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castello-pasquiniPrimo giorno di Persinsala a Castiglioncello (in provincia di Livorno) per Inequilibrio, il Festival della nuova scena – tra teatro e danza – giunto alla sua XVI edizione. Da subito, si conferma una tra le kermesse più interessanti e ricche dell’estate toscana.

Una sagace capacità di proporre spettacoli di valore e di farlo con grande varietà di generi – sinonimo di esperienza e personalità – sono queste le caratteristiche che ci aspettavamo da Inequilibrio, speranze che, almeno al primo impatto, sembrano essere confermate. Uno spessore artistico, indubbio, che abbiamo visto diversamente declinato in tre spettacoli (La grande passeggiata, B-Sogno e Hamelin) svoltisi all’interno del suggestivo scenario di Castello Pasquini, accompagnato dall’impeccabile organizzazione di Armunia, che ci ha accolti con estrema e cortese professionalità. Una “attenzione” per i dettagli che, grazie anche al supporto dei comuni partner – Livorno e Rosignano Marittimo – rappresenta la cifra dell’audacia con la quale – da parte dell’Ente organizzatore – si è deciso di affrontare la cosiddetta crisi. Una scelta coraggiosamente mossa dal desiderio di rilanciare il proprio progetto istituzionale per favorire la costruzione di una “tensione a sbilanciarsi per guardare al mondo che ci circonda con l’occhio più fondo […] attraverso le emozioni”, svolgendo – in questo modo – con consapevolezza il proprio ruolo di “fare” cultura ad alti livelli, valorizzando il territorio (con dei focus su Toscana ed Emilia-Romagna) e senza rimanere ingabbiati nelle maglie del localismo.

Un progetto che questa edizione sta, addirittura, potenziando, come testimonia, ad esempio, la scelta di affiancare alle qualità maturate nel tempo (l’esperienza nella scelta degli spettacoli e delle residenze artistiche) e sul “campo” (gli splendidi scenari del Castello che, tradizionalmente, fanno da palco agli eventi), l’idea di un Festival itinerante composto di performance ed eventi (anche cinematografici) di “artisti che schiamano per strade e piazze”, e nuovi spazi in cui realizzarli – quali la Pineta Marrandi, il Prato del Cardellino e l’Arena della Pineta.

Venendo agli spettacoli, la nostra giornata è iniziata con la visione di Hamelin, forse il meno efficace dei tre, che pure conta del sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù – Regione Emilia-Romagna. Messo in scena dalla giovane compagnia bolognese de Gli Incauti, Hamelin di Juan Mayorga – dal nome della città de Il pifferaio magico dei fratelli Grimm, “una città che non ama i suoi bambini”e proprio l’abuso sui minori costituisce il fulcro della narrazione – si presenta forse troppo ambizioso per tematica (“l’influenza dei media… l’uso del linguaggio… l’inadeguatezza dell’uomo a definire e a comprendere la complessità della natura umana… la relatività del concetto di verità”) e per la complessa impostazione drammaturgica d’ascendenza, allo stesso tempo, shakespereana e brechtiana, con l’esplicita analisi del rapporto teatro-vita e la costruzione in diretta della scenografia e della sceneggiatura. La “debolezza” della prima rientra, quindi, in un classico caso di “troppa carne al fuoco” – sebbene le qualità attorali e registiche della Compagnia facciano sperare che lo spettacolo possa affinarsi nel tempo, replica dopo replica; mentre la seconda risulta – anche per l’eccessiva dilatazione dei tempi – ridondante e non ancora adeguatamente articolata.

Notevolissima, al contrario, la performance – all’insegna di un rigoroso “classicismo” – della Compagnia Lombardi/Tiezzi con La grande passeggiata, clamoroso esordio di Fabrizio Sinisi – in una straniante e lucida sintesi drammaturgica di geometrie sceniche, fine ricerca linguistica e – ed è il caso di dirlo – simbologie penetranti e non banali (come nel caso dei costumi dei clown/carcerieri e della sistemazione “speculare” della scenografia). Solido e capace di toccare punte visive di estrema efficacia, di questo spettacolo segnaliamo le superbe prove degli attori, tutti – positivamente – “sopra le righe”, con una menzione particolare per un Marco Brinzi, istrionico e crudele, e una Rosa Sarti tremendamente affascinante e convincente nei panni della (mancata) Première dame, ruolo da “comprimaria” (in ossequio al personaggio interpretato, perché tali erano le donne per il protagonista, Sandro Lombardi nei panni di Jean-Paul/Strauss-Kahn, incarnazione – forse non in totale sintonia con le intenzioni/note di regia di Sinisi – più della vanagloria e prepotenza sessista del maschio che delle sue intrinseche debolezze umane) che non le ha impedito di “rubare” la scena ai suoi compagni e di mettere efficacemente in mostra la dignità di una femminilità ferita ma sempre orgogliosa.

Terminato lo spettacolo, in attesa del successivo, il Festival è proseguito presso l’Area di ristorio a km zero, dove, sempre all’interno del parco del Castello, viandanti e spettatori, operatori e Compagnie, si sono ritrovati a banchettare con prodotti tipici del luogo.

La nostra serata è proseguita, quindi, con B/Sogno di Bandini/Ferri che ha rappresentato l’ennesimo cambio di “registro”. Con questo spettacolo, infatti, si è entrati nel campo di una più ampia sperimentazione dei linguaggi teatrali e cinematografici, ben utilizzata per restituire – ipnotico e disturbante – il “dittico onirico in cui si mescolano [le] esistenze”.

Da oggi e fino al 7 luglio, la nostra redazione vi terrà, dunque, aggiornati con reportage giornalieri dal Festival e il consiglio sarebbe, ovviamente, di venire direttamente in loco per godere dell’atmosfera di festa che anima la città e delle sue bianchi spiagge (Rosignano è anche una amena località di mare), oltre che della “valenza” degli spettacoli; altrimenti, nel caso in cui Castiglioncello fosse davvero fuori “portata”, non vi resta che rimanere collegati alla nostra rivista per non perdervi nulla ed essere sempre “Inequilibrio” su quanto accade.

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Martedì 2 luglio Persinsala seguirà: Lo sguardo del cane (Castello Pasquini, Sala 1) di Elena Giannotti, Gravity and Grace (Castello Pasquini, Tensostruttura 1) di Mor Shani e INDRA (un Sogno di Strindberg) (Castello Pasquini, Sala 3) ideazione e regia di Silvano Voltolina.

All’interno del Festival Inequilibrio di Castiglioncello
sono andati in scena

Gli spettacoli di martedì 2 luglio:
ore 18.00
Castello Pasquini, sala 3
Coda – Teatri del presente
Gli Incauti
HAMELIN
di Juan Mayorga
regia Simone Toni
con Luca Carboni, Federica Castellini, Marco Grossi, Stefano Moretti, Giulia Valenti
scene Alessandra Gabriela Baldoni
musiche Giacomo Toni
assistente alla regia Marco Grossi
produzione Gli Incauti
spettacolo sostenuto nell’ambito dell’Accordo GECO 2 Giovani Evoluti e Consapevoli – Presidenza del
Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù – Regione Emilia-Romagna
in collaborazione con Emilia-Romagna Teatro Fondazione
durata 120’

ore 20.00
Castello Pasquini, Tensostruttura 2
Compagnia Lombardi/Tiezzi
LA GRANDE PASSEGGIATA
di Fabrizio Sinisi
regia Federico Tiezzi
con Sandro Lombardi, Marco Brinzi, Simone Faloppa, Rosa Sarti, Nicolò Todeschini
drammaturgia Sandro Lombardi, Federico Tiezzi
interpretazione del verso Sandro Lombardi
voce e canto Francesca Della Monica, Ernani Maletta
drammaturgia del movimento Giovanni Scandella
drammaturgia del costume Giovanna Buzzi
luci Gianni Pollini
produzione Compagnia Lombardi/Tiezzi – Teatro Laboratorio della Toscana
in collaborazione con Armunia/Festival Inequilibrio, Comune di Bari, Teatro Pubblico Pugliese
durata 90’

ore 23.00
Castello Pasquini, Sala 4
Compagnia Bandini/Ferri
B/SOGNO
versione radiodramma
di Michele Bandini
con Michele Bandini, Francesco Ferri
regia Michele Bandini
ideazione Michele Bandini, Francesco Ferri
disegno del suono e live electronics Stefano De Ponti
strutture in legno Mael Veisse
produzione realizzata con il sostegno di Created in Umbria, Teatro Stabile dell’Umbria,
Associazione Zoe, ZoeTeatro
durata 50’