Viaggio interstellare

Di pianeta in pianeta giunge al Teatro Vascello di Roma la storia de Il Piccolo Principe, riletta e interpretata da Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco.

Tutti noi abbiamo almeno sentito parlare della mitica storia di un ometto, giunto sulla Terra da qualche parte ignota dello spazio, che incontra nel deserto un aviatore e il suo aereo incidentato.
Il Piccolo Principe è il capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry pubblicato nel 1943 che generalmente viene classificato come libro per bambini ma che, in realtà, nasconde dietro quello che è una sorta di viaggio iniziatico del piccolo protagonista, un messaggio universale, una metafora di vita, un’educazione sentimentale in forma tanto poetica quanto elementare, adatta a qualsiasi età. È uno di quei libri che ad ogni rilettura regala un significato e una sfumatura nuovi.
Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco ne hanno tratto uno spettacolo teatrale sotto forma di reading che ha attirato un pubblico di piccoli e grandi spettatori, tutti egualmente incantati dalla magia intrinseca del racconto e dalla bravura dei due attori.
Un allestimento molto semplice, composto da un’altalena dalla quale il Piccolo Principe racconta le sue avventure, e da una serie di strumenti suonati da Rodolfo Rossi che fanno da colonna sonora imitando ora il rumore dei passi sulla sabbia, ora il suono del sonaglio del serpente. Tutto il resto è affidato all’immaginazione.
Insieme agli attori ripercorriamo la straordinarietà dell’incontro tra l’aviatore e il piccolo ometto dai capelli del colore del grano. C’è tutto: il boa che ha ingoiato un elefante, la pecora con la sua casetta, la volpe che si fa addomesticare, il fiore con le sue spine e il viaggio compiuto dal Piccolo Principe attraverso i tanti pianeti. E in questo viaggio – in cui Gifuni è bravissimo a caratterizzare ognuno degli abitanti, in particolare il geografo – sono rappresentati tutti i difetti degli adulti, che presi dalle “cose serie” si sono in realtà persi in un bicchiere d’acqua, dimenticando ciò che è importante, occupandosi di niente altro al di fuori di loro stessi. L’unico che colpisce positivamente il piccolo ometto è l’uomo del lampione, che porta avanti diligentemente la consegna che gli è stata data: lui, almeno, si occupa di altro che non sia se stesso.
Antoine de Saint-Exupéry, con la sua fervida immaginazione e con quella purezza disarmante che è nei bambini, è stato capace di racchiudere in un fiore con le sue spine e in una pecora tutto l’universo. Il Piccolo Principe è disciplina, perché bisogna far sapere ai bambini della Terra che i baobab sono pericolosi, perché se non si pulisce ogni mattina il proprio pianeta i baobab crescono e con le loro grandi radici possono distruggerlo; è un insegnamento sulla straordinarietà di ognuno di noi, perché un fiore, nel momento in cui lo si cura, non è più soltanto un fiore, ma diventa Il Fiore; è un’educazione sentimentale, perché solo “addomesticandosi” l’un l’altro si creano legami, solo quando la volpe rivedrà nel colore del grano l’oro dei capelli del Piccolo Principe avrà guadagnato un vero tesoro.
È strano come a volte essere adulti significhi dimenticare delle cose più semplici ma più importanti, perché come dice la volpe «l’essenziale è invisibile agli occhi, non si vede bene che col cuore». Forse varrà la pena di ascoltarlo un po’ di più, questo quasi sconosciuto chiamato “cuore”?

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Vascello
via Giacinto Carini, 78 – Roma
fino a domenica 10 febbraio
orari: da lunedì a sabato ore 21.00, domenica ore 18.00

Teatro Franco Parenti presenta
Il Piccolo Principe
da Antoine de Saint-Exupéry
di Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco
con Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco
suoni di scena Rodolfo Rossi
disegno luci Cesare Accetta
datore luci Domenico Ferrari
fonico Matteo Simonetta