Il mondo è grande, ma l’uomo in catene non va lontano

elfo-pucciniAl Teatro Elfo Puccini prende vita la struggente opera di Oscar Wilde, ispirata agli anni della sua prigionia, nell’allestimento diretto da Elio De Capitani.

La chitarra di Giovanna Marini, cantautrice e musicista di lungo corso, introduce il pubblico del Teatro Elfo Puccini nella dolente atmosfera de La Ballata del carcere di Reading, intima opera di Oscar Wilde tradotta e adattata al palcoscenico da Elio De Capitani e Umberto Orsini, per la regia dello stesso De Capitani.

A dar voce al racconto doloroso e disperato del grande scrittore e poeta irlandese, Umberto Orsini, che ha scelto di non calarsi nei panni di Wilde ma semplicemente di raccontarne la storia sfogliando le pagine del suo libro, elemento scenico fondamentale su cui si impernia tutta la piéce.

Attraverso la vicenda di un condannato a morte, Oscar Wilde narra tutto l’orrore della prigione, senza mai parlare direttamente della sua esperienza dietro le sbarre, ma ergendo a protagonista del racconto la figura di un ex militare reo di aver ucciso la moglie e prossimo alla forca.

La scena è desolata, arida nell’arredamento spartano, costituito da un grande tavolo, panche scure e qualche sedia, quasi a rendere tangibili, “fisici”, il disagio e la desolazione spirituale provati dai detenuti.

Accompagnato dalle musiche composte da Giovanna Marini, che intona i versi di Wilde come nenie irlandesi, Orsini dà voce alla disperazione e al dolore dei prigionieri, facendosi carico della loro sofferenza e trasmettendola al pubblico con immediata durezza, senza filtri o riguardi.

Colpisce nel profondo questa storia di miseria e prigionia, di privazione e smarrimento, di occhi rassegnati alla disperata ricerca di quel piccolo lembo di azzurro che in galera si chiama cielo.

Colpisce nella sua bruciante attualità, nella crudezza della narrazione che mescola linguaggio aulico a lessico popolare, resa ancora più forte e di grande suggestione dall’interpretazione magistrale di Orsini, carica di partecipazione, ma garbatamente misurata.

Nell’oscurità satura di spettri urlanti che circonda le celle e i suoi occupanti, tremanti di paura e terrore dinanzi alla tragedia della morte, la voce di Orsini scuote l’anima degli spettatori, dichiarando apertamente l’inutilità di «pagare morte con morte». In fondo, come sostiene lo stesso Oscar Wilde, «ogni uomo uccide la cosa che ama, alcuni con uno sguardo crudele, altri con una parola gentile. Il codardo uccide con un bacio, l’uomo coraggioso con una lama sottile». Ma non tutti muoiono per questo.
Sembra quasi di riuscire a scorgerlo, in un angolo, quel piccolo spicchio azzurro che in carcere si chiama cielo.


Lo spettacolo continua:
Teatro Elfo Puccini

Corso Buenos Aires 33 – Milano
fino a domenica 18 maggio
Orari: da martedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 16.00

La Ballata del carcere di Reading

di Oscar Wilde
traduzione e adattamento di Elio De Capitani e Umberto Orsini
con Umberto Orsini e Giovanna Marini
regia di Elio De Capitani
musiche di Giovanna Marini
produzione Compagnia Umberto Orsini