Nel presente

Città Del Teatro E Della CulturaSarà una stagione amara, dal piglio severo. Il Teatro di Cascina lancia la sua sfida al mal di vivere della società odierna con il suo programma per l’autunno/inverno.

Lavoro in corso, lavoro concluso. Lavoro, lavoro. L’autunno è sacro al lavoro, al cibo, all’opera dello studente e dell’artefice. Se è vero il mito della Genesi, dev’essere capitata in autunno.
Cascina 2019. Si intitolerà Nel presente, la nuova Stagione. Dodici spettacoli, dodici riflettori dalla scena al mondo, trapassando corpi per metà teatrali, per metà televisivi.
Iniziamo con Dario Fo e Franca Rame. Coppia aperta, quasi spalancata occhieggia alle ipocrisie della società contemporanea, riproposto nella regia di Alessandro Tedeschi, distintosi già come attore della Carrozzeria Orfeo. Gli interpreti di questo naufragio borghese si chiamano Alessandro Federico e Chiara Francini, lei fresca di pellicola – ha recitato in Martin Eden.
È poi il turno del Signor G, ricondotto in scena dalla regia di Andrea Scanzi – in E pensare che c’era Giorgio Gaber – che si è confrontato con la statura del compianto cantautore in più di cento repliche. E mai come oggi sarebbero calzanti i suoi testi, oggi ma anche sempre: chissà se si è mai vista una politica che non fosse tragicomica.
Di tutti i teatri in Toscana Renzo Arbore ha scelto Cascina. Oltre due ore per la sua unica tappa nella nostra regione e i canti partenopei dell’Orchestra Italiana, giunta a celebrare i 50 anni di attività artistica.
E poi c’è la paranoia, la tensione prima del botto di Capodanno. C’è Brina, firmato Teatrodilina, regia di Francesco Lagi, che dal banale rompersi di un frigorifero ingrana un’escalation di malessere e diffidenza, a denuncia del perenne stato di guerra fredda che attanaglia fin dagli albori la nostra società. Francesco Colella, attore di punta, vanta il premio Ubu e la direzione di Ronconi, Longhi, Carsen e Tiezzi.
Anno nuovo e nuove storie. Inizia Geppi Gucciari portando in scena Perfetta, testo di Mattia Torre (dalla sua penna era nata la serie TV La linea verticale), con una prosa ora ironica e ora seria che s’impernia sulla tematica del ciclo femminile e sull’impatto di questo nella percezione sociale e psicologica, in scena in 17 gennaio.
E se Perfetta si orna di continui cambi di registro, con Arsenico e vecchi merletti l’ambiguità tocca il vertice e sfugge alla definizione dello stesso regista (Geppy Gleijeses), indeciso tra dark-comedy e giallo-rosa per porgere una classificazione ai delitti di due irreprensibili signore, zie di un protagonista allibito e incarnate da Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini.
La classe approda a febbraio prendendo dal capolavoro La classe morta i contesti e i pupazzi, mentre la regista Fabiana Iacozzilli riconduce le memorie dei compagni, le intreccia e le vincola nelle sue marionette. È una ricerca a più medium, che passa ai gesti là dove la parola si è annichilita. Più canali di sfiato per cacciar fuori senza esplodere.
Ci vuole delicatezza. E ce ne vuole anche ne Il problema, su testo di Paola Fresa, prosa poeticamente razionale che gira e indugia sull’Alzheimer di un padre e la negazione della famiglia, sezionando le fasi di un male che è sì individuale ma, come ogni regalo del caos, coinvolge anch’esso il vissuto collettivo. Lo spettacolo, in cui ad affiancare la Fresa intervengono Nunzia Antonino, Franco Ferrante, Michele Cipriani e Christian Di Domenico, arriverà a Cascina nell’ultimo giorno di febbraio, il mese scempiato, quasi a volerne constatare il moncherino o cercarne il 30 perduto.
Sverniamo con la più comune delle malattie; sverniamo con l’amore. L’ammore nun è ammore ci porta il 7 marzo uno Shakespeare “tradito e tradotto” in vulgata partenopea da Dario Jacobelli, che vincola il mal sentimento del Bardo alle passioni dei guappi napoletani, a quel senso di consapevole disfatta seppellita dall’ostensione della vita. Uno spirito che bazzica tra il Ridi pagliaccio di Leoncavallo e i periodi blu e rosa di Picasso. Accompagnato dalle percussioni e dai cordofoni di Marco Vidino, Jacobelli impugna le maschere del sud e scioglie al poeta la sua treccia manierista, sfogandone l’empito sentimentale con la parola napoletana, cruda e profonda, complementare a quella inglese.
Ancora marzo, ancora malessere. Il morbo è la solitudine di un paese e dell’uomo che lo abita, quasi l’ultimo di una serie. L’uomo, impersonato da Silvio Orlando, non vuole più alzarsi né camminare. Il dramma dell’abbandono risveglia i figli dal torpore e svela un disagio del nostro tempo, un disagio che ha l’odore di corridoi medici, rumoreggia come una TV in cerca di segnale e pone tra le generazioni mura di cemento armato – il cemento ha salvato la nostra edilizia, le nostre città. Ma che ne è stato dei paesi?
Si nota all’imbrunire (solitudine da paese spopolato) sarà a Cascina il 19 marzo.
Si vive soli, non sempre soli si muore. Dario De Luca porta in scena Lo psicopompo, ossia le vicende di un angelo della morte – uno dei tanti infermieri di clinica, l’ultimo miglio immacolato che ogni società possiede e minimizza quanto può. S’intesse qui la conversazione tra il medico e la donna che vuol farla finita, impersonata da Milva Marigliano, che annovera tra le proprie performace il ruolo in Sulla mia pelle.
Ad aprire il nuovo e ultimo mese, aprile, è Fassbinder con Le lacrime amare di Petra Von Kant, adattamento teatrale diretto da Maurizio Lupinelli che indaga il torbido rapporto di una stilista e della sua collaboratrice. Il film, le cui riprese durarono appena dieci giorni, passa qui sulle assi del teatro, operando in scala metaforica quel dialogo di mondi differenti ma affini che ritroviamo per tutto lo spettacolo nelle due donne.
Da bisbetica a bisbetica. Chiudiamo con l’ironia questa carrellata di pessimiste constatazioni. Shakespeare torna il 23 aprile nelle mani di Tonio De Nitto, che ci porta la sua versione de La bisbetica domata. Ancora una resa all’amarezza, dunque, mascherata qui da rasserenata acquiescenza e accompagnata dalla concordanza di rime e musica.
Contemporanei per davvero. Meglio godersela in compagnia, questa Stagione. E possibilmente dopo un filosofico, conciliante bicchiere di vino.

La Città del Teatro. Stagione 2019/2020
via Tosco Romagnola, 656
Cascina (PI)

Programmazione completa:
sabato 9 novembre, ore 21.00
Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini/Infinito SRL presentano:
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA

sabato 23 novembre, ore 21. 00
Epoché ArtEventi presenta:
Andrea Scanzi in
E PENSARE CHE C’ERA GIORGIO GABER

venerdì 13 dicembre, ore 21.00
The Boss s.r.l presenta:
RENZO ARBORE E L’ORCHESTRA ITALIANA

sabato 14 dicembre, ore 21.00
Fondazione Sipario Toscana presenta:
un progetto Teatrodilina
BRINA

venerdì 17 gennaio 2020, ore 21.00
ITC2000 presenta:
Geppi Cucciari in
PERFETTA

venerdì 7 e sabato 8 febbraio, ore 21.00
Gitiesse Artisti Riuniti presenta:
Annamaria Guarnieri e Giulia Lazzarini in
ARSENICO E VECCHI MERLETTI

sabato 15 febbraio, ore 21.00
CrAnPi
in coproduzione con Lafabbrica, Teatro Vascello, Carrozzerie / n.o.t presentano:
LA CLASSE

venerdi 28 febbraio, ore 21.00
Fondazione Sipario Toscana/ ErreTiTeatro30 presentano:
IL PROBLEMA

sabato 7 marzo, ore 21.00
Elledieffe SRL presenta:
Lino Musella in
L’AMMORE NUN’E’ AMMORE
30 sonetti traditi e tradotti da Dario Jacobelli

giovedi 19 marzo, ore 21.00
Cardellino SRL presenta:
Silvio Orlando in
SI NOTA ALL’IMBRUNIRE
(Solitudine da paese spopolato)

sabato 28 marzo, ore 21.00
Scena Verticale presenta:
LO PSICOPOMPO
scritto e diretto da Dario De Luca
con Milvia Marigliano e Dario De Luca

sabato 4 aprile, ore 21.00
TPE Torino, Armunia
in collaborazione con Nerval Teatro, Residenza TeatroLaCucina/Olinda presentano:
LE LACRIME AMARE DI PETRA VON KANT
di R.W. Fassbinder

giovedì 23 aprile, ore 21.00
Fondazione Sipario Toscana/ Factory Compagnia Transadriatica presentano:
LA BISBETICA DOMATA
regia Tonio De Nitto

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