Anamnesi di un’ossessione

Dopo l’interruzione dovuta a un infortunio dell’attrice Caterina Bajetta, lo spettacolo “rivive” il suo debutto allo Spazio Tertulliano con la giovanissima Elisabetta Scarano.

Allo Spazio Tertulliano si grida quasi al miracolo. Dopo il debutto del 12 ottobre, infatti, La donna che visse due volte era stato interrotto a causa di un infortunio della protagonista Caterina Bajetta. Il momento è stato drammatico per il teatro e la scelta di sostituire l’attrice molto sofferta ma, al di sopra di qualsiasi aspettativa, in soli tre giorni, il regista Alberto Oliva, supportato dalla grande professionalità degli attori Mino Manni e Giuseppe Scordio, grazie alla grande generosità di Caterina e all’incredibile bravura della ventunenne Elisabetta Scarano – appena diplomata alla Scuola del Piccolo Teatro – sono stati in grado di far rinascere lo spettacolo e di presentare al proprio pubblico un lavoro ben orchestrato e di buona qualità.

Lo spettacolo prende avvio dal romanzo D’entre les morts di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, pur rifacendosi in parte al film omonimo di Alfred Hitchcock che lo rese celebre. Un adattamento – scritto a tre mani da Romilda Merli, Alberto Oliva e Mino Manni – interessante soprattutto perché emergono tre diversi livelli di lettura: la trama tipica di un giallo con colpi di scena e agnizioni, il rapporto morboso tra i personaggi e, infine, l’ossessione di un uomo per una donna che ha amato molto e che tenta a tutti i costi di far rivivere in un’altra.

Diversi anche i livelli di lettura che si ritrovano nella scenografia, curata nel dettaglio e assolutamente funzionale allo svolgersi degli eventi. Sul palcoscenico vediamo infatti un cimitero – ovvero il luogo par excellence dove i morti incontrano i vivi e viceversa. Mentre la parte retrostante il palco – diviso da un telo retroilluminato – è il luogo del passato, dove rivive Madeleine e che, grazie a una serie di elementi mobili, diventa, di volta in volta, un ambiente diverso a seconda del racconto. La platea, infine, è lo spazio dove i vivi possono ricongiungersi. Un effetto molto particolare, quest’ultimo, che coinvolge ancora di più il pubblico in sala.

Uno spettacolo suggestivo, a tratti onirico, fatto di flashback e scandito da numerosi colpi di scena, che cattura lo spettatore e lo stupisce. Non esistono cali di tensione, il ritmo è ponderato e, soprattutto, ben scandito non solo dai quadri scenici, ma altresì dalle musiche, utilizzate in maniera drammaturgica piuttosto che come semplice accompagnamento, quasi fossero l’ennesimo personaggio della storia.

Per quanto riguarda la recitazione, Giuseppe Scordio appare a proprio agio nei panni di Jaques – una figura elegante, altera, aristocratica nei movimenti – facendo altresì mostra di un’interpretazione pulita, decisa e convincente. Mentre Mino Manni, già calorosamente applaudito dal pubblico milanese, convince nel ruolo di un delirante ex poliziotto ossessionato dal passato – dalla ricerca di quell’attimo di felicità che la sua Madeleine gli aveva offerto. Buona anche l’intesa tra lui ed Elisabetta Scarano, soprattutto se si pensa al poco tempo a disposizione per raggiungere un certo feeling.

Una bella prova che dimostra non solo la grande professionalità del cast ma anche la crescita di un giovane regista che può già vantare numerosi lavori di ottima fattura. Alberto Oliva e Mino Manni saranno a brevissimo a Teatro Libero – il primo con Notti Bianche, ripresa di una vecchia regia, ed entrambi con la nuova produzione La confessione, un monologo che affronta lo scabroso tema della pedofilia.

Lo spettacolo continua:
Spazio Tertulliano

Via Tertulliano, 68 – Milano
fino a domenica 30 ottobre
orari: da mercoledì a sabato ore 21.00 – domenica ore 16.00
La donna che visse due volte
tratto dal romanzo D’Entre Les Mors di Boileau e di Narcejac
con Mino Manni, Elisabetta Scarano e Giuseppe Scordio
regia di Alberto Oliva e Romilda Merli
adattamento Romilda Merli, Alberto Oliva e Mino Manni
produzione Spazio Tertulliano-Teatro di Castelsangiovanni