L’eterna seduzione di Mirandolina

La Mirandolina di Goldoni seduce il pubblico al Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara nel riallestimento de La locandiera della Compagnia Proxima Res.

La locandiera, commedia in tre atti scritta da Carlo Goldoni a metà del ‘700, è una delle più note e apprezzate opere del commediografo veneziano e rappresenta emblematicamente la crisi della società settecentesca e la transizione letteraria dalla Commedia dell’arte a nuove forme di rappresentazione teatrale.
Siamo nel periodo di transizione da una società dominata dalla nobiltà in decadenza all’ascesa della nuova classe borghese, mentre l’Illuminismo si affaccia sul panorama Europeo. La crisi e il rinnovamento sociale e culturale si riflettono anche in campo teatrale, fino a quel momento dominato dalla Commedia dell’arte che portava in scena personaggi fissi, spesso col volto coperto da maschere, i quali improvvisavano dialoghi su canovacci principalmente di carattere buffonesco. In questo contesto si inseriscono le opere di Goldoni, intraprendendo una riforma del teatro volta a soppiantare la tradizione della Commedia dell’arte, ormai in decadenza, con commedie di carattere e di ambiente, dai personaggi più definiti sul piano psicologico e caratteriale e con riflessi dei mutamenti sociali sullo sfondo.
Ne La locandiera la protagonista è Mirandolina – donna dalla sottile intelligenza e dalle potenti e ingegnose arti seduttive- che gestisce con sapienza e astuzia l’andirivieni dei clienti all’albergo lasciatole dal padre, facendoli immancabilmente innamorare di sé. Attorno alla sua aura ammaliatrice si muovono il fedele e onesto servitore Fabrizio, il Marchese di Forlipopoli, altezzoso e decaduto, e il Conte d’Albafiorita, esponente della nuova nobiltà arricchita. Si inserisce tra i battibecchi dei due nobili che si contendono l’amore di Mirandolina – la quale li disdegna pur beandosi del loro corteggiamento- il Cavaliere di Ripafratta. Il nuovo arrivato alla locanda, scostante e misogino, sembra apparentemente immune alle arti femminili di Mirandolina, che si incaponisce quindi nel farlo cadere ai propri piedi, al pari di qualsiasi altro uomo che sia stato ospite al suo albergo. La locandiera tesse dunque un abile gioco seduttivo che con scaltrezza finirà per circuire anche lo sprezzante Cavaliere.
La Compagnia Proxima Res sotto l’abile regia di Andrea Chiodi ci offre una ricercata versione de La Locandiera, aprendo la scena con uno spunto dai Memoires goldoniani, in cui gli attori, così come Goldoni bambino, muovono bambole in legno e dialogano con esse a rappresentazione di ciò che accadrà nella commedia. La scena si svolge quindi su un palco adornato con soli pochi oggetti: un lungo tavolo – elemento centrale della scenografia, attorno, sopra e sotto al quale si svolgerà l’opera-, poche sedie di antica fattura e lunghi appendiabiti carichi di costumi e abiti, a delimitare la scena. Dominano colori neutri e chiari e luci asettiche, che convogliano l’attenzione sugli attori, vestiti di ingegnosi costumi che rimandano all’epoca di origine dell’opera ma ammiccano al presente nei materiali e nella composizione. Riecheggiano inoltre canzoni popolari fiorentine della prima metà del novecento a ricordare l’ambientazione toscana.
In questo ambiente essenziale ma ricercato si muovono gli attori nel costruire gli intrighi della commedia, tra esilaranti caricature, abili cambi di ruolo e affascinanti caratterizzazioni dei personaggi. A movimentare la scena dei giochi amorosi giungono anche due commedianti sotto false spoglie, la Baronessa Ortensia del Poggio e la Contessa Dejanira dal Sole, le quali offrono al pubblico, insieme al Marchese, numerosi attimi di assoluta comicità.
Il regista ci propone l’immagine di una locandiera che è una pregiata «rappresentazione del Don Giovanni letterario ma al femminile» e ci ripresenta, in chiave ancor più moderna e attuale, quello che è uno dei primi personaggi femminili emancipati del teatro. Impossibile non rimanere affascinati dalla sua risolutezza e dal suo intelletto, per quanto lo stesso Goldoni abbia dichiarato – più o meno seriamente- l’intento di comporre una commedia morale e istruttiva, atta a mettere in guardia gli uomini da tali «femmine lusinghiere».
La locandiera di Chiodi si propone dunque come una rappresentazione ben congeniata, elegante, un riallestimento rispettoso dell’opera originale eppure attuale ed efficace nel rivolgersi ad un pubblico moderno, quasi tre secoli dopo la sua composizione.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Comunale Claudio Abbado

Corso Martiri della Libertà, 5 – Ferrara
da venerdì 16 a domenica 18 novembre 2018
venerdì ore 15, sabato ore 21, domenica ore 16

Compagnia Proxima Res
La locandiera
di Carlo Goldoni
regia Andrea Chiodi
con (in ordine alfabetico) Caterina Carpio, Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Emiliano Masala, Francesca Porrini
scene e costumi Margherita Baldoni
assistente alla regia Maria Laura Palmeri
disegno luci Marco Grisa
musiche Daniele D’Angelo
realizzazione costumi Maria Barbara de Marco
produzione Proxima Res
durata 100 minuti senza intervallo