COMUNICATO STAMPA

Sabato 17 maggio – Sala Grande

IN A SENTIMENTAL MOOD

Serata Jazz dedicata a
Giorgio Vogel
A un anno dalla morte, e alla vigilia del compleanno

PROGRAMMA

Sala grande – dalle 22:15
New X Quintet guest Francesca Petrolo

Guest Francesca Petrolo
Antonio Vivenzio – pianoforte; Luca Gusella – vibrafono; Denis Alessio – chitarra; Claudio Ottaviano – contrabbasso; Francesco Meles – batteria;
guest: Francesca Petrolo – trombone

Questo nuovo gruppo, che fa il suo esordio ufficiale a MITO, è costituito da diplomati e diplomandi dei Civici Corsi di Jazz di Milano e si ispira sia alla musica del pianista inglese George Shearing (che influenzò la scena jazzistica dei primi anni ’50) sia a quella maturata intorno alla metà di quel decennio, nell’X Quintet di un Enrico Intra nemmeno ventenne.
Ed è a quell’esperienza – così legata a una nuova idea di jazz che stava nascendo nel panorama italiano ed europeo – che guarda soprattutto questo quintetto, riprendendo l’organico e il repertorio della formazione originale per proiettarlo nella contemporaneità. Diversamente dallo storico X Quintet, il nuovo quintetto ospita anche la voce, riprendendo gli arrangiamenti originali di Shearing nei quali, molto spesso, figuravano importanti vocalist dell’epoca.
I musicisti coinvolti nel progetto svolgono già da qualche anno un’articolata attività musicale, che spazia dal jazz legato alla tradizione anni ’60 (Vivenzio, Alessio, Zerbino, Meles) alla musica classica e contemporanea (Patara) e agli ensemble di percussioni (Patara e Meles).

Sala grande – ore 23.00
Pasquale Mirra e Hamid Drake

Che nell’incontro tra il batterista Hamid Drake e il giovane vibrafonista Pasquale Mirra ci sia qualcosa di speciale lo si avverte da subito. Appena i due salgono sul palco, gli sguardi complici e sorridenti lasciano comprendere come molto sia cambiato dal loro primo progetto del 2007. A confermare il feeling raggiunto

è innanzitutto la musica: una costellazione di note e battiti che dall’inizio del concerto avvolgono gli spettatori in maniera ipnotica. L’equilibrio sembra ben progettato. E se il ruolo di Drake è di definire la struttura delle composizioni e tenere il timone con la decisione dei colpi e la sensibilità delle dinamiche, Mirra ha la possibilità, e forse il compito, di lanciarsi nelle peregrinazioni sonore, forzando i limiti dei brani e del suo strumento, senza l’esclusione di stratagemmi che ne arricchiscano i colori timbrici. Succede ad esempio quando il musicista inizia a battere sui tasti del vibrafono con bacchette da batteria creando con Drake un quadro percussivo che evoca al tempo stesso l’Africa, l’Indonesia, come pure il pianoforte preparato di John Cage. Ma accade anche quando Mirra “estrae” gli armonici dalle lamelle metalliche del suo strumento usando un archetto. Nulla però è fine a se stesso, piuttosto funzionale al viaggio sconfinato che, travalicando il jazz, approda in territori sonori inaspettati. Particolarmente suggestivo il momento in cui Drake lascia la batteria per impugnare il tamburo a cornice e accompagnarsi in un brano devozionale del Togo. Il dialogo è anche qui aperto agli inserti del vibrafonista italiano, questa volta particolarmente delicati. Il pubblico pretende a gran voce un altro brano ed è accontentato, per un finale che è un vero tripudio di buone vibrazioni.

https://www.youtube.com/watch?v=cN8NWgB98Ng

Ingresso libero fino ad esaurimento posti

INFO
02 59 99 52 06
biglietteria@teatrofrancoparenti.it
www.teatrofrancoparenti.it