Il talento di stare al mondo

teatro-eliseo-roma-80x80Al Piccolo Eliseo Patroni Griffi è in scena fino all’8 dicembre Il soccombente, adattamento dell’omonimo romanzo di Thomas Bernhard, con la regia di Nadia Baldi e un imperdibile, perfetto Roberto Herlitzka.

La genialità e la felicità non sono sorelle gemelle. Non le lega un affetto reciproco e un rispettivo esistere per il compimento dell’altra. Il genio, piuttosto, disprezza la felicità poiché concepisce il bene come la realizzazione del proprio talento, il perseguimento degli obiettivi artistici o scientifici (i primi, in questo caso) a qualunque costo, affatto vincolato ai vani scopi terreni su cui tanto si affanna la felicità. Quest’ultima, dal canto suo, date le finalità puramente voluttuose che si pone, scevra da attitudini etiche e totalmente autoriferita nel godimento del piacere (così, almeno, suggerisce il genio), è assai distante dal tecnicismo, dal superamento sistematico di un limite conoscitivo o pragmatico, e persiste nel medesimo gesto e comportamento, una volta testato il suo esito positivo. Ecco allora che la realizzazione personale del genio, la sua presunta utilità universale si scollano completamente dall’esistere, fin quasi a divenirne ostacolo, impaccio. E viceversa.
Queste riflessioni sono presupposto e conseguenza della splendida opera Il soccombente, firmata da Bernhard in forma di romanzo, da Ruggero Cappuccio in questo bell’adattamento teatrale che non disperde il carico emozionale ma soprattutto filosofico del testo originale. Tre musicisti, di cui uno solo geniale – il canadese Glenn Gould – si incontrano e intrecciano le loro esistenze presso il maestro comune Vladimir Horowitz. L’io narrante e “il soccombente” Wertheimer (falso protagonista della narrazione, come pure lo è il narratore stesso, a completo vantaggio di Gould, il solo sul quale i riflettori siano puntati pur in assenza) abbandonano presto ogni velleità artistica, vinti dallo straordinario talento dell’amico, concreta proiezione delle loro ambizioni, spettro del loro imminente fallimento. Se il talento per la musica è la grande discriminante fra i tre, la mancanza di talento per l’esistere li accomuna, stringendoli in una fatale morsa. Condividono una morte interiore che si fa anche manifesta: Gould muore a cinquant’anni per malattia, Wertheimer si uccide alla stessa età, il narratore è il fantasma di se stesso, e ripercorrendo incessantemente il passato non si rassegna al presente e si priva di un qualunque futuro possibile. La grande partitura che scaturisce dal genio impareggiabile di Gould e che i due amici ereditano e portano a compimento è composta da una solitudine disperata, da una totale incapacità a vivere, da un buio cieco e ineluttabile che saccheggia e non restituisce.
La potenza del testo è sostenuta con vigore dall’affatto soccombente Herlitzka, che mette al servizio del pubblico osannante una recitazione dall’impatto straordinario. Divide la scena con lui Marina Sorrenti nei panni della sorella pazza di Wertheimer, da lui amata di un amore dominante e idealmente incestuoso, che condurrà entrambi alla follia. La sua presenza sul palco rende visibile e manifesto il piano temporale del ricordo che il narratore-Herlitzka riproduce attraverso il suo fiume di parole monologanti: la sovrapposizione di realtà e memoria si realizza però con una letterale “sovrapposizione” delle voci dei due interpreti, con effetti talvolta disturbanti, più che evocativi. D’altronde, la regia di Nadia Baldi non si risparmia, e tra l’organizzazione degli spazi scenici, l’interazione degli attori con i pannelli lavagna su cui continuamente appuntano, rappresentano, tracciano graficamente gesti, testi e immagini, un disegno luci articolato e dinamico, gli inserti musicali e le proiezioni fotografiche sovraccarica, anziché arginare, la potenza del flusso narrativo, rischiando di tracimare travolgendo anche l’attenzione dello spettatore, che però si ostina – e ci riesce – a non soccombere.

soccombente

Lo spettacolo continua:
Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi
via Nazionale, 183 – Roma
fino a domenica 8 dicembre
orari: lunedì, martedì, giovedì e sabato ore 20.45, mercoledì e domenica ore 17.00
(durata 1 ora e venti circa senza intervallo)

Il soccombente – ovvero il mistero Glenn Gould
di Thomas Bernhard
traduzione Renata Colorni
riduzione Ruggero Cappuccio
regia Nadia Baldi
con Roberto Herlitzka, Marina Sorrenti
musiche originali Marco Betta
ambientazioni videografiche Davide Scognamiglio
progetto luci e costumi Nadia Baldi
assistente alla regia Davide Paciolla
luci Giuseppe Falcone
fonica Valeria Rodelli