Chi c’è al di là della ruota?

tertulliano-teatro-milanoAl termine della riproposizione de Il Calapranzi, in scena al teatro Tertulliano, rimane il dubbio sulla vera identità dell’uomo che impartisce gli ordini e sul destino di Gus, il più debole tra i fratelli.

Alla fine di poco più di un’ora di spettacolo densa di dialoghi monchi e battute, il dubbio che Ben e Gus, fratelli diversi sulla scena, siano in realtà due parti della stessa persona rimane irrisolto. Uno, Ben, apparentemente duro e sicuro di sé. L’altro, Gus, sulla scena passivo e in perenne conflitto con il più autoritario fratello. Ma il sospetto che nella testa di Harold Pinter, l’autore che per la prima volta portò Il Calapranzi in scena nel 1958, anima e corpo dei due personaggi rappresentassero la scissione di un unico profilo permane, così come il quesito sulla fine di Gus: morirà come Abele, ucciso dal fratello, oppure no?
Quando cala il sipario su Il Calapranzi, molte domande sono ancora in attesa di risposta. Chi sono questi due fratelli che vivono in un seminterrato in attesa di un ordine che non arriverà mai? Sicari di professione, chi sono le loro vittime e quale la prossima a cui negare l’esistenza? Soprattutto: chi è il loro orditore, l’uomo da cui per oltre un’ora attendono invano un comando? Quarant’anni dopo la prima volta, con lo spettacolo messo in scena al teatro Tertulliano di Milano, i dubbi non vengono risolti secondo la volontà di Pinter di lasciare allo spettatore una parte dell’interpretazione di una pièce che, ancora oggi, resta di non facile comprensione.
Teatro dell’assurdo, ama definirlo qualcuno. Ma rispetto a un’opera di Beckett o di Ionesco, ne Il Calapranzi i dialoghi sono serrati e incompleti, sebbene ricchi di significato, forse non comprensibili a caldo. I due uomini vivono aspettando un ordine, un compito da svolgere, una parte da recitare. A indottrinarli è colui che non compare mai, deus ex machina che decide anche cosa dar loro a mangiare e quando, nascosto al di là del calapranzi. Quando quest’uomo interrompe i rifornimenti, i conflitti tra i fratelli si acuiscono, l’aggressività aumenta, le ritorsioni si infittiscono. Così, inesorabilmente, le loro paure iniziano a dominare la scena. E le risposte non arriveranno mai: proprio come accade spesso nella vita di tutti i giorni.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Spazio Tertulliano

Via Tertulliano, 68 – Milano

Il Calapranzi
di Harold Pinter
regia di Antonio Mingarelli
con Alberto Onofrietti e Fabrizio Martorelli