Le parole degli altri

Castiglioncello, sabato 29 e domenica 30 giugno. Al centro della scena tre autori dell’ansia: lo Shakespeare dell’angoscia amletica, gli abissi dell’animo umano di Sem Benelli, e il romanziere claustrofobico par excellence, Franz Kafka.

Una voce che proviene dal sottosuolo, la coscienza di chi si sente emarginato e, in parte, impotente, ma che non rinuncia a denunciare, isolato, le storture del mondo sovrastante. Una vasca/tinozza che rimanda ai tragici viaggi dei migranti i quali, con ogni mezzo, tentano la fortuna dirigendosi verso quel mondo che, spesso, è causa delle loro tragedie. Ma l’isolamento e la follia non risparmiano nemmeno i potenti e la domanda che si ripropone, insistentemente, è se sia colpa della follia ciò che di abominevole si compie o se la stessa non sia che un comodo espediente per non assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
Lo spettacolo Yorick Reloaded. Un Amleto dal sottosuolo – di e con Simone Parrinello – è una denuncia che procede con divagazioni le quali, probabilmente, ne minano un po’ la compattezza e l’incisività.
All’interno di una scenografia scarna ma funzionale, supportata da un disegno luci e audio sempre all’altezza e in grado di dialogare in modo convincente con l’aspetto drammaturgico, Parrinello veste i panni di vittime e carnefici di questo nostro circo/mondo. Così la follia del principe triste di Danimarca diventa quella dei potenti di oggi che, però, non è più rivolta contro i propri simili per raddrizzare la bilancia della giustizia, bensì contro popolazioni inermi alla ricerca di un’opportunità di vita. L’intreccio funziona e i rimandi si sedimentano con il passare del tempo. Nascono e si inventano ipotetiche linee rosse che non è dato oltrepassare, i potenti ne decidono i contenuti, e la punizione sarà esemplare per coloro che le trasgrediscono. La follia ammorba il mondo e persino il sottosuolo non ne è esente. Dal Bardo a Le Vie del Fool, la storia sembra ripetersi senza fine e lo spettacolo di Parrinello ha il merito di consegnarcela con poesia.

Un’altra denuncia – quella di Scarlini e Questa in La Beffa, La Cena: un duello di parole, alle 22.00 presso l’Anfiteatro di Castello Pasquini – che tratta della messa al bando e della censura inflitte a Sem Benelli, drammaturgo famoso tra gli anni 10 e 20 del Novecento, e del suo travagliato rapporto con Benito Mussolini e il fascismo. Uno spaccato di ieri che si riflette nell’oggi, basti pensare alle chiusure, nei mezzi d’informazione di massa, verso gli spettacoli più radicali o gli intellettuali che portano avanti una sana critica sociale, o i giornalisti (italiani e stranieri) che mettono la verità al primo posto. Ma è attraverso la querela, oggi, che il potere politico ed economico interviene, come nel caso del Teatro delle Albe, di Paolo Bernard o di Julian Assange (https://teatro.persinsala.it/spazio-inchieste-julian-assange-il-teatro-delle-albe-paolo-barnard/55038).
Non del tutto riuscita l’amalgama tra canzonette goliardiche e approfondimento documentale per una lettura drammatizzata ricca di informazioni, raccolte con dovizia di particolari, ma che alla fine, nonostante la buona interpretazione di Antonella Questa, lascia con l’amaro in bocca e qualche perplessità.

Domenica 30 giugno, in mattinata, va in scena il primo studio di Circo Kafka. Ci si siede a comando, la libertà è ristretta: una presenza non invadente ma incisiva ci accoglie fin dall’entrata. Non si è obbligati a eseguire l’ordine ma il dubbio di non essere al posto giusto si insinua. Solo suoni, rumori o grugniti: una mimica semplice e ripetitiva per introdurci in un universo dove l’incertezza e la paura per il futuro e il giudizio finale ne sono il fulcro pregnante. Nonostante la situazione raccolta (siamo nella Sala del Camino di Castello Pasquini) e la scenografia che si fa parte integrante del tutto, l’emozione tarda a manifestarsi. Si rimane, in un certo senso, distanti – quasi si osservasse la situazione dall’esterno (da un cannocchiale posizionato al contrario che allontana invece che avvicinare l’immagine). Le musiche (a cura di Claudio Morganti e Johannes Schlosser) e la presenza scenica di Abbiati sono sempre all’altezza e funzionali alla rappresentazione. La figura a tutto tondo del comandante e guardiano, giudice e boia, e comunque simbolo del potere, è ben evidenziata. E nonostante tutto il potere e l’ambiente claustrofobico ma ben controllato, la figura non riesce ad avere pace: la notte è foriera di paure: ha sempre la sensazione che qualcuno arrivi a scalzarlo o, comunque, a metterlo in disparte o, peggio, a inserirlo nella lista nera con gli altri – le vittime. Un primo studio ricco di significati ma che lascia lo spettatore un po’ distaccato: lo si osserva più con curiosità che con partecipazione.

Luciano Uggè

Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di Inequilibrio Festival 2019:
Castiglioncello e Rosignano (LI), varie location

sabato 29 giugno ore 20.00
Castello Pasquini
Auditorium
Leviedelfool presentano:
Yorick Reloaded
Un Amleto dal sottosuolo
scritto, diretto e interpretato da Simone Parrinello

ore 22.00
Anfiteatro
Antonella Questa e Luca Scarlini presentano:
La Beffa, la Cena: un Duello di Parole

domenica 30 giugno, ore 11.00
Castello Pasquini

Sala del Camino 
Abbiati/Morganti presentano:
Circo Kafka
(primo studio)
regia Claudio Morganti
con Roberto Abbiati
e la partecipazione di Johannes Schlosser

Foto di Daniele Laorenza