Un racconto di una “fabbrica” per guarire dall’intolleranza

La bravissima Giuliana Musso porta in scena all’Elfo di Milano una denuncia implacabile ma poetica dei seminari religiosi: un manifesto necessario contro ogni integralismo.

Tre storie di anziani sacerdoti, un resoconto dettagliato e, per molti inedito, di come avveniva (avviene ancora, in parte?) la formazione dei preti nei seminari pre-conciliari, tratto dal La Fabriche dai predis del grande intellettuale friulano Don Pietrantonio Bellina, il racconto del Concilio Vaticano II e delle resistenze incontrate da Giovanni XXIII. Ma soprattutto una straordinaria lezione di teatro e di storia. Difficile sintetizzare quanto, in un’ora e mezzo, Giuliana Musso, premio della Critica 2005, è riuscita a mettere insieme nel suo spettacolo La fabbrica dei preti, in scena all’Elfo Puccini di Milano. Mai quanto ora era necessaria la ripresa di questo testo, mentre a strepitare di “guerra santa” non sono soltanto coloro che ignorano storia e cronaca (mettendo tutti i musulmani nello stesso calderone, ignorando storia e differenze, stragi intestine e realpolitik), ma anche chi delle storia e della cronaca dovrebbe farne un mestiere.
Giuliana Musso ha la capacità di piegare il suo corpo e la sua voce, trasformandosi via via in un sacerdote impegnato ma cauto, in un altro anziano ma vigorosissimo e allegro, in un terzo provatissimo dalla vita. E nel raccontare le loro esistenze svela ciò che conosciamo poco e ricorda quello che vogliamo dimenticare: la ferocia dell’educazione “cattolica” nei seminari, un’ossessione per il corpo, la sessualità e le donne che diventa vera pornografia, l’allenamento alle punizioni corporali, all’oblio del mondo esterno, i divieti continui (a cominciare dalla lettura e dalle amicizie). Per sorvolare ovviamente sulla pedofilia, che alla fine appare quasi un capitolo inevitabile. La Musso svela, cioè, che a partire dalla cosiddetta Controriforma e dal Concilio di Trento (che ha creato i seminari e imposto la clausura in tutti i conventi femminili, oltre ad aver fatto calare una censura dittatoriale su pensiero e libertà di espressione), la Chiesa cattolica ha creato una rete di potere e di controllo integralista e oscurantista. E il cui nemico principale (e su questo mi sembra che ci si siano ancora molti problemi) non sono state le altre religioni, ma le donne e il sesso, o il corpo in senso lato. Il Concilio Vaticano II ha cambiato molto, molto di più ha cambiato il mondo con il suo corso: la Chiesa prova ora a colmare il ritardo. Gli integralisti di varie sponde son sempre pronti a rigettarci indietro.
Divertente, drammatica, informatissima (il lavoro è frutto di un’attenta ricerca collettiva anche di foto, testi e musiche), la Musso si conferma così uno dei migliori talenti del nostro teatro di narrazione.

Lo spettacolo è in scena
Teatro Elfo Puccini

Sala Fassbinder
c.so Buenos Aires 33 – Milano
dall’8 all’11 gennaio 2015

La fabbrica dei preti
di e con Giuliana Musso
assistenza e ricerche fotografiche Tiziana De Mario
responsabile tecnico Claudio Parrino
realizzazione video Giovanni Panozzo e Gigi Zilli
ricerche bibliografiche Francesca Del Mestre
consulenza musicale Riccardo Tordoni
canzoni e musiche di Giovanni Panozzo, Daniele Silvestri, Marcello Serli, Mario D’Azzo, Tiromancino
produzione La Corte Ospitale

(durata: un’ora e trenta)