Tra passato e futuro

teatro-oscar-milano-80x80Va in scena, al Teatro Oscar di Milano, la storia di Ipazia. Un personaggio che sa unire la rivendicazione dei diritti delle donne alla sete di conoscenza.

Torna al Teatro Oscar Ipazia. La nota più alta, uno spettacolo ideato da Maria Eugenia D’Aquino all’interno del Progetto ScienzaInScena e DonneTeatroDiritti, dedicato alla filosofa, matematica e astronoma Ipazia, vissuta presumibilmente nel IV secolo dopo Cristo ad Alessandria d’Egitto.
Ipazia fu una filosofa neoplatonica seguace di Plotino. Poco si sa delle sue opere e della sua vita, se non che morì bruciata sul rogo per mano di chi non ne apprezzava la sete di conoscenza.
La sua figura però ha continuato a risuonare, ispirando poeti di ogni tempo, ed è giunta fino a noi – grazie anche ad Agorà, il film di Alejandro Amenabar, che ne ha rivitalizzato il ricordo. In questo spettacolo, la protagonista è narrata e interpretata da Maria Eugenia D’Aquino – in modo innovativo e originale – anche se spesso difficile da decifrare in quanto la regia si muove su linee spazio-temporali non sempre lineari e intuibili.
Ci troviamo nel 2415, in una grande biblioteca, riprodotta sulla scena grazie a piccoli scaffali formati da tubi fluttuanti sostenuti da fili. In questi scaffali è custodito un immenso archivio che contiene misteriosamente i cinquecento volumi del Museo di Alessandria, la biblioteca più grande del mondo. La protagonista si muove in questo archivio d’informazioni dove prendono vita, corpo e voce personaggi ed episodi in una narrazione frammentaria che non procede secondo una logica temporale. Questa scelta rispecchia i principi filosofici abbracciati da Ipazia nel neoplatonismo ovvero l’idea che il tempo sia l’immagine dell’eternità, in cui tutto si presenta come simultaneo e non esista un prima e un dopo.
Il pubblico quindi, attraverso questo spettacolo, è portato a riflettere su come la storia di Ipazia e del suo tempo si ripeta in ogni tempo, perché le innovazioni scientifiche, ideologiche e culturali spesso spaventano e non sempre sono ben accolte. L’uomo è dominato dalla paura verso l’ignoto e verso chi, con la propria sete di conoscenza e di sapere, desidera conoscere la verità e divulgarla, andando oltre i limiti imposti dalla società, dalla cultura e dalla religione.
Ipazia, così come molti altri uomini e donne della storia, ha avuto il coraggio di portare avanti il suo pensiero e di non farlo bruciare su quel rogo, ma di trasformarlo in fonte di luce capace di illuminare gli intelletti presenti e futuri.

Lo spettacolo continua:
Teatro Oscar

via Lattanzio, 58 – Milano
fino a domenica 10 febbraio
orari: da martedì a sabato, ore 21.00 – domenica ore 17.00

Ipazia. La nota più alta
di Maria Eugenia D’Aquino, Tommaso Urselli
regia Valentina Colorni
assistente alla regia Claudia Galli
con Maria Eugenia D’Aquino
scene Andrea Ricci
costumi Mirella Salvischiani e Alessandro Aresu
musiche Maurizio Pisati
luci Emanuele Cavalcanti
produzione PACTA dei Teatri