Un eclettico ed interdisciplinare Bulgakov

Ad aprire gli spettacoli del focus La parola che danza al Teatro della Tosse, va in scena la prima nazionale de Il Maestro e Margherita, produzione del Teatro della Tosse e della compagnia Balletto Civile per la regia di Emanuele Conte e Michela Lucenti. In programma fino all’11 febbraio e a seguire Bad Lambs, dal 13 al 15 febbraio e Nell’Aere/Inferno #5, il 17 e 18 febbraio, entrambi firmati da Balletto Civile.

Un viaggio eclettico tra recitazione, musica, danza e colori, questo lo spettacolo a cui Persinsala ha preso parte.
Nella fredda Russia post rivoluzionaria in cui a far da padrona è la totale negazione di tutto, un drammaturgo, il ‘Maestro’, vuole ritrovare la verità perduta attraverso la messinscena del suo dramma su Ponzio Pilato ed il Messia.
Ad immergere gli spettatori in questo clima, immediatamente dopo il prologo in video che riassume l’opera del Maestro, un uomo alto, con il pizzetto di nero vestito e al microfono in panciotto come un cabarettista da avanspettacolo, abbatte la quarta parete. «Quanto a me, io sono parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente compie il bene», così si presentano al pubblico, accompagnati dal pianoforte suonato da Behemot (Gianluca Pezzino), Woland (Maurizio Camilli) e il fido assistente, Azazello (Stefano Pettenella); la quarta parete è rotta e il sipario divide il palco attraverso un sipario trasparente.

Osservando i protagonisti nella parte anteriore, apprendiamo che la pièce del Maestro è stato un fallimento ancor prima di andare in scena, la critica è insistente e Rimskij (Pietro Fabbri), direttore finanziario del teatro, annulla tutte le alzate di sipario successive in forte imbarazzo. Ecco dunque che nell’avvilimento totale, unico faro e luce per l’incompreso Maestro, la donna amata, la bella e dolce Margherita (Michela Lucenti).
Il fallimento ancor prima della rappresentazione, concomitanze di eventi e incontri conducono il Maestro a una clinica psichiatrica il cui primario altri non è che il Diavolo, Woland.
Ha da qui avvio la lineare sebbene onirica trama: il Maestro scompare, Margherita vende la sua anima al diavolo per poter rivedere l’amato e affinché il signore delle tenebre garantisca all’artista la pace eterna dopo aver portato a termine il dramma incompiuto a causa delle stroncature.
La satura lanx è pronta e a condire e a rendere gustoso il piatto un connubio di ingredienti: ballo, canto e recitazione, il tutto legato da attento uso di luci e precisi costumi di scena.
A partire dalla clinica psichiatrica, i pazienti si rivolgono al pubblico sotto la direzione del loro medico/diavolo; muovono accuse al consumismo e all’ipocrisia degli astanti in un incredibile, pur cabarettistico, momento musicale. Luci e balli si mischiano in modo equilibrato sebbene forse esagerato. A portare sui binari la scena, l’intervento di Margherita: in accordo con il diavolo si spoglia, si unge con una crema e si prepara al viaggio su scopa attraverso i bigi e freddi cieli sovietici. Recitando il testo del nazionalpopolare brano Volare, la prima ballerina si avvia a un sensuale e ben interpretato viaggio sino a giungere all’inferno sito in una stanza. Un viaggio onirico ricreato dalle luci e dall’accompagnamento del piano.
Ed ecco al desco con Woland portare le sue richieste e, dopo un rito di purificazione, bere il sangue per poter realizzare il desiderio più profondo di pace per l’amato. È qui, dunque, che l’atmosfera infernale, resa da un orgiastico ballo, vede strisciare e denudarsi il corpo di ballo (un totale complessivo di 12 elementi) tra luci e fiamme.
Quindi la pace e la conseguente conclusione del dramma su Pilato. La conclusione delle sofferenze del Maestro, quindi, la morte. E ciò che il diavolo premetteva si realizza: eternamente volendo il male, riesce a compiere il bene. Si compie il suo bene? Anche: la conclusione del dramma accende la luce su una verità, l’esistenza di Cristo, che implica la presenza dell’anticristo, Woland che, dunque, è sopravvissuto.
L’onirica e complessa trama del romanzo russo, che nel testo si svolge su due binari paralleli, qui si compie pressoché in sovrapposizione e con circolarità: prima il riassunto del dramma, la storia del Maestro e Margherita, quindi il completamento del dramma su Ponzio Pilato.
Uno spettacolo che nel complesso soddisfa le aspettative del pubblico di assistere a un godibile e disengage dramma che comprime la notevole complessità del testo originale; a emergere è principalmente l’elemento del sogno e del viaggio infernale che portandosi sul proscenio abbandono alle spalle gli altri elementi interpretativi.
Applausi per le capacità degli artisti, veri attori a 360 gradi: cantanti, ballerini ed attori.
Complimenti alla regia e al cast tutto che sembra conoscere il palco e i movimenti senza lasciare nulla al caso e senza mai rallentare il ritmo della narrazione.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro della Tosse

Piazza Renato Negri, Genova
Dal 2 febbraio all’11 febbraio
Il 2, 3, 6, 7, 9,10 febbraio ore 20.30
Il 4 febbraio ore 19.00
Il 7 febbraio ore 19.30
L’11 febbraio ore 18.30

Il Maestro e Margherita
regia di Emanuele Conte e Michela Lucenti
testo di Emanuele Conte ed Elisa D’Andrea
liberamente ispirato al romanzo di Michail Bulgakov
coreografie Michela Lucenti
assistenti alla regia Alessio Aronne e Ambra Chiarello
impianto scenico Emanuele Conte
animazioni video Paolo Bonfiglio
costumi Chiara Defant
luci Andrea Torazza
direttore di scena Roberto D’Aversa
elettricista Matteo Selis
macchinista Fabrizio Camba
attrezzista Renza Tarantino
costruzioni Carlo Garrone
assistente ai costumi Daniela De Blasio
sarta Anna Romano
musiche Tiziano Scali e FiloQ
pianoforte e musiche originali Gianluca Pezzino
con
Andreapietro Anselmi – il Maestro
Maurizio Camilli – Voland
Pietro Fabbri – Rimskij
Michela Lucenti – Margherita
Stefano Pettenella – Azazello
Gianluca Pezzino – Behemot
Emanuela Serra – Hella La Strega
Natalia Vallebona, Marianna Moccia, Alessandro Pallecchi, Fabio Bergaglio, Paolo Rosini – pazienti/diavoli/ballerini

produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse e Balletto Civile
Durata 90 min. ca.