Chiude la prima edizione di Pacta. dei Teatri, il curioso testo diretto e interpretato da Riccardo Margherini, L’Universo, molto probabilmente.

«Va tutto bene», esordisce con queste parole Emmanuel Abacus, il protagonista della curiosa pièce L’Universo, molto probabilmente, apostrofando il pubblico di fantasmi olografici in sala. «Va tutto bene, non c’è nulla di cui dobbiate preoccuparvi!». Ma, a ben guardare, qualcosa di cui preoccuparsi effettivamente c’è. In un lontanissimo quanto improbabile futuro, scopriamo infatti che la Terra, un pianeta costruito su ordinazione dal Grande Architetto della nota azienda ImperialCasa, è stato demolito.

L’unico terrestre superstite, la scimmia Natale, vive a bordo di un’assurda astronave, insieme ad Abacus e a una donna bionica addetta al funzionamento della macchina.

È lo stesso Abacus, l’operaio preposto al controllo della macchina e dell’androide, a raccontarci la sua storia e quella di Natale, cantando simpatici motivetti e leggendo involontariamente le pagine del Sussidario, il libro più famoso – e proibito – di tutti i tempi, in grado di fornire un prezioso vademecum a tutti gli astro-stoppisti galattici.

Così, mentre la giovane cyborg batte a macchina e ripete a voce alta cifre all’apparenza senza senso e la scimmia legge manuali su manuali per comprendere il funzionamento dell’androide e dei suoi marchingegni, Abacus svolge il suo lavoro e si intrattiene al telefono con il Grande Architetto – identico nell’aspetto a Leonardo Da Vinci.

La prima parte dell’opera, di grande impatto grazie anche a una buona dose di effetto sorpresa, lascia però il posto a una seconda parte stemperata e a tratti ripetitiva, in cui le gag divertenti della parte iniziale non trovano il giusto proseguimento, ma perdono sostanza nella reiterazione troppo esasperata.

Alleggerita dai motivetti cantati da Abacus e dai suoni tipici di un cartone animato, lo spettacolo si concentra sul rapporto idiosincratico – ma paradossalmente complementare – tra uomo e macchina, in cui il personaggio più ricco di sentimenti e profondità di pensiero è proprio la giovane cyborg, l’unica che sembra soffrire a causa della condizione di vita in cui i tre protagonisti si trovano intrappolati e che minaccia più volte il suicidio. Dal canto suo, la scimmia terrestre appare invece apatica e fredda, chiusa in un guscio impenetrabile, impossibile da scalfire.

A chiudere il cerchio dell’intera, assurda vicenda e ad accendere nuovi interrogativi, la curiosa scoperta legata ai reali committenti della costruzione della Terra: non gli esseri umani, ma i topi, animati dall’intenzione di comprendere, attraverso lo studio degli uomini, il reale senso della vita, cercando – inutilmente – di dare una risposta alla domanda ultima che racchiude tutti gli interrogativi possibili: «Perché?»

Lo spettacolo continua:
Teatro Oscar

via Lattanzio 58 – Milano
fino a mercoledi 29 giugno
orari: da martedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 17.00

L’Universo, molto probabilmente
Omaggio a Douglas Adams
progetto e regia Riccardo Margherini
con Riccardo Margherini, Vanessa Korn, Marco Pezzi
video e immagini Ino Lucia
musiche originali Maurizio Pisati
assistente alla regia Marco Pezzi
produzione Pacta. dei Teatri