Tra sogno e realtà

Finalmente in scena, al Teatro dell’Elfo Puccini di Milano, uno spettacolo che supera ogni aspettativa e stupisce per la sua apprezzata “unicità”.

La giornata di una sognatrice di Copi, nella traduzione di Oreste del Buono, rientra nella categoria di spettacoli che non si riesce a capire – nel corso della rappresentazione – se siano piacevoli, noiosi, tediosi o esaltanti. Finché non si torna a casa e ci si rende conto di non riuscire a prendere sonno perché ci si sta ancora pensando; perché ogni minuto ritorna alla mente un nuovo particolare che si scopre possedere una sfumatura diversa; perché quello che, apparentemente, poteva sembrare un semplice contorno scenografico, è invece la chiave di lettura par excellence.

Lo spettacolo stupisce e cattura per l’equilibrato mix di reale e surreale, merito del regista Giuseppe Isgrò, che ha saputo mettere in rilievo, di volta in volta e con misurato tempismo, gli aspetti più terreni della vita di una persona qualunque e quelli più onirici – figli, principalmente, di desideri mai esauditi fino in fondo.

La protagonista, Gianna, rivive in maniera circolare la sua giornata perfetta, una giornata fatta di gesti quotidiani, naturali, addirittura intimi, ma che restano, nella maggior parte dei casi, incompiuti. La vediamo dormire, svegliarsi spettinata, vestirsi, truccarsi, fare il bucato. Ma tutta questa quotidianità si tinge, a poco a poco, di surreale perché una serie di personaggi senza tempo – venuti dal cielo o rinati dalla terra – si insinuano prepotentemente per spezzare la circolarità del tempo. Gianna si trova a doversi confrontare con un postino con le ali desideroso di farle compagnia; un figlio piccolo che, nel pomeriggio, è già cresciuto e se ne va di casa; l’amica Luisa, ossessionata dalle formiche e dalla carnalità dei rapporti uomo/donna; fino al venditore di cocomeri che, nel tempo di una battuta, diventa Dio.

Grazie all’interazione dei diversi personaggi, supportata dalla bravura dell’intero cast, la messa in scena riesce a evidenziare l’assurdità della vita, dei sogni, delle aspettative. Tutto è al limite del parossismo tanto che le figure umane si mischiano coi burattini, i gesti quotidiani si confondono con azioni fantasiose – mettendo in evidenza la contrapposizione tra maschera e volto, tra sogno e realtà.
Non una storia comune, ma un turbinio di paradossi scanditi da un ritmo nevrotico e innaturale. Uno spettacolo che stimola molto di più l’intelletto che le passioni perché non mira a emozionare, ma obbliga letteralmente a pensare, a riflettere non solo sulla vacuità dei rapporti interpersonali, ma sulla non comunicazione che li contraddistingue.

 

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Elfo Puccini
c.so Buenos Aires, 33 – Milano

La giornata di una sognatrice
di Copi
traduzione Oreste del Buono
regia Giuseppe Isgrò
assistente alla regia Rossana Abalsamo
dramaturg Francesca Marianna Consonni
scena, costumi, pupazzi Giovanni De Francesco, Gianni Giacummo e Giuseppe Isgrò
con Cinzia Spanò (Gianna), Nicola Stravalaci (Vero Postino – Cocomeraio), Francesca Frigoli (Luisa), Giacomo Marettelli Priorelli Figlio)
luci Giuseppe Isgrò e Giacomo Marettelli Priorelli?suono e musiche Giovanni Isgrò
produzione PhoebeZeitgeistTeatro