La macina del sarcasmo molièriano

Il classico di Molière torna in sala per la regia di Filippo Dini, mettendo in evidenza la sua perpetua attualità e la sua tagliente sagacia rivolta a qualsiasi uomo, a prescindere dalla classe sociale di appartenenza.

Quando, nella seconda metà del XVII secolo, Re Luigi XIV commissionò a Molière la scrittura di un’opera comica in grado di intrattenere il pubblico di corte non era cosa ovvia che dalle mani del genio francese sarebbe uscito un testo degno del canone della letteratura occidentale e della grande tradizione drammaturgica. Molière, già celebre e pubblicamente riconosciuto per opere come Don Giovanni e Tartufo, in questa ultima fase della sua produzione approfondì ulteriormente il taglio sagace e l’analisi delle dinamiche proprie della società seicentesca: se l’intenzione del Re era quella di avere un’opera che esaltasse i valori della nobiltà francese, screditando la nascente classe borghese nonché la presunta arretratezza dei turchi, il risultato della sofisticata poetica molièriana andò ben oltre. Il borghese gentiluomo divenne un classico in grado di annunciare la stagione della Commedia dell’arte goldoniana, e capace di definire un orizzonte simbolico e linguistico che avrebbe caratterizzato tutta la tradizione comica moderna fino ai giorni nostri. Equivoci, stereotipizzazioni, messa in evidenza delle storture e dei vizi dei membri dei vari strati sociali, fino però ad arrivare alla lucidità dello sguardo che trascende le categorie per puntarsi sull’essere umano in quanto tale: questa la rivoluzionaria modernità di Molière, che dinanzi alle ambizioni, alle avidità e alle passioni, tutti gli uomini sono uguali. Maldestri, ipocriti, infami, arrivisti e bugiardi, dai servi all’aristocrazia decadente, fino ad arrivare a quella borghesia che proprio nel Seicento ambiva ai fasti della nobiltà imitandola e sperperando denaro a tal fine.

Il Teatro Stabile di Genova ha portato in scena al Teatro Sala Umberto Il borghese gentiluomo diretto e interpretato da Filippo Dini: uno spettacolo realizzato nel 2015 e portato in giro per l’Italia con un ottimo successo di pubblico. Il segreto dell’efficacia della messa in scena di Dini è contenuto nella sapiente attinenza al testo classico, ma con l’intenzione di tendere al contemporaneo senza snaturarlo. Costumi, scenografia e dialoghi si attengono all’immaginario molièriano ma ammiccano spesso ai giorni nostri, proprio a mettere in evidenza come il messaggio dell’autore francese fosse universale e capace di attraversare i secoli restando potente e profondo. Le gag della narrazione, l’inadeguatezza del rampante borghese Jourdain che ambisce all’evoluzione del proprio status, la visione evoluta e sapiente dei personaggi femminili nei confronti degli uomini immaturi e inadeguati, rendono lo spettacolo di Dini divertente e arguto, attuale e classico, irriverente e cinico. Quel cinismo che consegna il ridicolo borghese alla demenza del finale, mentre tutti gli altri personaggi festeggiano il loro trionfo, conte Dorante compreso dopo essersi dimostrato meschino per tutta la piece.

L’opera doveva comunque restare nei favori di Luigi XIV, e l’Illuminismo era ancora lontano per quanto Molière pare annunciarlo nel fragore delle risa moralistiche rivolte all’insensatezza dell’ambizione borghese di confondersi con i nobili. Ma a essere puniti sono il borghese e il suo delirio, più che l’arroganza del conte: dinamiche che appartengono all’animo umano anche nella loro trasfigurazione contemporanea, e anche la nobiltà delle arti e della scienza non restano indenni dalla macina del sarcasmo di Molière, che a tal proposito inserisce un elemento metatestuale di grande fascino perché neanche il drammaturgo di corte viene graziato nella sciarada degli sketch comici. La mimica degli attori della compagnia e la sintonia dei loro gesti e dei loro frenetici movimenti sul palco sono elementi che rendono Il borghese gentiluomo di Dini uno spettacolo che dimostra come anche i grandi classici di quattro secoli fa possano restare comici oggi, ma anche capaci di farci riflettere sulla nostra condizione di esseri umani.

Lo spettacolo è in scena:
Teatro Sala Umberto
via della Mercede, 50 – Roma
fino a domenica 29 ottobre
orari: martedì, giovedì e venerdì ore 21.00, mercoledì e domenica ore 17.00, sabato ore 17.00 e 21.00

Fondazione Teatro Due e Teatro Stabile di Genova
Il borghese gentiluomo
di Molière
regia Filippo Dini
traduzione Cesare Garboli
con Filippo Dini, Orietta Notari, Sara Bertelà, Davide Lorino, Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini, Roberto Serpi, Marco Zanutto