Viaggio tra onirico e reale

All’Angelo Mai Altrove la compagnia Post Scriptum cammina sul limite tra realtà e sogno conducendo un viaggio sentimentale e senza tempo nell’età dell’uomo.

Se il dipinto di Klimt Le tre età della donna ha voluto riassumere tre momenti della vita in tre immagini che si raccontano secondo la posizione assunta dai corpi, Jungle Dream ha voluto realizzare il suo corrispettivo a teatro, raccontando la storia del corpo e della sua evoluzione emotiva.
Lo rappresentazione portata in scena dalla multietnica compagnia dei Post Scriptum ci porta in un’atmosfera onirica, nella fluidità della quale la vita dell’uomo scorre e si evolve da un’età e un’altra.
La scarna scenografia lascia ai corpi dei protagonisti l’arduo compito del raccontare: è il paraverbale a farla da padrone tanto da poter riempire la scena senza bisogno di altro.
I corpi si muovono, dialogano con il pubblico condividendo le loro emozioni, il movimento si accompagna alle parole come un immancabile supporto senza del quale il verbale perderebbe di consistenza. Il richiamo alla scuola di Jan Fabre e alla scuola di Anversa si fanno evidenti: ed è proprio lì che Jungle Dream è stato concepito e realizzato, come ci racconta fuori dal palco il regista e attore Pietro Quadrino, ma sono soprattutto le movenze crudeli e ripetute a darcene atto, gesti che sembrano voler portare allo sfinimento i corpi degli attori e con essi il pubblico stesso.
Il passaggio da un’età all’altra è segnato dal cambiamento di postura dalle figure e dalla scelta di rappresentarle nude, sui diversi piani di un fondo privo di dati naturalistici e contestuali.
Fil-rouge dello spettacolo è il sentimento del tempo, che si intreccia tra le maglie delle emozioni che caratterizzano ognuna delle età: si va dalla gioia del conoscere il mondo, alla pulsione della scoperta del corpo, fino alla disperazione di un corpo che, ormai stanco, si rassegna al ricordo senza cedere mai al rimpianto.

Una rappresentazione da seguire con attenzione, che esce fuori dagli schemi della narrazione per lasciarsi interpretare dalla lente attenta e schietta dell’osservatore e si chiude lasciando al pubblico il dubbio se la rappresentazione sia stata parte di un sogno o sia tutto vero.

Lo spettacolo è andato in scena
Angelo Mai Altrove
Viale delle Terme di Caracalla 55, Roma
13 -14 ottobre h 21.00

Jungle Dream
di Pietro Quadrino
regia di Giulio Boato e Pietro Quadrino
produzione Post Scriptum Company in coproduzione con Troubleyn/Jan Fabre (Anversa) e in collaborazione con Angelo Mai (Roma), con il supporto di 104 Paris
con Pietro Quadrino, Marc Moon Van Overmeir, Paola Cabello, Sarah Cabello, Nicola Donati
musiche originali di Lorenzo Danesin