Duo a cinque stelle

Julia Fischer, celebre violinista tedesca, affronta un programma inusuale e denso di virtuosismi per stupire e affascinare.

Julia Fischer è uno dei nomi in voga di questi tempi: a soli ventotto anni ha già una grande collezione di premi e incisioni in attivo, oltre a essere sulla cresta dell’onda del concertismo mondiale da circa diciassette anni – da quando, cioè, ha vinto il Concorso Internazionale Yehudi Menuhin appena undicenne.

Quindi, la curiosità che muove il pubblico della Sala Verdi del Conservatorio può essere solo altissima – ben maggiore dell’aspettativa, dato che molte volte gli enfant prodige che entusiasmano sulla carta, poi dal vivo deludono. Inoltre il programma è ambizioso, ma non inflazionato: si apre infatti con un Mozart poco eseguito, la Sonata in si bemolle maggiore KV 454. Immediatamente la Fischer dà prova del suo talento, con uno spirito e un suono che più mozartiano di così non si potrebbe, per dare poi una lezione magistrale di tecnica dell’arco nell’Andante, fraseggiato e curato in modo superlativo. Al pari della violinista colpisce anche la pianista – Milana Chernyavska, che si rivela un sostegno affidabilissimo e una partner impeccabile.

Il duo è quindi ben assortito, il respiro musicale è assolutamente sincronizzato e i suoni spesso passano da uno strumento all’altro con una disinvoltura incredibile.

Nel Rondeau brillante in si minore op. 70 D 895 di Schubert la coppia fa scintille: brano dalla difficoltà tecnica notevole e spesso definito “ingrato” per la poca resa che può avere in esecuzione pubblica rispetto alla quantità di studio richiesto, in questa serata si rivela in tutta la sua godibilità e le due interpreti mostrano con estrema naturalezza tutta la loro bravura. Lettura fresca e intelligente, mani che volano e precisione cristallina: mai una sbavatura, mai un’incertezza e una compattezza interpretativa che lascia senza parole.

Meno “di pancia”, ma sempre bellissima è anche la seconda parte del concerto, in cui sono proposte la Sonata in sol minore di Debussy e la Sonata n. 1 in re minore op. 75 di Saint-Saëns: due compositori francesi che mostrano caratteristiche diverse di una stessa epoca. Il primo – del quale, nel 2012, si celebra il 150° dalla nascita – completamente proiettato nel XX secolo, molto vicino all’Impressionismo e al Simbolismo di cui è esponente musicale – scrive questo brano ricco di zone sonore particolari, sperimentando timbriche poco conosciute dei due strumenti che Fischer e Chernyavska sanno rendere al meglio, mostrando tutta la loro versatilità. In Saint-Saëns, al contrario, è forte l’influenza tardo romantica e il violino è declinato in tutta la sua passionalità e cantabilità. Tuttavia rimane un brano altamente virtuosistico e non semplice all’ascolto, che Julia Fischer e Milana Chernyavska trasformano in un’esplosione espressiva, con un’agilità e una facilità tecnica al cardiopalma.
Dopo il meritatissimo scroscio di applausi di un pubblico a dir poco entusiasta, le due artiste concedono come bis Melodia di Tchaikovskij, in cui viene ribadita ancora una volta tutta la loro sensibilità per il bel suono.

Serata soddisfacente al 100%, in cui si è scoperta una pianista formidabile – purtroppo poco conosciuta in Italia – che sa compiere autentici prodigi sulla tastiera e si ha avuta la conferma che Julia Fischer non è solo una moda del momento, ma una musicista a 360° destinata a entrare nell’Olimpo dei Grandi.

Lo spettacolo è andato in scena:
Sala Verdi – Conservatorio “G. Verdi”

via Conservatorio, 12 – Milano
giovedì 1 dicembre 2011 – ore 21
W. A. Mozart: Sonata in si bemolle maggiore KV 454
F. Schubert: Rondeau brillante in si minore op. 70 D 895
C. Debussy: Sonata n. 3 in sol minore per violino e pianoforte
C. Saint-Saëns: Sonata n. 1 in re minore op. 75
Violino Julia Fischer
Pianoforte Milana Chernyavska