Vite parallele: una sola storia

Allo Zelig Cabaret si chiude il ciclo di interviste per celebrare i venticinque anni dello storico locale di Milano. Giancarlo Bozzo racconta Giovanni Vernia e una vicenda da sogno per una delle scoperte più recenti e più piacevoli del cabaret di viale Monza.

I sogni son desideri che, a volte, si possono anche avverare: sono comete da seguire che possono guidare a una svolta repentina del proprio destino e regalare qualcosa di veramente inaspettato.

Sul palco di Zelig a raccontare come anche le favole più belle possano prender vita si è seduto, giovedì 24, Giovanni Vernia, intervistato da una tra le menti più brillanti della storia dell’autorialità cabarettistica italiana: Giancarlo Bozzo.

Ripercorrendo il cammino dell’attore che vive dietro a uno dei tormentoni di successo delle ultime stagioni televisive – Johnny Groove – si percepisce come il lavoro, la determinazione e la voglia di affermarsi possano, a volte, essere coronati dal classico happy ending da commedia americana. La storia di Vernia è, a tutti gli effetti, la trama di un film: nato e vissuto a Genova, laureato in ingegneria elettronica, si trasferisce a Milano per fare carriera come consulente con ottimi risultati. Ma la giacca e la cravatta sono troppo opprimenti per le sue ambizioni. Qui, però, il racconto si deve arrestare – come nel celebre film Sliding Doors di Peter Howitt – perché qui irrompe il personaggio che, seduto sullo sgabello di fronte a Bozzo, si racconta.

Vernia sa far ridere: per capacità mimica e di imitare e penetrare nei personaggi dei quali decide di essere la caricatura. Non è solo Johnny Groove, ma una serie infinita di opzioni che nascono dall’esperienza personale e crescono fino a diventare universalmente accettati.

Dal suo insegnante ai suoi amici, fino all’autore che lo assiste ormai da anni – Paolo Uzzi – la frase costantemente ripetuta è sempre la stessa: «Giovanni è così come lo si vede ora, non è uomo da giacca e cravatta». L’affermazione corrisponde a verità soprattutto se si assiste a un segmento del suo spettacolo: uno show per niente abbottonato, che dà vita a personaggi decisamente sopra le righe. Il perno sul quale ruota la performance di Johnny Groove è un buon compromesso tra testo e mimica, con una veracità di fondo che conquista lo spettatore.

A questo punto Vernia riprende la storia che abbiamo lasciato in sospeso: ed è qui che le porte girevoli ci mostrano una nuova stanza nella mente del comico e ha inizio la fiaba di un personaggio che ha scelto la via più difficile, la strada meno ovvia, pur di seguire le proprie passioni. Per comprendere i passaggi di un’intera vita, bisognerà attendere il film Ti stimo fratello – che uscirà il prossimo febbraio. Una pellicola prodotta dalla Warner Bros che racconterà, in chiave parodica, ciò che nella realtà è stato: l’incontro-scontro tra due fratelli dai caratteri opposti che convivono nella stessa persona. Giovanni Vernia o Johnny Groove il risultato non cambia: la fiaba arriva al finale con applausi e risate al

Lo spettacolo è andato in scena:
Zelig Cabaret
viale Monza, 140 – Milano
giovedì 24 novembre
Intervista a Giovanni Vernia
conduce Giancarlo Bozzo