Edipo oggi, nell’orrore della guerra

Andato in scena fino al 4 febbraio scorso allo Spazio Diamante, Incendies ha convinto non solo per potenza espressiva e crudezza, ma anche per la sua lucida dimensione concettuale.

Risalire alle origini è spesso una strada infernale che conduce alla perdizione; rintracciare e dissotterrare la verità spesso, come narra Kafka, diventa la condanna assoluta perché manifestazione della smania della scoperta, come se “scoprire” e disvelare la verità possa significare dominare la vita e gli eventi. Altre volte, però, questa tendenza allo svelamento tragico dell’esistenza è una necessità, un compito etico che può salvarci dalla condanna, specie se tale compito ci viene consegnato da un nostro caro al momento della sua morte. La richiesta disperata ed estrema da parte di un defunto di ricostruire le vicende che hanno caratterizzato la sua vita è il desiderio di chiudere un cerchio, di “spezzare le catene” per quanto ciò significhi inabissarsi nell’orrore più cupo: solo così è possibile riposare in pace.

Il drammaturgo canadese di origini libanesi Wajdi Mouawad, voce intrigante della scena letteraria e teatrale contemporanea, non ha mai archiviato il confronto spesso doloroso con la cultura del suo paese natìo, neanche nella dimensione più terribile della guerra e della distruzione. Questo il contesto nel quale si inserisce una delle sue opere migliori, Incendies, andato in scena allo Spazio Diamante per la regia di Massimiliano Vado. Un’opera spietata, lancinante, dove un nuovo Edipo si inscrive all’interno di un contesto moderno quale quello della violenza bestiale della guerra civile in un paese medio-orientale. L’opera di Mouawad ha avuto un certo successo qualche anno fa, perché Incendies (tradotto in italiano La donna che canta) è divenuto un film diretto dal regista canadese Denis Villeneuve, autore tra i più acclamati degli ultimi anni.

L’operazione di Vado è, però, stata quella di riappropriarsi del testo teatrale originale, dal quale si era in qualche modo allontanato Villeneuve per chiare esigenze espressive: il testo è costruito attorno a dialoghi e rivelazioni scioccanti, in un continuo confronto tra il presente e il passato. Tutti ingredienti perfetti per un’opera teatrale, compreso il valore del corpo quale simbolo di violenza subita e abuso, come intelligente e arguta è la scelta di far interpretare dalla stessa attrice, qui Giulia Fiume, la parte della madre stuprata dal suo stesso figlio e della figlia professoressa di matematica intenta a ricomporre il puzzle della vita della madre; ancora più impegnativo il ruolo di David Marzi, che assume i panni del figlio insofferente nei confronti di una genitrice detestata (profilo assai trascurato nel film che si distacca dall’opera teatrale in almeno 4 punti nevralgici), e contemporaneamente del padre/fratello stupratore nonché del vero amore giovanile della madre. Varie sfaccettature di un complesso e articolato caleidoscopio archetipico, dove amore, odio, violenza, passione, orrore, si scambiano le parti vorticando attorno allo stesso interprete.

E se la nudità dei corpi sulla scena possono avere un valore di significato, gli eccessi dell’adattamento lasciano a volte il tempo che trovano, soprattutto nella bestemmia urlata dal protagonista in uno dei primi dialoghi, e più in generale nella recitazione complessivamente troppo tirata e nevrotica. La regia e l’ottima costruzione scenica, minimale ma espressivamente potente grazie al sapiente gioco di luci che combina sapientemente memoria e narrazione al presente, fanno di Incendies un bellissimo prodotto, capace di mettere in connessione e in corto-circuito le vicende storiche della guerra in Medio-oriente e gli ambiti psicoanalitici, in un “incendio” che è contemporaneamente incenerimento del passato ma anche nuova vita, genesi dopo la distruzione. Un messaggio estremo di speranza, che passa attraverso il buio più totale.

Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Spazio Diamante
Via Prenestina, 230 – Roma
dal 26 gennaio al 4 febbraio
venerdì e sabato ore 21, domenica ore 18

Viola Produzioni, Festival Quartieri dell’Arte e Centro Sperimentale di Cinematografia presentano
Incendies
di Wajdi Mouawad
con Giulia Fiume, David Marzi, Giacomo Bottoni, Eleonora Belcamino, Federico Le Pera e Massimiliano Vado
musiche Roberto Procaccini
voce Anna Vinci