teatro-stabile-torinoAprono la rassegna Il Cielo su Torino presso il Teatro Gobetti, due classici immortali della cultura occidentale: Gli Atridi e I giganti della montagna.

A dare il via alla rassegna teatrale Il Cielo su Torino è stata la genealogia degli Atridi, un classico del teatro tragico greco. Il mito narra del susseguirsi di dolori che investono la famiglia di Agamennone, costretto a sacrificare la figlia Ifigenia per assicurarsi il volere degli dei nella guerra di Troia, per questo poi, a sua volta, giustiziato dalla moglie Clitemnestra.
Il filo che tiene insieme il racconto tragico è l’amore: un amore che non basta e si dimostra spesso insufficiente nella vita. La scelta della Piccola Compagnia della Magnolia, di origini piemontesi, è stata quella di porre l’accento sulle figure femminili come portatrici di amore passionevole e smisurato verso gli uomini della loro stirpe. Un amore cieco, che non tiene in vita, ma uccide perché richiede continuo sacrificio fisico e morale.
Sul palco nudo ed essenziale, solo parole e sentimento, a riecheggiare forte il dolore di Elettra, incapace di combattere l’odio e il dolore derivati dalla duplice perdita di padre e di un fratello. Sentimenti che le rendono insopportabile la visione di Egisto, amante di Clitemnestra. Unico elemento a tenerla in vita e a darle la forza è un pathos profondo e sincero, che valica le distanze fisiche, trascendendo il reale, per farsi astratto e puro, oltre le coordinate spazio temporali.
Figura di particolare rilievo è la nutrice, i cui monologhi riportano alla mente il testo classico di matrice eschilea, l’Orestea. La vecchia domestica si dimostra l’unica chiaroveggente in grado di conoscere il valore reale e il portato concreto delle azioni rappresentate e, proprio per questo, non in grado di trattenersi dal soffrire per la disgrazia occulta e violenta che investirà le sorti dei suoi signori.
Il racconto fluisce come un balletto sulle note di una vita famigliare dalle tinte fosche, che ci mostra come l’amore inappagato e l’odio e il rancore inespressi possano trasformare la vita quotidiana in una rincorsa alla distruzione reciproca. La catarsi finale, rappresentata dall’uccisione di Clitmnestra ed Egisto, appare come l’unica via percorribile per raggiungere la meta di un equilibrio rinnovato.

I giganti della montagna, invece, presentano un discorso sul valore del reale e della rappresentazione scenica. Difficile distinguere nel fluire della vita dei personaggi quale sia il momento in cui la realtà cede il posto alla scena. Un susseguirsi di cambiamenti di prospettiva, di maschere e smascheramenti si pone all’attenzione del pubblico, che è chiamato a divincolarsi in questa trama arrovellata.
La scena è un tripudio di colori, immagini e suoni. La tecnologia si fa supporto importante nella narrazione, che è costantemente accompagnata da uno schermo trasparente, ma visibile, che proietta allo spettatore immagini suggestive. L’accompagnamento delle rappresentazioni visuali alle voci narranti, allora, permette al pubblico di staccare gli occhi dal confine della scena e immergersi in prima persona e con la propria emotività nelle pieghe più intime dell’oggetto del narrato.
L’uso dello schermo velato, inoltre, suggerisce un chiaro richiamo al velo di Maya di schopenhaueriana memoria, a una realtà celebrata come illusione ottica, che cela in sé una moltitudine di significati che, presto o tardi, saremo chiamati ad accogliere.
Lo spettacolo si chiude con un punto di domanda per lo spettatore, sollecitato a ripensare a quale sia il valore che ogni singolo attore, ogni singola azione hanno incarnato sulla scena.
La risposta si cela nella frase che ciascuno dei personaggi continua a ripetere per l’intero spazio della narrazione: «Di Tutto e di niente».

Gli spettacoli sono andati in scena
Teatro Gobetti

Via Gioacchino Rossini, 8, 10124 Torino

Gli Atridi
regia Giorgia Cerruti
con Davide Giglio, Giorgia Coco, Ksenija Martinovic, Camilla Sandri, Matteo Rocchi
costumi Gaia Paciello – Atelier Pcm
scene Gaia Paciello, Riccardo Polignieri
luci Riccardo Polignieri
audio-suoni Carlo Girardi

I Giganti della Montagna
regia Michele Guaraldo
con Maria Augusta Balla, Cecilia Bozzolini, Luca Busnengo, Chiara D’Anna, Francesco Gargiulo, Paola Raho, Valentina Volpatto, Stefano Giorgi (videopitture dal vivo)
maschere Franco Leita
scene Laboratorio OpS
luci Davide Bertorello
costumi Deborah Gambino, Cristina Voglione