Quell’Italia intollerante che vi scorre nelle vene

Bravissimi gli interpreti, bello il testo, scottante, ancora oggi, il tema: Il caso Braibanti, al Franco Parenti di Milano punta il dito contro la persecuzione degli omosessuali.

A raccontarlo ora sembra incredibile. Soprattutto vecchio. Invece ha solo 50 anni. È il vergognoso processo ai danni di Aldo Braibanti, intellettuale omosessuale, uomo di straordinaria lucidità e cultura, condannato a nove anni per un reato fascista, il plagio, considerato vecchio già negli anni Trenta. E guarda caso mai applicato sotto il fascismo. E, ovviamente, mai richiamato per condannare preti pedofili o ideologhi di morte. Sembra una storia incredibile e invece avvenne nel giugno 1968 e se lo ricordino tutti coloro che, nella nostalgia della gioventù, credono che prima si stava meglio e che questi sono tempi cupi.

Potranno tornare a esserlo. Possono sempre tornare a esserlo. Ma l’Italia bigotta, codina e così conservatrice da assomigliare molto a quella fascista contro cui si scatenarono i giovani nel 1968, era davvero brutta. Brutta, ipocrita, immersa in un cattolicesimo che tutto prevedeva, in barba al Vaticano II, salvo l’amore. Come quello fra Aldo Braibanti e Giovanni Sanfratello, un ragazzo in fuga da una famiglia autoritaria. I due andarono a vivere insieme a Roma e apriti cielo. Il padre rapì il figlio, con altri parenti, lo chiuse in manicomio, dove fu sottoposto a una serie infinita di elettroshock, e denunciò il maestro, il mite, illuminato Braibanti.

Sembrava che non dovesse esserci il processo e invece arrivò. Sembrava che non dovesse esserci una condanna e invece arrivò, furiosa: nove anni, poco meno di quanto comminato a coloro che provocarono la strage del Vajont. La rabbia degli intellettuali, da Elsa Morante a Umberto Eco, non servì a nulla, se non che l’Italia andava a due velocità. Tutto questo racconta il testo, bellissimo e composto di Massimiliano Palmese, in scena al Teatro Franco Parenti con il titolo de Il Caso Braibanti. Recitato ottimamente e in modo del tutto naturale da Fabio Bussotti e Mauro Conte, con la sobria ed elegante regia di Giuseppe Marini. Bravo anche il sassofonista e compositore Mauro Verrone. Andrebbe fatto vedere ai ragazzi. Andrebbe fatto vedere a chi non ricorda come eravamo. Andrebbe fatto vedere. Per non tornare indietro.

Lo spettacolo è in scena
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo 14 – Milano
fino al 18 novembre 2018

Il Caso Braibanti
testo di Massimiliano Palmese
regia di Giuseppe Marini
con Fabio Bussotti e Mauro Conte
musiche dal vivo di Mauro Verrone
produzione Diaghilev
(durata: un’ora e 5 minuti)