Cartoline dall’inferno

Premio dalla Critica come Miglior Testo Italiano, stagione 2007/08 e finalista Premio Ubu 2008 come migliore novità italiana, Il ritorno, di Sergio Pierattini, è in scena fino a domenica 3 aprile al teatro della Cooperativa di Milano.

Dopo “un lungo viaggio” in galera, durato dieci anni, una figlia torna a casa – nella provincia bergamasca. Quale situazione si troverà di fronte? Come saranno diventati i suoi familiari? E, soprattutto, la staranno aspettando?

Una scenografia essenziale accoglie gli spettatori: un pannello che funge da sfondo (le pareti della casa), tre sedie e una panchina. La ragazza arriva e scopre immediatamente la tragedia che ha sconvolto i suoi cari: sua madre non vuole accettare la realtà dei fatti, non parla di ciò che è accaduto alla figlia né vuole che se ne parli, il fratello si dimostra pieno di recriminazioni verso i familiari, il padre sembra impazzito.

A poco a poco la storia si snoda tra lacrime, nodi alla gola e rabbia – tanta rabbia che si è accumulata nel corso degli anni.

La figlia, infatti, ha ucciso il suo compagno, un extracomunitario che lavorava nella ditta del padre. Un momento di pura follia che le ha rovinato la vita, forse per sempre. Lo spettacolo non si sofferma a spiegare fino in fondo i motivi che hanno portato la ragazza a compiere quel gesto ma fa notare agli spettatori gli effetti devastanti che ha provocato sulla piccola comunità.

La madre, ossessiva e autoritaria, chiama ancora «gioia», la figlia, e intanto si sforza di tenere unita la famiglia cercando di darle, faticosamente, una nuova dignità. La donna convive con i sensi di colpa, odia se stessa e il marito, colpevole ai suoi occhi, di aver portato, una domenica, a pranzo l’uomo del quale la figlia si è innamorata. Mentre il padre, ex operaio e ora piccolo imprenditore (e sfruttatore di immigrati), sembra aver perso il senno: come un Amleto privato della grandezza tragica, trascorre la notte conversando con i propri fantasmi. E, ovviamente, non riesce più a lavorare come un tempo. L’unico ad aver raggiunto uno stato di apparente felicità sembra il fratello: ha una moglie (che la madre disprezza) e una figlia. Lui, considerato da sempre il meno dotato (non ha una laurea come la sorella), il meno intelligente, il ribelle della famiglia, è comunque costretto a lavorare nell’azienda paterna ed è consapevole che, da solo, non riuscirà mai a portarla avanti. Prima o poi dovrà chiedere aiuto alla sorella, situazione che lo fa sentire frustrato e insoddisfatto di sé e della propria vita.

L’incapacità di comunicare, le parole non dette, i silenzi e le grida non sempre trattenute, i rancori e le recriminazioni: tutto ciò condurrà all’inevitabile esplosione finale. Solo chi confesserà tutte le proprie colpe potrà alzarsi dalla sedia, che lo tiene inchiodato, e uscire finalmente di scena. Saranno capaci, i quattro protagonisti, di scavare dentro di sé e dare voce alla propria sofferenza per ritornare a vivere?

Lo spettacolo, con i suoi dialoghi serrati e un linguaggio che scava nell’intimità, coinvolge lo spettatore fino all’ultima battuta. Finale aperto, come la vita: la figlia prenderà una decisione che – fa intendere – non sarà quella definitiva.

Lo spettacolo continua:
Teatro delle Cooperativa
via Hermada, 8 – Milano
fino a domenica 3 aprile
orari: ore 20.45, domenica ore 16.00 (lunedì riposo)

Teatro della Cooperativa – Compagnia Veronica Cruciani presentano:
Il Ritorno
di Sergio Pierattini
progetto e regia Veronica Cruciani
con Milvia Marigliano, Arianna Scommegna, Renato Sarti e Alex Cendron
scene e costumi Barbara Bessi
disegno luci Gianni Staropoli
musiche Paolo Coletta
assistente alla regia Sara Vilardo , Marta Erica Arosio e Desirèe Piromalli
organizzazione PigrecoDelta
ricerca finanziata dal Teatro Donizetti di Bergamo