Un grande cuore di legno

teatri-pistoiaPer la prima volta sul palcoscenico del Teatro Manzoni di Pistoia, la Compagnia Carlo Colla & Figli porta Il pifferaio magico – conquistando tutti, adulti e bambini.

Marionette uguale bambini: equazione semplice e tipicamente italiana. Non solo. Marionette uguale bambini sta a due pupazzi e una festa di compleanno. Questa è l’equazione rivista e corretta, che riflette ciò che si pensa quando si sente parlare di marionette.

Bene. Meglio ricominciare, allora, perché nel lavoro della Compagnia Carlo Colla & Figli (attiva da quasi tre secoli) c’è così tanto teatro e tanta tradizione che è meglio fermarsi un attimo per rifletterci sopra e godersela con cognizione di causa.

Basti pensare all’aneddoto riportato da Eugenio Monti Colla, direttore artistico della Compagnia e regista di questo Pifferaio Magico, che racconta di aver scoperto che Luchino Visconti assisteva ai loro spettacoli, a Milano, ammonendo i suoi assistenti di prestare attenzione e di imparare bene che cosa fosse il teatro.

Le marionette, quindi, nel caso dei Colla significano tradizione; conoscenze artigianali; creatività; impegno; e soprattutto lavoro, lavoro, lavoro.

Il loro repertorio comprende fiabe; ma anche commedie; testi di prosa; balletti; e perfino opere liriche. Il tutto realizzato secondo una tradizione ormai consolidata e altrove quasi introvabile, di cui i Colla sono custodi e testimoni grazie a una serie di spettacoli che girano il mondo, riscuotendo sempre grande successo.

Sabato scorso, al Teatro Manzoni di Pistoia, noi abbiamo assistito al Pifferaio Magico, in un adattamento realizzato da Eugenio Monti Colla, la cui trama presenta alcune modifiche sul piano drammaturgico rispetto alla fiaba dei fratelli Grimm – con personaggi nuovi e un happy ending forse troppo buonista, con miracolo incluso.

Nella forma, lo spettacolo è una sorta di musical (che, non a caso, debutterà in versione inglese, a maggio dell’anno prossimo, a Broadway), dove le musiche, realizzate a quattro mani da Giuseppe Azzarelli e Danilo Lorenzini, contribuiscono a ricreare un’ atmosfera magica.

E la magia comincia subito perché, come in un gioco di scatole cinesi, il sipario – nell’aprirsi – svela un altro arcoscenico, inserito dentro il primo, più piccolo ma identico, e poi un secondo sipario che, a sua volta, si apre su uno storico. Nel frattempo, le prime note immergono lo spettatore da subito nella giusta atmosfera.

Segue una sfilata per festeggiare la vendemmia del ricco borgo di Hamelin, e si chiarisce che cosa andremo a vedere: le marionette invadono la scena in parata, con carri e animali, mentre la cittadina fa mostra di sé grazie al sistema di quinte che ricreano realisticamente l’ambientazione.

A questo punto è importante ricordare che non si tratta solo del racconto di una fiaba piacevole o di un solido spettacolo per bambini. Prima di tutto, per le marionette: i personaggi in scena sono circa una trentina, fra umani e animali, gatti, cani, buoi e, soprattutto, topi (trecento piccoli invasori). Confrontarsi con la marionetta è un’esperienza particolare e, in parte, perturbante, soprattutto per l’adulto. Esseri ambigui, vivi e morti allo stesso tempo, animati da una gestualità particolare, ma pronti a giacere immobili non appena i fili siano abbandonati. Non a caso, le marionette sono state anche oggetto di riflessione sul senso dell’attore (e dell’uomo) da una molteplicità di teorici e uomini di teatro – da Kleist a Craig.

Secondo, per l’impianto scenico e per il magnifico apparato, che emozionano principalmente per due motivi. Il primo è che offrono un assaggio delle meraviglie che, fin dal Rinascimento, ma soprattutto nel Barocco, hanno affascinato il pubblico, ossia le trovate e gli effetti speciali (intrinsecamente teatrali, meccanici), da un lato, e le scene, dall’altro – dove le serie di quinte, cieli e fondali dipinti in prospettiva forzata ricreano ambienti e paesaggi. Simili allo spettatore del Settecento che, durante il cambio di scena, aspettava con trepidazione le meraviglie che sarebbero venute dopo, abbiamo atteso anche noi – negli intervalli tra quadri – con curiosità e stupore.

Il secondo motivo è strettamente legato al contesto, ossia all’inserimento fisico di un teatro nel teatro; ed è, quindi, meta-teatrale. Il teatro delle marionette, infatti, si inserisce nella scatola scenica del Manzoni, che lo ospita: all’arcoscenico e all’arlecchino del secondo ne corrispondono altri due del primo. E lo stesso vale per il sipario, le americane e le quinte. Tutto si raddoppia, in un gioco di incastri e rimandi. Emozioni difficili da spiegare, ma che è una fortuna poter provare.

La complessità della struttura si svela solo alla fine, al momento degli applausi, quando si mostra il ponte dal quale i membri della Compagnia Colla tirano i fili delle marionette. Immobili, come le marionette sotto di loro, i marionettisti accolgono gli applausi, molti e calorosi, del pubblico pistoiese.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Manzoni
corso Gramsci, 127 – Pistoia
sabato 19 settembre, ore 21.00

Il pifferaio magico
fiaba in due tempi di Eugenio Monti Colla
regia Eugenio Monti Colla
musiche Danilo Lorenzini e Giuseppe Azzarelli
scene Franco Citterio
costumi Eugenio Monti Colla, realizzati dalla sartoria dell’Associazione Grupporiani
parrucche Carla Colla
luci Franco Citterio
direzione tecnica Tiziano Marcolegio
voci recitanti:
Loredana Alfieri, Marco Balbi, Roberto Carusi, Piero Corbella, Fabio Mazzari, Lisa Mazzotti, Gianni Quillico, Franco Sangermano e Giovanni Schiavolin
registrazione musicale LaRiS – Milano
soprano: Patrizia Roca
tenore: Andrea Thomas Gambetti
basso: Francesco Sorichetti
strumentisti del LaRiS Ensemble:
Erika Barba, flauto e ottavino
Paolo Sportelli, clarinetto
Daniele Moretto, tromba
Antonio Papetti, violoncello
Danilo Lorenzini, pianoforte
effetti speciali Paolo Sportelli e Giuseppe Azzarelli
assistente di studio Claudio Marra
direttore Giuseppe Azzarelli
supervisione Danilo Lorenzini
registrazioni effettuate presso lo studio Glance – Milano
tecnico del suono Rino Carbone
montaggio Giovanni Schiavolin
una produzione Associazione Grupporiani