La necessità di una rivitalizzazione dell’opera lirica, troppo legata agli schemi del passato, e che, al contrario, può ottenere nuova linfa grazie all’uso delle tecnologie multimediali. Nel complesso, un incontro ricco di spunti e temi sui quali occorrerà ritornare per approfondire le varie riflessioni e proposte.

Ci spostiamo al Teatro Petrarca dove, alle 18.00, la Compagnia Sosta Palmizi mette in scena Esercizi di Fantastica. Una scenografia molto duttile permette ai performer di alternarsi in una serie di situazioni tipiche del teatro-danza, dove sono il gesto, il movimento e l’espressività a far procedere la narrazione. Ideato da Giorgio Rossi e interpretato da Elisa Canessa, Federico Dimitri e Francesco Manenti (con quest’ultimo che, assieme a Francesco Givone e Francesca Lombardo, firma anche la scenografia) lo spettacolo si giova di un buon ritmo e una solida struttura portante. Il cellulare – l’onnipresente protesi che determina comportamenti e tic di una società sclerotizzata – è l’oggetto simbolico che stimola (protagonisti e spettatori) a riflettere su cosa siamo diventati e quali sono le nostre modalità di comunicazione e compartecipazione. Il coinvolgimento con la cosiddetta rete è ormai tale che nemmeno un intervento naturale, inaspettato, positivo sembra poter competere con l’iperrealtà che ci avvolge e ottunda i nostri sensi e le nostre emozioni. Solamente l’irruzione della fantasia, nel nostro universo ovattato, potrà forse salvarci – e non solamente in tempi di lockdown. Musica e danza si fondono con grazia, con un finale che riesce a coinvolgere anche il pubblico. Uno spettacolo per ragazzi, in grado di risultare piacevole (e interessante) anche per un pubblico adulto.

In serata, al Teatro Verdi di Monte San Savino, assistiamo alla riproposizione in 3D dello spettacolo La mia battaglia VR di e con Elio Germano. Ora, al di là che non si comprenda come si possa definire uno spettacolo la riproposizione di frasi (estrapolate dal contesto socio-economico e storico) del Mein Kempf, non rielaborate a fini drammaturgici e teatrali; ebbene, l’aver riproposto simile operazione – che, in parole povere, è un semplice monologo – in 3D, non sembra aggiungere nulla e, anzi, fa dubitare che tale tecnologia così utilizzata sia un arricchimento per la macchina teatrale.

Gli spettacoli e gli eventi hanno avuto luogo nell’ambito del Festival dello Spettatore:
Arezzo, varie location
venerdì 23 ottobre 2020, ore 14.30
Teatro Pietro Aretino
giornata di studio sul tema Lo spettatore digitale

ore 18.00
Teatro Petrarca
Sosta Palmizi presenta:
Esercizi di fantastica
da un’idea di Giorgio Rossi
(spettacolo di teatro-danza per ragazzi e famiglie)

ore 21.00
Teatro Verdi
Monte San Savino
Segnale d’allarme – La mia battaglia VR
scritto, diretto e interpretato da Elio Germano
(trasposizione in realtà virtuale de La mia Battaglia – al termine incontro con l’attore)