Anima forte

Al Teatro Morlacchi di Perugia, Alessandro Gassmann porta in scena La pazza della porta accanto, pièce – tratta dall’omonima opera di Claudio Fava – incentrata sulla storia della poetessa Alda Merini nel periodo della sua reclusione forzata presso una struttura psichiatrica.

Una storia personale, quella di Alda Merini, fatta di gesti semplici e bisogni umani. Nulla di troppo sconvolgente, se non fosse che il tutto si svolge all’interno del contesto alienante del manicomio. La vicenda viene riproposta in questa rilettura a tinte oscure, lasciando trasparire tutto il dolore intimo e lacerante per la privazione e la tortura. La figura lugubre del ricovero, mascherata da un sottile velo su cui le ambientazioni prendono forma per mezzo di ologrammi, è ciò che si presenta a quanti si apprestano a prendere posto in sala. Una fortezza sontuosa al cui esterno sono presenti dei disegni delle persone ospitat che le infermiere sono intente a pulire e rimuovere, perché dall’esterno appaia in ordine.

Una volta entrati in questo turbine, visto dall’interno, l’istituto è sporco e con delle grandi sbarre di ferro che lo connotano quale prigione. Un sepolcro imbiancato, colmo di cose di ribrezzo. Alla degenza forzata in tale struttura, Alda Merini fu costretta dallo stesso marito, con la conseguente separazione dalle due figlie. La pazza della porta accanto ci descrive esattamente l’entrata in quell’inferno mentale e fisico che è il manicomio, verso un’esistenza priva di futuro. «Il domani qui dentro è già passato», dirà Anna Foglietta che interpreta la Merini. Costretta a periodiche sedute di elettroshock, a medicinali somministrati con la forza, a umiliazioni gratuite e a divieti assurdi, in tale contesto l’unica luce in grado di aprire queste tenebre sembra rappresentata per Alda dalla poesia, delicata come l’immagine della neve che scende mentre il dottore ne recita alcuni versi.

Come una moderna Proserpina imprigionata negli inferi, Alda rimane a metà strada fra il mondo fuori e questa sua alterazione della realtà, ma alla cui condanna – a differenza della sposa di Ade – non ha intenzione di arrendersi. Essendole stata diagnosticata una schizofrenia paranoide, alla Merini viene negato di tutto e fatta pressione con dei metodi da regime: non può fumare, ma il medico nel prenderle le sigarette, inizia egli stesso a fumarle davanti, con l’odore di tabacco che arriva fino alle prime file in platea. La distruzione di tutto ciò che è umano, dove le pazienti non hanno più un nome ma vengono identificate con delle lettere, conduce le stesse a pensare di essere detenute giustamente nella casa dei matti e ad accettare la propria condizione.

La pazza della porta accanto è portata in una scena volutamente ricca di contenuti visivi e sonori, dando forma a una pièce che sa commuovere, grazie a una Anna Foglietta completamente identificata con il suo personaggio, e andare oltre, estendendo la propria denuncia a tutte le persone recluse e oppresse ingiustamente.

Lo spettacolo è andato in scena:
Teatro Morlacchi

Piazza Morlacchi 13, Perugia

La pazza della porta accanto
di Claudio Fava
uno spettacolo di Alessandro Gassmann
con Anna Foglietta, Angelo Tosto, Alessandra Costanzo, Sabrina Knaflitz, Liborio Natali, Olga Rossi, Cecilia Di Giuli, Stefania Ugomari Di Blas, Giorgia Boscarino, Gaia Lo Vecchio
spazio scenico Alessandro Gassmann con la collaborazione di Alessandro Chiti
costumi Mariano Tufano
musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi
disegno luci Marco Palmieri
videografia Marco Schiavoni
una produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Teatro Stabile di Catania