Del cadere

61568741 1596092490523325 6159044632165482496 NLa nostra seconda serata a Kilowatt si apre con Garbuggino/Ventriglia per proseguire con il progetto made in France di Liz Santoro e concludersi con il circo in piazza Torre di Berta

Alle ore 18.00 a Palazzo delle Laudi va in scena O’ pesce palla, di Garbuggino/Ventriglia. Location e problemi tecnici non aiutano la fruizione di questo lavoro, che emana mistero e che avrebbe probabilmente bisogno di un luogo che permetta maggiore delicatezza e raccoglimento.
Un mare, un universo, un corpo celeste visto vicino vicino, come l’isola di Laputa, ma a forma di pesce gigante, che galleggia sopra il nostro pianeta ormai deserto. Una landa desolata sulla quale si aggirano poche creature, sperse. Come apparizioni, pronte a sparire, prima il cavallo di Don Chisciotte reclama attenzione, poi il famoso Hidalgo, mentre Pancho, seduto, fissa il pubblico – inquietante creatura metafisica. Restano poi altre figure ad aggirarsi in quello spazio: lo scenario di un’inconsueta apocalisse dove solo gli sconfitti, ma dal cuore delicato, riescono ad abitare. Gli strambi. Oltre la soglia del riscatto, laddove “i tuoi occhi non cercano più niente in nessuno, e allora ci si può davvero incontrare”. Dove non c’è più nulla da sperare, ma solo un orizzonte da scrutare, e la notte da ammirare. A questo universo la musica, eseguita dal vivo dal chitarrista Gabrio Baldacci, offre un tono amaro, l’atmosfera di un far west desolato, il cui colore dominante è il blu.
Come accennato, la replica ha incontrato problemi tecnici che non hanno facilitato la fruizione di uno spettacolo già di per sé difficile. Il pubblico (per lo meno chiunque si sia posto il problema, prima di giudicare) ha potuto confrontarsi con un genere di opera che non strizza l’occhio allo spettatore;
con la ricerca artistica di due autori che seguono il proprio cammino, la propria personale traiettoria di ricerca. Là dove il poeta guarda la Luna, o si è pronti a guardare dove lui indica o l’incontro è davvero improbabile.
Ed è interessante ascoltare i commenti di alcuni spettatori proprio per riflettere sulle modalità dell’incontro fra opera e pubblico quando in scena si incontrano spettacoli di questo genere. Come avvenuto la sera precedente con Tinaos, è nel momento dello spettacolo “scomodo” che si mette alla prova la capacità e la volontà – o la disponibilità – dello spettatore all’incontro, quando cioè ci si confronta con uno spettacolo di qualità, ma ostico sotto altri punti di vista. Queste sono, per lo meno, occasioni per porsi delle domande.

La serata prosegue con Stereo di Liz Santoro, danzatrice statunitense che, insieme allo studioso francese Pierre Godard (e connessa dal vivo da Brooklyn con Cynthia Koppe), promette uno spettacolo in cui “si ha un’esplorazione del rapporto fra rappresentazione e pubblico, e della relazione tra corpi a distanza, traendo ispirazione dalla fisica quantistica”.
Confessiamo che il nesso con la quantistica è rimasto, per noi, un mistero. In scena abbiamo visto la danzatrice ballare su una doppia proiezione (a terra e alle sue spalle), sulla quale sono stati battuti – in tempo reale da Brooklyn – caratteri, parole, frasi e discorsi. La parola si fa grafica, nero su bianco, ovvero base sulla quale la danzatrice si muove. Ed è un po’ questo l’aspetto più affascinante: l’integrazione grafica nello spazio, di corpo e parole in movimento.
Misteriosa anche la domanda iniziale rispetto a ciò che accade in scena: “Come posso indossare il corpo di un altro? Non ho la patente per questo”. Che fosse questo il tentativo di chi scriveva a Brooklyn, ossia indossare il corpo di Liz? Chissà.

L’ultimo spettacolo della nostra serata, 11, ci aspetta in piazza Torre di Berta. Protagonista Kolektiv Lapso Cirk con i suoi numeri di equilibrismo su sedie e acrobatica al palo cinese. Niente linea drammaturgica a creare un fil rouge tra le varie esibizioni (gli anni passati gli spettacoli circensi possedevano anche una sottile narrazione sulla quale si innestavano i numeri), che si susseguono l’una dopo l’altra senza sorprese: per quanto vi siano variazioni, il palo cinese non offre evidentemente molta flessibilità e non è l’emblema della versatilità. Emozione e suspence per il numero finale anche se, pure in questo caso, si vive più l’emozione che nasce dal rischio della costruzione e della caduta che il pizzicore e ghiribizzo della magia.

Gli spettacoli sono andati in scena nell’ambito di Kilowatt Festival 2019:
Sansepolcro (AR), varie location

martedì 23 luglio 2019
ore 18.00
Palazzo delle Laudi
O’ pesce palla. La vita dalla Terra
di e con Silvia Garbuggino e Gaetano Ventriglia
musiche Gabrio Baldacci

ore 20.15
Teatro alla Misericordia
Stereo
di Liz Santoro e Pierre Godard
con Liz Santoro
scenografia Mélanie Rattier
musiche Greg Beller
luci Laïs Foulc
costumi David Anselme
con la collaborazione artistica di Cynthia Koppe
direttore tecnico Titouan Lechevalier
amministrazione e produzione Claire Guièze e Margaux Roy

ore 22.00
piazza Torre di Berta
Kolektiv Lapso Cirk / Veronica Capozzoli presentano:
11
con Veronica Capozzoli e Amedeo Garri
aiuto coreografico Iris Muñoz
luci Flavio Cortese
musiche Lorenzo Abattoir
co-produzione Espace Périphérique – La Villette, CIRCollaborative Tools-Erasmus+, Espace Catastrophe, CIRQUEON, Festival Mirabilia, Cirko Vertigo, Industria Scenica, Cordata F.O.R
con il supporto di CdLA-Café de Las Artes de Santander, Latitude 50, Flic Scuola di Circo, Teatro Nucleo, C.L.A.P.S.