Quando il teatro tocca le corde dell’anima

Coinvolge e sconvolge il nuovo spettacolo del regista argentino Cèsar Brie. Indolore, in scena sul palco di Campo Teatrale, affronta il difficile tema della violenza domestica e riesce a farlo con delicatezza, intelligenza e rara sensibilità.

Una coppia di giovani sposi varca la soglia di casa subito dopo le nozze. Quel luogo, ben arredato e perfettamente ordinato, rappresenta il coronamento di un sogno d’amore, riflette le speranze di un rapporto appena iniziato e ancora tutto da scrivere. Marito e moglie si promettono che nulla dall’esterno potrà mai entrarvi: ogni preoccupazione dovrà restare fuori dalla porta e nessun problema potrà mai turbare la quiete di quel nido d’amore. Tuttavia, bastano pochi mesi per trasformare quel rifugio in una prigione. Da dimensione serena e rassicurante, lo spazio domestico si trasforma presto in un campo di battaglia, dove i giovani coniugi sono costretti a indossare i guantoni e a lottare l’uno contro l’altro. Una metafora che si traduce nelle scelte del regista: il palco diventa un ring e le scene si alternano come round introdotti dal suono di un gong. Nel pugilato, però, i pesi massimi non possono sfidare un peso piuma e quando questa sfida, contraria a ogni legge e assurda per ogni logica, si combatte tra le mura di casa, sono sempre le donne ad avere la peggio. La realtà non può mai essere ignorata e il patto iniziale è tradito: ogni cosa, dai problemi sul lavoro a una gelosia ossessiva e angosciante, ha il potere di turbare e scompigliare tutto.
La violenza è rappresentata come un passo a due in cui il corpo di Adalgisa Vavassori è trascinato, sbattuto, capovolto e colpito. È la bravura dell’attrice – e di Gabriele Ciavarra – a comunicare la tragicità dei movimenti. La scelta della danza poteva essere rischiosa ma l’intensità dell’interpretazione degli interpreti scongiura il rischio di addolcire il messaggio e, anzi, ne esalta l’efficacia. L’intesa tra i due è perfetta e i movimenti, a tratti quasi circensi, s’integrano con quelli degli oggetti in scena. Il suono metallico dei piatti, lanciati e rotti, colpisce il pubblico come un pugno nello stomaco che, inevitabilmente, provoca dolore. Sono tanti i sentimenti che scuotono gli spettatori e moltissime le emozioni che coinvolgono e poi sconvolgono le loro coscienze: dal senso d’ingiustizia per quello che accade sulla scena, all’odio verso un uomo insicuro e frustrato che non sa controllarsi nemmeno per amore dei figli, fino alla difficoltà di provare a capire come qualche tregua, concessa ogni tanto, possa bastare alla donna per illudersi che, alla fine, tutto potrà sistemarsi. La scommessa artistica vinta dal regista è di affidare al teatro il difficile compito di rielaborare i contenuti più cruenti di questo tema senza, d’altra parte, alleviare l’impatto di una denuncia scagliata con forza contro un male assoluto della nostra società.
Alla fine dello spettacolo Cèsar Brie sale sul palco e, tra gli applausi, consiglia: «Se lo spettacolo vi è piaciuto parlatene ai vostri amici, in caso contrario suggeritelo ai vostri nemici». Lo spettacolo merita a tal punto che la proposta andrebbe rivolta a entrambi.

Lo spettacolo continua: Campo teatrale
via Casoretto, 41/A – Milano (ingresso teatro in via Cambiasi, 10)
fino al 27 gennaio, dal 31 gennaio al 3 febbraio e dal 7 al 10 febbraio
orari: da giovedì a sabato, ore 21.00 – domenica, ore 18.30

Indolore
regia di César Brie
con Adalgisa Vavassori e Gabriele Ciavarra
produzione Campo Teatrale
(durata 60 minuti)