Prove semiatletiche di volo

Un monologo ispirato a Domenico Modugno. Quasi un appello. Gianfranco Berardi è un vero funambolo. Ma lo spettacolo non decolla.

Quello di Gianfranco Berardi è un vero teatro della “resistenza”. Di più: Berardi è un folletto dell’ironia e della resilienza. Premiatissimo, si ispira a tutta la tradizione dei monologhi e del teatro di narrazione, da Petrolini a Leo De Berardinis (quasi inevitabilmente, verrebbe da dire, vista la somiglianza dei nomi). I due musicisti che l’accompagnano, Davide Berardi (chitarra e bellissima voce) e Bruno Galeone, sono imperdibili. Buona anche l’idea di ispirarsi a Domenico Modugno, per Io provo a volare, di scena all’Elfo Puccini di Milano. Indiavolato il ritmo del racconto. E fine degli elogi.

Perché l’ennesima storia del giovanotto pieno di entusiasmo, che parte dal paesino del Sud, arriva a Milano, studia recitazione-canto-danza, impara a far tutto, non trova lavoro, torna giù in Puglia, e trova il teatro locale manomesso dall’ignoranza e dall’avidità dei politicanti del paesucolo è stravista. E Berardi non riesce ad aggiungervi niente di nuovo. In più la dizione non perfetta nuoce al virtuosismo. Forse più inserti dialettali avrebbero giovato.

In ogni caso: nulla di nuovo nell’infinita casistica della sfiga degli intellettuali meridionali. Modugno non c’entra se non per qualche canzone. Resta la bravura di Berardi, che è ipovedente ma si muove sulla scena con una totale padronanza del corpo e dello spazio e con una grande capacità di dialogo con il pubblico. Un testo più strutturato ne valorizzerebbe le doti.

Lo spettacolo è in scena
Teatro Elfo Puccini
Corso Buenos Aires 33 – Milano
fino al 22 febbraio, ore 21,00 (domenica 16,00)

Io provo a volare
di e con Gianfranco Berardi
regia e luci Gabriella Casolari
con Davide Berardi (voce e chitarra) e Bruno Galeone (fisarmonica)
costumi Pasqualina Ignomeriello
compagnia Berardi-Casolari
(durata: 1,5 ore)