Morti di serie A e di serie B

È in scena al Teatro della Cooperativa La nave fantasma, commedia tragica che racconta la morte di 283 profughi nelle gelide acque del Mediterraneo.

Cosa accadde nella notte di Natale del 1996 assunse i crismi della certezza soltanto cinque anni più tardi, quando il giornalista Giovanni Maria Bellu, con l’aiuto di un pescatore di Portopalo, capo sudorientale della Sicilia, dimostrò con un video che quel giorno di festa era in realtà costato la vita a 283 profughi mediorientali – partiti da India, Pakistan e Sri Lanka -, tra la superficialità e la negligenza di chi preferì tapparsi gli occhi ed evitare guai peggiori. Nei mesi successivi, infatti, diversi pescatori ritrovarono i cadaveri impigliati nelle reti a strascico, ma evitarono di denunciare per non cadere nelle maglie oltremodo strette della giustizia. Una vicenda di cui pochissimi giornalisti parlarono all’epoca – Livio Quagliata de Il Manifesto, Dino Frisullo di Senza Confine -. Nonostante precise testimonianze dei superstiti, le autorità italiane e i mass media fecero finta di nulla. “Non sono morti nostri”.
Ecco: La Nave Fantasma, alla cui stesura hanno contribuito lo stesso Bellu, Renato Sarti e Bebo Storti, è il racconto di questa tragedia. Ma a colpire, suscitando reazioni opposte tra gli spettatori, è il modo tragicomico con cui gli attori (Sarti e Storti) ricostruiscono l’accaduto, pur riportando fedelmente la sequenza degli avvenimenti. Interagiscono con il pubblico, duettano come in uno spettacolo di cabaret, riescono a strappare qualche risata pur raccontando una tragedia. È questa la peculiarità dello spettacolo, sicuramente diverso da come ogni spettatore lo avesse immaginato prima di accomodarsi in sala. Renato Sarti e Bebo Storti entrano ed escono dai personaggi con estrema sensibilità, s’impegnano a far rivivere quello che facilmente viene rimosso, dimenticato. Curioso ma estremamente significativo è l’esordio, in cui la vicenda al centro del racconto viene paragonata alla morte della contessa Francesca Vacca Agusta: un caso di silenzio mediatico contro uno dei primi esempi di tv del dolore.
Teatro politico? No, teatro della memoria. Perché ci sono stati i giorni in cui i pakistani eravamo noi italiani e se ci avessero lasciato affogare avremmo gridato vergogna.

Lo spettacolo continua
Teatro della Cooperativa Milano
Via Privata Hermada 8,
Fino a domenica 27 gennaio 2013

La nave fantasma
di Giovanni Maria Bellu, Renato Sarti e Bebo Storti
con Renato Sarti e Bebo Storti
disegni Emanuele Luzzati
musiche Carlo Boccadoro