Al Teatro Carcano, Elena Bucci e Marco Sgrosso in una originale rilettura del grande classico goldoniano.


È una locandiera noir, quella proposta dall’Associazione Culturale Le Belle Bandiere, compagnia ravennate nata nel ’92, sotto la direzione artistica di Elena Bucci e Marco Sgrosso. Noir è l’atmosfera in cui ci si immerge immediatamente, all’apertura del sipario, con le ombre proiettate sul fondo del palcoscenico, allungate e distorte, quasi a voler rendere la sensazione di spiare, questo mondo lontano, attraverso il buco della serratura. E noir è, in qualche modo, il finale, che pur fedele all’invenzione goldoniana, si tinge di una sfumatura nuova, meno giocosa e più pessimista. Una rilettura moderna, ma ugualmente molto lontana dalla modernità pop, scanzonata e ridanciana, vista recentemente al Teatro Libero.

Intrecciando la commedia all’italiana del ‘900 ai lazzi e vezzi dei comici dell’arte, questa Locandiera indaga in una società in crisi, tratteggiando personaggi di una solitudine smisurata, anti-eroi stretti tra mille convenzioni sociali: il mondo sicuro del benessere e la necessità di salvaguardare la reputazione, a cui finisce per soccombere anche la protagonista, Mirandolina, che rinuncia al suo sogno di libertà sposando, in un matrimonio senza amore, il fedele servitore Fabrizio.

E l’ostinata misoginia del cavaliere è destinata a sgretolarsi per celebrare il trionfo di un’affascinante donna d’affari la cui grazia è freddo mestiere e sana concretezza, anche nel gestire gli affari di cuore.

La scena, con un tavolo e pochi altri oggetti che si scompongono e ricompongono in varie soluzioni, è semplice ma molto evocativa, grazie a un suggestivo gioco di luci e un accompagnamento musicale che è anch’esso scenografia – sempre in contrasto con le situazioni sceniche – ed evoca ambienti opposti a quelli che vediamo.

E il suono ripetuto – che nelle intenzioni della compagnia dovrebbe ricordare una nave che scricchiola e sbanda sempre più – richiama alla mente un meccanismo inceppato, che gira su se stesso, e che sottolinea la finzione dei rapporti che si instaurano tra i personaggi. Finzione richiamata anche dal siparietto tra il marchese e il conte, trasformati in marionette, e dall’immagine di Mirandolina che, nel finale, gira su se stessa come una ballerina del carillon. Finzione quella metateatrale delle due commedianti che si fingono dame: si noti, in questo caso, la felice scelta registica di accentuare le caratteristiche comiche di Dejanira e di rappresentare, con una forte connotazione tragica, o tragicomica, Ortensia, quasi a trasformarle in simboli della tragedia e della commedia.

Non mancano infine i momenti di intensa comicità, soprattutto nei giochi tra lo spiantato marchese e il ricco e arrogante conte, a ricordarci i motivi della fortuna di questo grande classico del teatro italiano.

Lo spettacolo continua:
Teatro Carcano
Corso di Porta Romana 65 – Milano
fino a domenica 7 marzo
orari spettacoli: da martedì a sabato ore 20.30 – domenica ore 15.30

La Locandiera
di Carlo Goldoni
progetto Elena Bucci e Marco Sgrosso
regia Elena Bucci
con Elena Bucci (Mirandolina), Marco Sgrosso (Il Cavaliere di Ripafratta), Daniela Alfonso (Dejanira), Maurizio Cardillo (Il Conte d’Albafiorita), Gaetano Colella (Il Marchese di Forlimpopoli), Nicoletta Fabbri (Ortensia), Roberto Marinelli (Fabrizio)
disegno luci Maurizio Vian
costumi Marta Benini
CTB Teatro Stabile di Brescia e Le Belle Bandiere