Ali pesanti

Al Romaeuropa Festival spazio alla sperimentazione. Sul palco del Teatro Palladium un progetto complesso e avanguardistico.

Il Rimedio della Fortuna nasce da un’idea di Filippo Del Corno, musicista e compositore milanese. L’intento è nobile, rendere fruibile ai giorni nostri un testo medievale francese composto da Guillaume de Machaut, poeta e musicista. La Remède de Fortune costituisce la summa delle principali discipline artistiche di quel periodo, il 1342 e dintorni, mescolando liriche poetiche, partiture musicali polifoniche e immagini figurative. La storia è romantica. Un giovane poeta compone un canto dedicato alla sua innamorata e lo esegue in presenza di tutta la corte. La nobile fanciulla resta impressionata dall’esecuzione e chiede al giovane di rivelarle il nome dell’autore. Colto di sorpresa, il giovane non sa come rispondere, se rendere pubblico il proprio amore o mentire, e quindi fugge via. Si rifugia in un giardino incantato nel quale è confortato da Speranza, che lo incita a reagire e lo incoraggia a tornare indietro e a dichiarare i propri sentimenti. Il senso è chiaro: il rimedio alla fortuna, intesa come destino, è la speranza, che non è attesa, ossia sperare che la cattiva sorte si esaurisca, piuttosto la volontà di reagire, di mettersi in gioco. Attuale, specialmente in questo tempo di crisi. Ma come dice Karl Kraus, «artista è soltanto colui che sa fare della soluzione un enigma» così, nella versione rivisitata da Del Corno resta appena la traccia del testo francese. Anzi, sarebbe impossibile risalire al tema principale senza il prezioso opuscolo consegnato al pubblico in sala e firmato da Luca Del Fra, che entra perciò come parte integrante dell’allestimento. La rappresentazione avviene, infatti, su tre livelli. Da un lato, il commento musicale dell’ensemble Sentieri Selvaggi diretto da Carlo Boccadoro, al centro Fanny Ardant legge il testo tradotto in italiano moderno, sullo sfondo e all’altro lato del palco, i Masbedo si muovono come due vj occupandosi delle istallazioni video allestite in diretta e proiettate su uno schermo cinematografico. Il tutto in simultanea. L’impatto iniziale è all’insegna della confusione, nonostante sulla carta un progetto tanto ardito con artisti di fama mondiale abbia suscitato l’entusiasmo generale. Il disagio dipende dall’ermetismo delle varie esecuzioni (in barba alla fruizione) e dall’impossibilità di concentrarsi di volta in volta sull’una o sull’altra. Una musica di tale complessità esecutoria non può essere considerata di sottofondo e il canto lirico di Mirko Guadagnini (instancabile, per l’intero spettacolo) e Chiharu Kubo si perde nell’incomprensibilità delle parole. Fanny Ardant, meravigliosa incarnazione della Speranza dovrebbe disciplinare il ritmo, ma nemmeno lei sa che cosa vedrà proiettato in video e, per quanto affascinante e straordinaria, il forte accento francese, in questo caso, complica la comprensione e distrae. I Masbedo, le vere star della serata, sembrano divertirsi a creare all’impronta immagini evocative che non possono seguire il ritmo della musica e non sembrano allacciarsi in nessun modo al discorso generale. Un filo rosso intrecciato intorno a due mani di gesso, una maschile e una femminile, prende fuoco, un vestito da sposa sospeso come un quarto di manzo viene dilaniato da quelli che sembrano colpi di pistola, un teschio torna in vita, piatti sono rotti a colpi di mestolo, fotografie vintage colano sangue o sono sciupate da uno specillo odontoiatrico. Per carità, bellissime, suggestive ma ci si domanda quale direzione stiano prendendo e soprattutto, vederli lavorare in diretta suscita maggiore curiosità del risultato proiettato. Tutto sommato il risultato lascia perplessi, si intuisce la bontà delle premesse, ma è faticoso tenere il passo. «La fortuna con le sue carte truccate gioca a mettermi ali pesanti» canta il giovane protagonista, forse lo stesso capita a questo spettacolo che non decolla.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Palladium
piazza Bartolomeo Romano, 8 – Roma
sabato 29 e domenica 30 settembre, ore 20.30
(durata 1 ora circa senza intervallo)

Il Rimedio della Fortuna
da Le Remède de Fortune di Guillaume de Machaut
con Fanny Ardant, Mirko Guadagnino, Chiharu Kubo
musica Filippo Del Corno
parole Alex Cremonesi
video performance Masbedo
ensemble Sentieri Selvaggi
direzione Carlo Boccadoro
progetto realizzato dal Festival Milano Arte Musica con il sostegno di Snaporazverein

Il Romaeuropa Festival 2012 continua:
All That We Can Do
fino a domenica 25 novembre 2012
http://romaeuropa.net/