Assurdi teatrali

Scegliere di non scegliere è a suo modo una scelta. Al Teatro dell’Orologio l’opera di Eugène Ionesco sull’inaccettabilità del rifiuto delle convenzioni

È una dura condanna della società borghese quella portata in scena nella Sala Grande dello storico Teatro dell’Orologio di Roma. Jacques decide di non conformarsi al pensiero comune, ma questa scelta viene vissuta dalla sua famiglia alla stregua di un pericoloso atto sovversivo e come tale non può essere accettata: ha inizio quindi un rituale di convincimento che si concluderà in maniera tanto estrema quanto imprevedibile. La messa in scena di Alan Bianchi è tutta giocata sul piano dell’estremo e dell’eccesso; lo spettatore si ritrova infatti proiettato in una dimensione onirica dove le proporzioni del reale sono totalmente distorte: musica, luci, suoni, ritmo delle battute, tutto contribuisce a creare un clima di surrealtà in cui il pubblico deve districarsi cercando degli appigli di concretezza. Jacques ovvero La sottomissione è uno spettacolo dove il piano estetico vince su quello scenico. L’inizio è sorprendente, costruito con perizia: una sorta di tableau vivant che via via prende vita, accendendosi di suoni e luci stranianti, con un contrappunto incalzante di effetti sonori e “rumori scenici”, in cui vanno a incastonarsi le battute degli attori, un’ouverture magmatica che vede al centro Jacques, incatenato e alla mercé della sua famiglia, costretto a subirne gli attacchi e il malcontento. Il resto dello spettacolo procede con modestia senza riuscire a reggere la tensione scenica dell’inizio, fino ad arrivare al finale anch’esso purtroppo non all’altezza delle aspettative create. Il rischio che si corre nel portare in scena testi del cosiddetto “teatro dell’assurdo” è proprio questo: perdersi nella ricerca di un’estetica a discapito del senso e della razionalità scenica finendo per restare schiacciati da una drammaturgia ingenuamente scollata dal senso intimo delle parole. La sensazione che si prova nell’assistere alla messa in scena di Alan Bianchi è quella di vedere un lavoro tratteggiato e abbozzato in superficie, in cui è mancata la forza, o il coraggio, per scendere in profondità: una grande attenzione ai costumi, alla dizione e alla bellezza in generale cui non corrisponde altrettanta cura per il sottotesto e la drammaturgia delle emozioni che dovrebbero muovere da dentro i singoli attori. Il non-sense non ha senso solo in apparenza; l’apparenza non ha senso mai, soprattutto in teatro.

Lo spettacolo continua:
Teatro dell’Orologio – Sala Grande
via dei Filippini, 17/a – Roma
fino a domenica 20 novembre
orari: da martedì a sabato ore 21.15, domenica ore 17.30

Jacques ovvero La sottomissione
di Eugène Ionesco
regia Alan Bianchi
con Simone Veltroni, Cristina Cubeddu, Sergio Lucchetti, Helene Olivi Borghese, Carlo Reali, Ughetta d’Onorascenzo,Giovanni Caravaglio, Ilaria Giorgino
da un progetto di Alan Bianchi e Helene Olivi Borghese