Musica è Architettura, Architettura è Musica

Venerdì 4 dicembre ore 20 e 30, Musica e Architettura (con la maiuscola) s’incontrano al Palladium, il Teatro dell’Università degli studi di Roma Tre ospita la «lezione-concerto dedicata all’architettura e alla musica sacra a Roma tra Rinascimento e Barocco».

La serata ha alternato lezioni teoriche tenute dal musicologo Luca della Libera e dall’archirtetto Federico Bellini, a interventi musicali del Coro da Camera Italiano e l’Ensemble la Cantoria diretti dal Maestro Vincenzo di Betta.

Dopo i brevi ringraziamenti di rito, l’incontro inizia con un brano strumentale di Hans Leo Hasser Cantate Domino, breve, d’apertura, eseguito magistralmente dall’Ensemble con tromboni barocchi, viola da gamba, chitarrone.

A seguire, la prima lezione sulla musica sacra, su come alla trasformazione da canto monodico a polifonico si accompagni, parallelamente, l’attenzione all’organizzazione, alla posizione fisica dei cantanti musici nelle chiese e sui primi esempi di policoralità con due gruppi distinti che interagiscono e si sovrappongono.

Una lezione che, prima di riprendere l’excursus storico sulla coralità, diventa concreta con lo Stabat Mater di G. P. da Palestrina eseguito dal Coro da camera Italiano. All’aumentare dei cori, con ogni choro che ha il proprio organo, il problema della disposizione dei musici e dei cantori diventa, infatti, sempre più importante. Se ne ha un esempio nel Miserere dell’Allegri con la disposizione degli elementi in ordine da sinistra a destra (soprani, alti, tenori e baritoni) e l’emersione delle voci soliste.

Solo da questo momento si potrà parlare, come esemplarmente spiegato dal professor Bellini, analizzando gli studi per la Lanterna di Sant’Ivo alla Sapienza del Borromini, primo fra i grandi architetti a progettare la cantoria pensando alla musica e all’architettura insieme, di architettura policorale dove il ruolo dell’organo acquista una propria e tipica magnificenza in età barocca.

Tra gli esempi di questa attenzione, spicca un’autentica e spettacolare opera d’arte, l’organo di Santa Maria del Popolo del Bernini con rami di quercia che abbracciano le canne. E se nella seconda metà del 600 con Corelli prese avvio l’autonomia della musica strumentale e  con il protagonismo degli organi venne a determinrasi la necessità di riservare un unico luogo per musici e cantori  fu nel 700 che gli organi vennero collocati all’ingresso sopra l’entrata delle chiese.

Una serata di Musica e Architettura, impreziosita dalla solenne chiusura musicale del Kyrie e Agnus Dei della Missa in angustia pestilentiae a 16 voci e organo di Orazio Benevoli, il cui coro e i musicisti hanno mostrato di saper assecondare l’ottimo lavoro del Maestro di coro con uniformità e ben rimanendo nel registro delle voci, durante la quale professori e artisti di livello si sono alternanti, offrendo a studenti e appassionati una interessante e innovativa commistione delle arti «in grado di illuminare caratteri trascurati dell’architettura sacra tra Rinascimento e Barocco e repertori musicali poco conosciuti».

La lezione-concerto si è tenuta presso:
Teatro Palladium
Università degli studi di Roma Tre, Garbatella – Roma
venerdì 4 dicembre, ore 20:30

La Forma della musica
a cura di Federico Bellini e Luca Della Libera
Coro da Camera Italiano, Ensemble La Cantoria
maestro di Cappella Vincenzo di Betta
musiche di G.P. Pergolesi, O. Benevoli, G. Allegri