Un Faust à la Bosch

Al Verdi di Pisa una libera e interessante interpretazione del poema di Goethe, affidata alle qualità tecniche ed espressive di imPerfect Dancers Company.

Mefistofele che, come una Moira greca, fila e insieme taglia il labile destino umano. La bellezza salverà il mondo di dostoevskijana memoria in un’icastica, ultima immagine, in cui l’arte bacia il luciferino. Una Pietà di bellezza michelangiolesca. L’uscita di scena di Faust al suono delle campane, di una purezza e sobrietà rare. Un affastellarsi di inferni personali come in un quadro di Bosch.

La Babele dei sentimenti umani va in scena grazie al virtuosismo tecnico e alle capacità espressive dei danzatori di imPerfect Dancers Company, supportati da un uso delle luci che moltiplica i piani e crea spazi di visione e rimandi all’immaginario collettivo, in orizzontale e verticale, o con diagonali che tagliano il profondo e sontuoso palcoscenico del Verdi di Pisa. La presenza in scena di Paolo Cervi Kervischer aggiunge simbolicamente ed esteticamente elementi di meraviglia, rinviando per quel gioco di specchi, per quell’inquadratura quasi filmica dello spazio a lui dedicato, alla composizione geometricamente conturbante de Las Meninas di Velazquez. Ed è ancora alla cinematografia che si può fare riferimento quando la profondità di campo à la Citizen Kane di Welles propone e contrappone assoli, passi a due ed ensemble eterogenei – che mostrano tutta la complessità di questa discesa negli inferi della mente.

Chapeau quindi per la complessa macchina scenica e la bravura di ogni singolo interprete. Quello che convince di meno, però, è il dispiegarsi del racconto. Denso di quadri a se stanti – tutti di una perfezione sublime – a volte è di difficile srotolamento e anche decifrazione (non tutti forse hanno colto il rimando a Margherita e alla morte del suo bambino di Boitiana memoria). La serie incessante di climax e anticlimax non riesce fino in fondo a coinvolgere lo spettatore, spezzettando la continuità emozionale. Mentre alcuni gesti sembrano esibizioni virtuosistiche di grande bellezza che, però, spazzano quella polvere sottile, quell’impercettibile sporco che dona all’oggetto puro la carnalità vera del dolore. Una maggiore semplicità avrebbe donato ai quadri quell’andamento fluido che permette lo srotolarsi della vicenda e invita alla compartecipazione sentita del pubblico.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Verdi
via Palestro, 40 – Pisa
sabato 7 maggio, ore 21.00

InFaust
prima nazionale
ideazione e coreografia Walter Matteini e Ina Broeckx
liberamente ispirato alla drammaturgia di Goethe
in scena, l’artista Paolo Cervi Kervischer
con i danzatori della imPerfect Dancers Company: Ina Broeckx, Jacopo Grabar, Kaja Lin Avguštin Jagodič, Naya Monzon Alvarez, Stefano Neri, Daniel Flores Pardo, Oscar Perez, Julio Cesar Quintanilla, Jessie Lee Thorn
scene e costumi Ina Broeckx
luci Bruno Ciulli
musiche Arvo Part, Philip Glass, Max Richter, Ezio Bosso e Giuseppe Verdi