La trappola dell’avanspettacolo

piccolorediromaAl Teatro Piccolo Re di Roma va in scena l’apprezzabile tentativo – anche se non del tutto riuscito – del gruppo teatrale I fatti apposta di riportare in auge il glorioso genere dell’avanspettacolo.

Il genere dell’avanspettacolo italiano si sviluppa dal varietà che, giunto in Italia verso la fine del Diciannovesimo secolo, si caratterizza per la commistione fra elementi del café-chantant francese e del più antico filone dello spettacolo popolare e napoletano in particolare. Nato come forma di spettacolo autonoma, finì col divenire un “semplice” intrattenimento che precedeva le proiezioni cinematografiche; un intrattenimento di natura composita fatto di gag, canzonette, numeri di illusionismo, balletti e siparietti divertenti. Le figure principali che lo animavano erano i comici e le cosiddette “macchiette” (i cui primi e più grandi interpreti furono Ettore Petrolini e Raffaele Viviani), oltre che le immancabili soubrette, termine che oggi viene usato erroneamente in senso dispregiativo per designare starlette che impropriamente calcano palcoscenici teatrali e televisivi improvvisandosi attrici/cantanti/ballerine, ma che all’epoca era perfettamente rappresentato da artiste del calibro di Delia Scala e, successivamente, Sandra Mondaini, le quali affiancavano i grandissimi Calenda, Totò, Macario, Rascel, padri fondatori dell’avanspettacolo made in Italy.
Oggigiorno questo filone artistico è andato perduto, sostituito da contenitori tematici come Zelig e Colorado Cafè e, in teatro, da spettacoli di natura comica che sono perlopiù dei one man/woman show.
In questa prospettiva il recupero effettuato da I Fatti Apposta è sicuramente apprezzabile: i tre componenti del gruppo – Sandro Felice Leo, Roberta Giancristofaro e Salvatore Mazza – musicalmente accompagnati da sax, clarino e chitarra suonati dal vivo, si cimentano in gag tra moglie e marito, sketch tra comico e spalla, reinterpretazioni di famosi brani tratti da musical come Chorus Line o Chicago, esibizioni di tip-tap, in una miscellanea di quadri di comicità classica.
È forse proprio questo “classicismo” comico che, purtroppo, costituisce il punto debole del progetto: Il più grande spettacolo dopo il big bang – la cui citazione rimanda all’omonimo brano di Lorenzo Jovanotti, anche se non ne è chiaro il collegamento – si presenta come “un genere di comicità mai visto prima”, in realtà il modulo è appunto tratto dall’avanspettacolo e i contenuti si richiamano a gag e sketch già visti fin troppe volte.
Nonostante ciò la verve comica e la capacità artistica trascinano il pubblico, che gremisce l’intima sala del Piccolo Re di Roma, ed esprime il suo notevole gradimento con risate convinte e calorose.
Certi della buona intuizione del voler ri-attualizzare il genere del varietà, auspichiamo a questo gruppo nascente che all’intuizione segua poi un’attuazione capace di rinnovarsi e non banalizzarsi mai nei contenuti.

fattiapposta

Lo spettacolo continua:
Teatro Piccolo Re di Roma
via Trebula, 5 – Roma
fino a domenica 1 dicembre e in replica sabato 14 dicembre
orari: venerdì e sabato ore 21.00, domenica ore 17.30

I Fatti Apposta presentano
Il più grande spettacolo dopo il big bang
regia Felice Sandro Leo
con Felice Sandro Leo, Roberta Giancristofaro, Salvatore Mazza
musiche Marco Severa
luci e suoni Claudio Olivieri
costumi Piera Vicari
assistente Marisa Chiozzini