Visionari e prigionieri

Quinto giorno di Kilowatt Festival con il danzatore Nicola Galli e i suoi Venus e Mars, e con I camminatori della patente ubriaca, Davide Iodice, la sua Scuola elementare del teatro e il progetto NDN per il sostegno ai drammaturghi del futuro.

Quinto giorno di Kilowatt Festival con il danzatore Nicola Galli e i suoi Venus e Mars, e con I camminatori della patente ubriaca, Davide Iodice, la sua Scuola elementare del teatro e il progetto NDN per il sostegno ai drammaturghi del futuro.
Alle 20.30 l’appuntamento è con la danza contemporanea firmata Nicola Galli e i suoi Venus e Mars, seconda e terza tappa di una ricerca coreografica sul sistema planetario.
Quali movimenti e quali atmosfere caratterizzano ogni pianeta?
In Venus l’atmosfera, a dispetto della reale temperatura della sfera celeste, nello spettacolo risulta fredda, distanziante, algida. A conferire questi caratteri sono, forse, il volto e la danza della donna, che ricordano quelli di una bambola non propriamente umana; o, forse, è la qualità del movimento e delle forme, che nella loro precisione, morbidezza e fluidità assumono i toni di un assoluto.
La scena è puntellata di oggetti surrealmente fuori contesto: un tubo sospeso dal quale cascano palline, il quale si trasforma, prima, in una fabbrica di piccoli pianeti, come in una mise en abîme; e, poi, in pozzo per l’acqua. Un attrezzo, fra il ginnico e il cantieristico, sembra segnalare dei lavori in corso. Ma intrapresi da chi?
Chi è il misterioso padrone di Venere che ha disposto quegli oggetti? Oppure è l’opera dei due solitari abitanti?
Il finale è segnato da una immensa nostalgia della Terra, dalla presa di coscienza di un impossibile ritorno, e forse, più sotterranea, di una consapevolezza di morte.
Con Mars ci troviamo di fronte all’esplorazione del tema “Simulazioni di viaggi su Marte” e a una sorta di diario di bordo dell’esperienza, in cui al viaggio rappresentato dalla simulazione, si sovrappone quello della finzione teatrale, offrendosi come occasione di esplorazione fuori e dentro di sé.
Una fuga, un tuffo in universi di solitudine per creature incompiute, che lottano contro ciò che le circonda; e per fantasmi che, superati i dolori della nascita, appaiono inafferrabili come miraggi dietro un muro di incomunicabilità.
La solitudine, che oscilla fra scelta e condizione esistenziale, è un rifugio dal quale è comunque impossibile non tentare di uscire, cercando la comunicazione col mondo esterno.
A conclusione della serata, si assiste allo spettacolo I camminatori della patente ubriaca di Nicolò Sordo. Il testo è vincitore di Network Drammaturgia Nuova, un progetto di ResidenzeIDRA volto al sostegno e alla distribuzione dei giovani drammaturghi, e promosso – fra gli altri – anche da Kilowatt Festival. La mise en espace è a cura di Mattia Di Mauro, con la supervisione artistica di Davide Iodice.
Aldilà del titolo vagamente surreale, i camminatori non sono che persone normali, una madre e due figli adulti (Teschio e Simon) provenienti da un ambiente medio-basso, colte nella loro squallida esistenza quotidiana, fatta di rapporti logorati e vagamente perversi (come quelli dei protagonisti con la madre). Tre personaggi in attesa spasmodica e delirante che la patente sia loro restituita. A questi tre, si aggiunge la figura di un misterioso angelo, presenza vivida nella vita di Teschio.
Nello spettacolo possiamo cogliere alcuni simboli, di cui ipotizziamo una lettura: le scarpe di Teschio, simbolo di una ritrovata autonomia; le scarpe degli altri, quelle di Teschio, che lui regala alla madre, simbolo di un’autonomia contagiosa ma che non può essere
trasmessa.
L’angelo, il fantomatico richiamo dall’esterno che minaccia la solidità di una famiglia, ma che in quanto inesistente, non ha la capacità di trasformazione del reale, creando solo turbolenze superficiali. Il ritiro della patente segna l’obbligo di tornare a servirsi dei propri mezzi per muoversi (dall’età di diciotto anni, infatti, Teschio non utilizzava le gambe, non consumando le scarpe in quanto si spostava in auto), e si presenta quindi come simbolo del recupero di un’autonomia obbligata dalle circostanze esterne (autonomia di movimento e, di conseguenza, etica e intellettiva), ritrovata in modo forzoso quando l’oggetto cui era stata delegata (l’auto) viene meno. Il risultato è un essere nuovamente responsabili di agire.
Nonostante tutto, il testo non convince per diversi motivi: la psicologia troppo prossima allo psicologismo, e una monotonia nel tono che non emerge chiaramente come scelta espressiva manifesta, ma rimane appena sotto la superficie, quale semplice mancanza di tensione.

Gli spettacoli sono andati in scena all’interno di Kilowatt Festival 2016:
martedì 19 luglio, ore 20.30

Misericordia
Nicola Galli presenta:
Venus
concept, interpretazione, regia e coreografia Nicola Galli
e con Alessandra Fabbri
elementi scenici Andrea Mosca
costumi Elena Massari
musica John Cage, Steve Reich e Edgard Varèse
produzione Tir Danza
con la collaborazione di L’arboreto – Teatro Dimora, Rete Anticorpi XL
residenze artistiche / artistic residences Teatro Astoria, Teatro Comunale Vicenza, Teatro Julio Cortazar
selezionato per Anticorpi eXpLo 2015 – Network XL
con il contributo del Fondo per la Danza d’Autore / Regione Emilia-Romagna 2015-16

ore 21.20
Misericordia
Nicola Galli presenta:
Mars
concept, coreografia e azione Nicola Galli
costumi Elena Massari
produzione Tir Danza
in collaborazione con Festival Aperto / Fondazione I Teatri Reggio Emilia
residenze artistiche Kilowatt Festival, AMAT & Civitanova Danza, C.L.A.P. Spettacolodalvivo
con il contributo di ResiDance XL – luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche
azione della Rete Anticorpi XL – Network Giovane Danza D’autore, coordinato da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino
con il sostegno del Fondo per la Danza d’Autore / Regione Emilia-Romagna 2015-16

ore 23.00
Santa Chiara
Davide Iodice e la Scuola Elementare del Teatro presentano:
I camminatori della patente ubriaca
di Nicolò Sordo
mise en espace a cura di Mattia Di Mauro
coreografie Lia Guseyn-Zade
supervisione artistica Davide Iodice
con Chiara Vitiello, Emilio Marchese, Pasquale Saggiomo e Lia Guseyn-Zade
vincitore NDN Network Drammaturgia Nuova