Volere volare

Dopo quattordici anni Beno Mazzone rimette in scena il testo della quebecchese Marie Laberge con gli stessi interpreti del primo allestimento.

Nell’ambito del progetto nazionale Face à face 2012 – Parole di Francia per le Scene d’Italia, Beno Mazzone, fondatore del Teatro Libero Palermo – Stabile d’Innovazione della Sicilia, riporta in scena un suo spettacolo del 1998, Il falco di Marie Laberge, drammaturga e regista quebecchese. La scelta di questo testo scritto nel 1991 conferma la predilezione di Mazzone per «utilizzare le scritture drammaturgiche contemporanee, esplorando diversi territori linguistici e incrociando scrittori poco conosciuti o addirittura ancora da scoprire», sempre focalizzandosi su un unico tema ricorrente: l’uomo e la sua libertà. In quest’opera incarnazione del concetto di libertà è il falco, piccolo rapace in cui si identifica il diciassettenne protagonista della pièce, Steve, rinchiuso in attesa del processo per l’omicidio del patrigno, di cui è sospettato. Di fronte all’alto compatto invalicabile muro grigio che indica la sua prigionia e sottolinea la sua frustrazione di non poter volare oltre, si alternano i dialoghi del ragazzo con l’assistente sociale, una matura ex suora, e con il padre naturale che l’ha abbandonato quando aveva cinque anni, in un montaggio veloce e ritmato di flash con una tecnica quasi cinematografica, dove i quadri si susseguono scanditi da momenti di buio, affinchè, nonostante la scena nuda resti sempre la stessa, siano percepibili lo scorrere del tempo, le variazioni dei rapporti e l’evoluzione psicologica dei personaggi.
Personaggi che via via si scoprono essere in ruoli ribaltati rispetto alla previsione iniziale: l’adolescente non è proiettato sul suo futuro, ma scava continuamente nel passato degli altri; l’imprigionato non è quello che deve essere salvato, ma colui che salva; l’assistente sociale non fornisce alcun supporto psicologico, ma analizza se stessa; l’ex suora non parla di Dio, ma di una Natura che si governa da sé; il padre non insegna nulla al figlio, ma impara da lui; l’uomo dimostra di essere un immaturo davanti alla saggezza del ragazzo. Il falco è uno spettacolo di parola, dove l’immagine assume concretezza solo attraverso le descrizioni che fanno i personaggi (tranne il semplice schizzo fatto da Steve con il gesso) e dove l’emozione cresce fra battute e silenzi: purtroppo a volte abusando delle metafore naturali e a volte superando il confine del patetismo.

Lo spettacolo continua:
Teatro Belli
Piazza Sant’Apollonia, 11 – Roma
fino a sabato 19 maggio
orari: da martedì a sabato ore 21.00, domenica ore 17.30 (lunedì riposo)

Il Falco
di Marie Laberge
traduzione Maria Teresa Russo
regia Beno Mazzone
con Mirella Mazzeranghi, Massimiliano Lotti, Rosario Sparno
scena Raffaele Ajovalasit
costumi Lia Chiappara
luci Gianfranco Mancuso