Trionfo d’arte e d’amore

Recensione Il Corsaro. Al Teatro dell’Opera di Roma è andata in scena una superba versione de Il Corsaro, coreografata da José Carlos Martínez dalla Compañía Nacional de Danza di Spagna e diretta da Alexei Baklan dall’Opera Nazionale dell’Ucraina.

Ripresa con un nuovo cast dopo la chiusura del marzo 2020, rispetto alle celeberrime versioni di Pyotr Gusev e di Konstantin Sergeyev, José Carlos Martínez essenzializza la drammaturgia, opera dei sottili cambiamenti nella trama e nell’organizzazione degli atti, ma conserva intonso il patriomonio virtuosistico di uno dei balletti più iconici del repertorio classico. Come dichiarato dallo stesso Martínez e da Eleonora Abbagnato, il risultato è un «titolo classico ma molto “danzante”» connotato da una sontuosa chiarezza narrativa grazie alla «maggiore fluidità» e all’interpretazione «più dinamica» della componente tersicorea.

Tratto dall’omonimo romanzo di Byron che, tra gli altri, aveva già ispirato Giuseppe Verdi, Il Corsaro fu un punto di riferimento imprescindibile per la poetica romantica e narra vicende dei primi anni del secolo XIX in un’isola dell’Egeo. Si tratta dell’epopea di Conrad che sottrae la meravigliosa schiava Medora al volubile pascià Seid, sconfigge Lankedem (il mercante di schiavi) e l’ex amico Birbanto per infine, insieme alla propria amata, sopravvivere al naufragio del suo fedele equipaggio.

Appassionato e travolgente nell’emotività, brillante e ritmicamente “sostenuto”, vivace e inquieto nelle dinamiche, ma anche ardente e combattivo, Il Corsaro è infatti un autentico gioiello di passioni romantiche, una danza capace di tenere con il fiato sospeso e di sorprendere con il suo doppio finale, il primo che è solo apparente e segue il festoso clima dì liberazione di Medora e di vittoria sui turchi (l’affondamento del veliero restituito con una semplice ma efficace proiezione video), e quello vero che rappresenta l’ideale dell’amore che supera ogni avversità.

Modificato a seconda dei gusti del tempo dai numerosi coreografi che lo hanno inscenato, il balletto si “agita” dunque in un vortice di emozioni contrapposte e questa altalenanza si riflette in movimenti e passi di estrema difficoltà e appariscenza, ma Il Corsaro di Martínez ha il grande privilegio di contare sulle straordinarie risorse del Teatro dell’Opera, dall’orchestra all’Étoiles, dai Primi Ballerini e dai Solisti fino al Corpo di Ballo, tutti impeccabili nell’eseguirne e interpretarne ogni sfumatura sentimentale con assoluta padronanza tecnica.

Pulite e tecnicamente strepitose le protagoniste femminili, le straordinarie Alessandra Amato e Susanna Salvi, così come capace di non sfigurare al loro cospetto sono stati quelli maschili, in particolare un Alessio Rezza nominato Étoile al termine della rappresentazione da un emozionato Francesco Giambrone. Nell’elegante scenografia di Zito, che ha curato anche gli splendidi costumi, dopo aver messo alla prova danzatori e danzatrici in un balletto complesso e virtuosistico, il coreografo spagnolo non si è risparmiato operando scelte significative, come l’eliminazione dell’inessenziale parte di Alì, la reintroduzione del classico Pas de deaux/Pas d’esclave, la riduzione delle pantomime e la conservazione dei pezzi di bravura, a volte adattati al racconto in maniera tale da non allentarne la tensione (per esempio il Pas de trois des odalisques e il Jardin animé, con il primo privato delle tre variazioni e il secondo realizzato come il sogno del pascià).

Sul podio, incalzante e precisa, travolgente e delicata, dunque sempre in linea con la partitura scenica, la direzione di Alexei Baklan per uno spettacolo di meravigliosa e struggente efficacia, complice la felicissima scelta di aver voluto rendere la narrazione più semplice e chiara, enfatizzando la storia di Medora e Conrad e mantenendo le destrezze dei passi canonici.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro dell’Opera/Teatro Costanzi

Piazza Beniamino Gigli, Roma

Il Corsaro
musiche Adolphe-Charles Adam, Cesare Pugni, Léo Delibes, Riccardo Drigo
balletto in Due Atti
libretto di Vernoy De Saint Georges e Joseph Mazilier dal Poema The Corsair di George G. Byron
direttore Alexei Baklan
coreografia José Carlos Martínez
scene e costumi Francesco Zito
luci Vinicio Cheli
Personaggi e Interpreti
Medora, Susanna Salvi
Conrad, Alessio Rezza
Gulnara, Alessandra Amato
Lankedem, Mattia Tortora
Orchestra, Étoiles, Primi Ballerini, Solisti e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma
allestimento Teatro dell’Opera di Roma
durata 110′