Dove andare?

A Fuori Luogo continua il breve focus dedicato alla Compagnia Esecutivi per lo Spettacolo con Il Custode di Harold Pinter, regia di Francesco Pennacchia.

Attore che da anni collabora con Claudio Morganti, Pennacchia ne condivide l’impostazione del lavoro attoriale incentrato sull’ascolto, sulla ricerca del ritmo e sulla musica.
Dopo aver visto solo due giorni prima Freier Klang di Morganti, concerto d’improvvisazione di musica aleatoria (con lo stesso Pennacchia in scena, insieme a Gianluca Stetur – che torna nel Custode – e Sergio Licatalosi), si prova una grande curiosità: quella di vedere un testo autorale, inteso in senso stretto, messo in scena secondo gli stessi principi.
Durante l’incontro post spettacolo, Pennacchia racconta la genesi di questo lavoro e il metodo adottato. Esso nasce nel 2009 da un suo forte desiderio di affrontare il testo pinteriano, in qualità di attore. Spinto da tale necessità, racconta, non ha atteso che la parte gli fosse proposta da un regista, ma ha agito autonomamente, occupandosi in prima persona della regia. In scena, oltre a lui, incontriamo Gianluca Stetur, suo compagno in diversi lavori, e Gianluca Balducci, rispettivamente nel ruolo dell’ospite e del fratello, proprietario di casa. Fondato sempre sull’ascolto, sulla ricerca del ritmo e di una composizione musicale della parola e dei gesti, questo Custode si propone di abitare quella zona grigia di improvvisazione che contraddistingue ed è connaturata al teatro.

Per questo, anche la costruzione di certe situazioni, ricorda sempre Pennacchia, è incentrata su una certa musicalità e differenza di tono, carattere molto evidente in particolare nella parte iniziale in cui a uno Stetur tutto colore e naturalezza si affianca un Pennacchia monotono, incolore e surreale (una specie di Lurch di questa Famiglia Addams, che dice sì, no, e non troppe altre cose).
Dopo aver visto in azione, in altri spettacoli, la coppia Stetur/Pennacchia (La Vita ha un dente d’oro, Freier Klang) e aver, quindi, assistito al tipo di lavoro sul ritmo, l’ascolto e l’improvvisazione che svolgono in scena, alcuni momenti di interazione fra i due attori sembrano emergere in modo palpabile, soprattutto all’inizio (in una dinamica che ricorda il loro rapporto in La vita ha un dente d’oro). Se si considera il testo come una superficie piana che scorre sull’asse del tempo, tali momenti risultano scollati come bolle d’aria, e si distinguono da quelli in cui, al contrario, l’agire degli attori si posa nel flusso della rappresentazione senza lasciare troppa traccia di sé.
Rispetto ad alcune scelte di realizzazione, invece, si sente un poco la mancanza di uno sguardo più strettamente registico, di un occhio esterno che elimini ciò che non è necessario o che fatica a integrarsi col resto della messinscena (ad esempio, la gestione della consolle in scena, l’accensione e lo spegnimento delle luci).
Gli attori, sempre bravissimi, regalano momenti di grande intensità, soprattutto nell’ottica dell’ascolto, della relazione e del ritmo, scolpendo blocchi di energia in modi che restano impressi nella memoria.
E, tornando a quanto già detto per Freier Klang, continuano a dare prova di un modo di relazionarsi alla situazione non egocentrico, e tutto al servizio della scena.

Lo spettacolo è andato in scena nell’ambito di Fuori Luogo:
Centro Giovanile Dialma Ruggiero
via Monteverdi, 117 – La Spezia (SP)
sabato 26 novembre, ore 21.15

Esecutivi per lo spettacolo/Compagnia degli Scarti presentano:
Il Custode
di Harold Pinter
con Francesco Pennacchia, Gianluca Stetur e Gianluca Balducci
regia Francesco Pennacchia
scene Alessandro Ratti
si ringrazia Claudio Morganti