Al Teatro Verga va in scena un testo filosofico-religioso della tradizione russa, tratto da I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij.


Il teatro Verga presta i suoi spazi alla Primavera di Cultura 2010, manifestazione ideata da Monsignor Giovanni Balconi, che prevede la messa in scena di 53 spettacoli in tutta la Lombardia.

Il grande inquisitore rientra in questa iniziativa, e Dostoevskij rivive sul palco del teatro milanese grazie alla performance di due attori, una chitarra e nulla più. Il focus dello spettacolo, del resto, si concentra sulle parole cariche di significati – a volte chiari a volte da interpretare. Il pubblico è posto di fronte a un testo molto impegnativo, del quale diventa protagonista sia durante che dopo la messa in scena perché le domande e i pensieri sollecitati lo accompagnano anche dopo la fine dello spettacolo.

Il regista, Alessandro Pazzi, prende volontariamente le distanze dall’originale, spostando l’azione sia a livello temporale che territorialmente. Assistiamo così a un dramma che non ha né tempo né luogo propri, le domande che nascono sono domande che accompagnano l’umanità da sempre e che non troveranno mai risposte.

«Tre cose sono importanti: il mistero, il miracolo e la libertà e tu hai rifiutato tutte e tre», questa è l’accusa che muove il Grande Inquisitore nei confronti di Gesù.

Quest’ultimo, tornato tra noi e vestito in bianco, risponde alle accuse con un semplice suono di chitarra. Mai una parola, solo la musica. Lo spettacolo ha la forma di un monologo: rabbia e paura urlate in faccia a chi ha giocato con la nostra libertà. «Si impossessa della libertà dell’uomo solo colui che seduce la sua coscienza. Dagli il pane e lui si genufletterà davanti a te». Libertà: questo è il concetto attorno al quale ruota tutto lo spettacolo. La parola viene scomposta, vomitata, urlata, analizzata sotto ogni punto di vista. Anche quando ci si aspetta la replica da parte di Gesù, questi si alza e risponde al Grande Inquisitore con un bacio. Gesto vissuto come una pugnalata tanto che Cristo è esortato ad andrsene e non tornare mai più. È la libertà lo scopo dell’educazione?, si chiede anche Monsignor Balconi. Libertà da non confondere però con libero arbitrio, ma da vivere come una scelta chiara, razionale e coerente con il bene supremo.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Verga
via Verga, 5 – Milano

Il grande Inquisitore
da I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij
regia Alessandro Pazzi
con Alessandro Pazzi, Paolo Marchiori