La calunnia è un venticello

teatro-pergola-firenzeIl Teatro della Pergola di Firenze ha aperto le porte a La Bottega del Caffè di Carlo Goldoni, intrattenendo e divertendo dal 17 al 22 novembre con i suoi personaggi il numeroso pubblico fiorentino.

Venezia, giorni di Carnevale. È l’alba e un onesto caffettiere di nome Ridolfo si prepara, con l’aiuto del suo fidato e spensierato garzone Trappola, ad accogliere i suoi clienti. Il primo a giungere alle porte della bottega è un nobiluomo napoletano chiacchierone e pettegolo di nome Don Marzio. Egli osserva e giudica tutto il mondo guardando all’interno del suo piccolo monocolo dorato, una «diabolica lente» come la definisce il regista. Di lì a poco farà il suo ingresso anche Eugenio, uno scapestrato venditore di stoffe solito nel trascorrere le notti a giocare (e perdere) nella casa di gioco del signor Pandolfo, e che il buon Ridolfo decide di aiutare.
C’è poi una bella ballerina che incanta tutti dalla sua finestra, un conte (che a ben vedere tanto conte non è) e una giovane donna che si finge pellegrina per stanare e riportare a casa suo marito (il finto conte che nel frattempo ha dichiarato eterno amore e volontà di matrimonio alla ballerina).
Sono questi i perni attorno ai quali ruota l’intera vicenda, questi i personaggi che danno vita a una commedia che, nell’arco di una sola giornata, svela vizi e virtù umane e mostra la decadenza di una città, la Serenissima, che Goldoni iniziava a sentire stretta e dalla quale poco dopo prenderà definitivamente le distanze partendo per Parigi.

La regia di Maurizio Scaparro appare adeguata e lineare. L’intento del regista era prima di tutto «tornare a parlare di Venezia e dei suoi Carnevali» con la consapevolezza che Goldoni stava abbandonando la «visione magica» della città. Ecco dunque che le malefatte dei personaggi si moltiplicano, le malelingue aumentano e tutto ruota intorno allo zecchino. Portabandiera di tale decadenza e, probabilmente, voce di Goldoni è Don Marzio: è lui infatti che tesse le trame di feroci (quanto spassosi) pettegolezzi che coinvolgono tutti i personaggi e che vengono sussurrati da una bocca all’altra spirando agili e veloci come un venticello rossiniano e, di conseguenza, scaturendo una serie di fraintendimenti da farsa.
Polo opposto del gentiluomo napoletano, è Ridolfo. Egli incarna la bontà e l’onestà più pure e, quasi al pari di un cavaliere senza macchia e senza paura, si ritrova da solo a far fronte ai mille intoppi causati dagli stolti dai quali è circondato. Trionferà, è vero, ma solo alla fine e soltanto dopo molte difficoltà quasi come se Goldoni, strizzandoci un occhio, dicesse «anche questa volta è andata bene… ma la prossima come finirà?».
Gli attori si sono dimostrati all’altezza dei loro ruoli. I loro personaggi ben caratterizzati e credibili. Una nota di merito è sicuramente dovuta a Pino Micol, Don Marzio tanto curioso e maldicente quanto divertente, e a Vittorio Viviani, Ridolfo temerario e infaticabile.
Bellissime le scene e i costumi di Lorenzo Cutùli (finalmente una commedia settecentesca ambientata nel settecento) e romantiche e fiabesche le musiche di Nicola Piovani, eseguite al violino da Lisa Green.

La Bottega del Caffè di Goldoni è un’opera estremamente divertente ma anche più profonda di quanto voglia apparire, e la versione di Scaparro lo lascia intendere molto bene. Si tratta di una sottile accusa che il drammaturgo veneto scaglia contro una umanità e una città a cui sente di non appartenere più e che accusa, difendendosi sarcasticamente: «i miei caratteri sono umani, sono verisimili, e forse sono veri, ma io li traggo dalla turba universale degli uomini, e vuole il caso che alcuno di essi si riconosca. Quando ciò accade, non è mia colpa che il carattere tristo a quel vizioso somigli; ma è colpa del vizioso, che dal carattere ch’io dipingo, trovasi per sua sventura attaccato».

Lo spettacolo continua
Teatro della Pergola

Via della Pergola, 18 Firenze
da martedì 17 a domenica 22 novembre
feriali ore 20:45 domenica ore 15:45

La Bottega del Caffè
di Carlo Goldoni
regia Maurizio Scaparro
con Pino Micol, Vittorio Viviani, Manuele Morgese, Ruben Rigillo, Carla Ferraro, Maria Angela Robustelli, Ezio Budini, Giulia Rupi, Alessandro Scaretti
musiche Nicola Piovani
eseguite dalla violinista Lisa Green
scene e costumi Lorenzo Cutùli
luci Maurizio Fabretti