Al Teatro Franco Parenti, Saverio La Ruina porta in scena uno spettacolo di grande impatto emotivo per raccontare la violenza sulle donne.

Il tema è forte e molto attuale: la violenza sulle donne.

A trattarlo è Saverio La Ruina che, estraneo alle banalità, sceglie un testo ambientato in altri tempi che tratta di violenza da parte di un padre nei confronti della figlia “peccatrice e disonorata”.

Pascalina è la terzogenita in una modesta famiglia calabrese e il suo sogno – comune alle giovani dell’epoca – è quello di sposarsi. Ci sono però delle regole da rispettare: prima che lei possa farlo la sorella maggiore deve aver compiuto lo stesso passo e se non le si trovasse marito, Pascalina dovrà rimanere zitella: etichetta pesante da portare in paese. Regole troppo strette per il suo cuore di ragazza che batte all’impazzata di fronte al primo grande amore: un uomo al quale non riesce a dire no e, in men che non si dica, la protagonista si ritrova incinta. Messo davanti al fatto compiuto e al danno procurato, il giovane non si assume le sue responsabilità e scappa. Un’opportunità questa che Pascalina, in quanto donna e futura madre, non può afferrare. Il padre di lei, a questo punto, incapace di perdonare quello che viene considerato un errore – addirittura un peccato – dall’intera società, per punizione sottopone la figlia a crude violenze e poi la abbandona. Ma Pascalina sopravvive e riesce a dare alla luce un maschietto.

Questa storia così lontana eppure così vicina al vissuto di tante donne è raccontata in forma di monologo dall’autore del testo: Saverio La Ruina – un uomo. Uno spettacolo interamente in calabrese che, da un lato, può risultare di difficile comprensione ma, dall’altro, proprio la scelta linguistica rende vibrante la messinscena.

Su un palco totalmente vuoto, La Ruina riesce a mantenere viva l’attenzione del pubblico, nonostante l’ora e mezza di monologo sia intervallata unicamente da brevi pezzi di musica dal vivo. Nessun cambio d’abiti e per scenografia una sedia: a Saverio La Ruina basta solo la sua bravura per passare in maniera convincente da un ruolo femminile a uno maschile, modulando le voci con maestria e puntando sulla gestualità. E proprio quest’ultima e il tono della voce aiutano il pubblico a capire i concetti espressi, al di là del dialetto.

Lo spettacolo arriva dritto al cuore dello spettatore, uomo o donna che sia. Ma La Ruina ci lascia con un dubbio atroce: che il racconto sia in qualche modo autobiografico dato che al neonato viene dato il nome di Saverio? O forse ognuno di noi potrebbe essere quel bambino – o quella donna?

Pubblico attento a ogni singola parola, gesto o movimento dell’attore mentre sui visi si susseguono espressioni di spavento, sgomento e rassegnazione.

Lo spettacolo continua:
Teatro Franco Parenti
via Pier Lombardo 14 – Milano
fino a venerdì 24 ore 20.45 

Dissonorata
di e con Saverio La Ruina
musiche originali eseguite dal vivo da Gianfranco de Franco
collaborazione alla regia Monica de Simone
produzione Scena Verticale
con il sostegno di MIBAC, regione Calabria