Il mito, oggi

Al Fabbrichino di Prato, debutta il nuovo spettacolo di Oscar De Summa, La Cerimonia. Un invito a interrogarsi sul disagio giovanile ma anche sulle nostre esistenze vuote di autenticità.

Un muro di apatia più spesso di quello di gomma, la mancanza di empatia e il rifiuto alla comprensione, l’incapacità di fare i conti con la banalità di un’esistenza comune, la difficoltà di crescere – che passa anche attraverso l’accettazione della comune mediocrità, alla quale non fanno eccezione i genitori. Dal mito, all’esistenza umana.
Il disagio giovanile, sdoganato dalle categorie e dai titoli strombazzati sui media, è un rivolo di situazioni diverse, che spesso si sviluppano in condizioni di apparente normalità. Edi non ha particolari problemi economici né di socializzazione, va bene a scuola e vive – possiamo supporre – in un contesto medio borghese dove potrebbe sviluppare appieno le sue potenzialità. Eppure, qualcosa le impedisce di fare il passo e varcare la porta dell’adolescenza entrando nell’età matura. Cosa le manca? Forse, semplicemente, un po’ di modestia. Quella modestia indispensabile per accettare la mancanza di autenticità propria dell’essere umano e, quindi, anche del padre e della madre e, di rimando, di noi stessi – generati da quei lombi che disprezziamo ma dai quali fatichiamo ad allontanarci.
Un disagio da Paese per ricchi, ovviamente. In una risaia thailandese o in un campo profughi nordafricano, sembrerebbe ridicolo. Ma le radici culturali europee affondano nel mito edipico e la relativa sicurezza economica che, negli anni Settanta, aveva generato un anelito a un altro mondo possibile, oggi spinge molti, troppi giovani a inseguire la felicità da smartphone di nuova generazione o da mutanda firmata. Una waste land senza nemmeno un briciolo di poesia.
Nel 1995 Claude Chabrol firmava uno dei suoi capolavori, La Cérémonie (su quel buio della mente che genera morte). Oggi Oscar De Summa firma La Cerimonia, sostituendo al disagio psichico quello personale ed esistenziale di una generazione x che, forse, per riprendersi in mano la vita, avrebbe bisogno di uscire innanzi tutto dal guscio per scoprire che il resto del mondo non gira intorno all’ombelico europeo, e che lavarsi i denti con l’acqua potabile è un privilegio che miliardi di esseri umani non hanno.
A interpretare un testo dove si affastellano richiami e stratificazioni, tra poesia e denuncia, quattro interpreti in stato di grazia, sostenuti da scelte musicali che aggiungono forza a un messaggio mai banalizzato dall’univocità.
De Summa, ritagliandosi il piccolo ma determinante ruolo di Tiresia (che conduce Edipo/Edi alla verità su se stesso/a) scandisce i passaggi della presa di coscienza. Mentre i genitori, con credibilità, scendono i loro gironi infernali per passare dalla superficie torbida ma tranquilla delle loro piccole white lies, al grumo scuro e torbido dell’autenticità – che, spesso, si sgretola come argilla al sole di fronte ai meschini compromessi che la vita impone.
La cerimonia condurrà alla tragedia (riproponendo il mito o il giallo à la Chabrol) o una possibile via per riveder le stelle? Al pubblico scoprirlo.

Lo spettacolo continua:
Fabbricone (Sala 2 – Fabbrichino)

via Ferdinando Targetti, 10/8 – Prato
fino a domenica 9 aprile, feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30

Oscar De Summa presenta:
La Cerimonia
di Oscar De Summa
regia Oscar De Summa
con Oscar De Summa, Vanessa Korn, Marco Manfredi e Marina Occhionero
scene e costumi Lorenzo Banci
luci Roberto Innocenti
produzione Teatro Metastasio di Prato
(prima assoluta)